Robert van Gulik – Il delitto allo stagno dei loti

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Robert van Gulik (1910-1967) è considerato lo scopritore del giallo cinese. Trascorre l’infanzia a Giava, si specializza in sinologia all’Università di Leiden e, dopo aver conseguito il dottorato in Filosofia a Utrecht, intraprende la carriera diplomatica in India, Cina, Giappone, Malesia, in Africa e negli Stati Uniti. Tornato in Cina nel 1943, sposa una ragazza di una nobile famiglia di mandarini. “Un uomo occidentale con il cuore orientale”: fine sinologo e scrittore, calligrafo, musicista e antropologo, conosce alla perfezione varie lingue occidentali, asiatiche e africane. Oltre ai 15 romanzi della serie “I casi del giudice Dee”, ha lasciato alcuni importanti studi sulla civiltà cinese tra i quali La vita sessuale nell’antica Cina (Adelphi).

Già disponibile in formato digitale il suo romanzo “Il delitto allo stagno dei loti”, I casi del giudice Dee, edito da O Barra Edizioni, di cui vi riportiamo la sinossi:

“Questo caso risale all’anno 667 d.C., nell’antica cittadina di Han-yuan, sorta sulle sponde di un lago vicino alla capitale. Là il giudice Dee dovette risolvere l’assassinio di un anziano poeta che si era ritirato a vivere nella sua modesta proprietà dietro il Quartiere dei Salici, dimora di cantanti e cortigiane. Il poeta era stato ucciso mentre contemplava serenamente la luna dal padiglione del suo giardino, posto al centro di uno stagno cosparso di loti. Del fatto non c’erano testimoni, o così pareva.”

Un’avvincente short story di Robert van Gulik che si colloca temporalmente tra I delitti del lago cinese e Il monastero stregato all’interno della serie “I casi del giudice Dee”.