Arnaldur Indriðason – La ragazza del ponte

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Editore Guanda / Collana Narratori della Fenice
Anno 2020
Genere Giallo
352 pagine – rilegato e epub
Traduzione di Alessandro Storti


Perché Arnaldur Indridason, romanzo dopo romanzo, riesce a incantarmi sempre?
E come può, una storia che tratta un cold case (ma proprio…cold! Vecchio di cinquant’anni) essere così intrigante, così affascinante, da incalzare il lettore? Queste domande mi ponevo, durante la lettura de “La ragazza del ponte”.
Sarà la bravura dello scrittore; sarà quella malinconia che impregna ogni singola pagina e tocca il cuore; saranno le atmosfere nordiche, che hanno una loro indiscutibile attrattiva, freddo e gelo a parte!
Dopo numerosi romanzi con protagonista il triste commissario Erlendur, che seguivano ogni volta le vicende personali del poliziotto, oltre ai casi affrontati, l’”eroe” di questa storia è Konrad, un poliziotto in pensione, molto acuto e intuitivo nel portare a termine le sue indagini con successo, ma tormentato quanto basta.
Ma se i personaggi di Indriðason non sono tormentati al punto giusto, non li vogliamo!
L’uomo, infatti, ha un annoso dolore: l’assassinio del padre per accoltellamento, mai risolto. Fatto che continua ad assillarlo.

In questa storia i casi che gli si presentano sono due: uno è di ordinaria amministrazione, mentre il secondo – quello cold – presenta delle caratteristiche assai curiose.
Un’anziana coppia benestante lo interpella per sapere la sorte della loro nipote Dannì, che frequentava brutti giri di droga e che è scomparsa da giorni.
Interpellare la polizia è compromettente: meglio un tranquillo e discreto poliziotto in pensione. Poco dopo Dannì viene trovata morta per overdose: suicidio (prima ipotesi più sbrigativa) o omicidio ben mascherato?
Mentre Konrad inizia l’indagine in forma privata, avviene un fatto inquietante: un’amica, Eyglo, sensitiva, gli racconta una sua visione. E qui, quando si entra nel paranormale o comunque in questi campi la vicenda assume aspetti affascinanti e oscuri.
Una ragazzina di 12 anni, annegata cinquant’anni prima nel laghetto della Tjörnin, le è apparsa in due diversi momenti, cercando la sua bambola. La donna è sicura che la ragazzina le stia chiedendo tacitamente aiuto, per avere finalmente giustizia.
Ma quale giustizia – si domandano i due – se è annegata? E se non fosse annegata?
Un’altra persona avrebbe sorriso; invece Konrad prende a cuore questa storia assurda e comincia la sua indagine personale, quasi deriso dalla sua amica Marta, poliziotta in servizio.

Indagine che lo condurrà via via per strade sempre più impervie, a scoperte sempre più incredibili: sembra impossibile, ma nonostante siano passati tutti quegli anni, qualcosa comincia a farsi strada, una verità quasi difficile da credere.
Scopre infatti che la bambina era caduta in acqua proprio per recuperare la sua bambola. L’autopsia era stata frettolosa e senza risultati particolari. Perché allora Konrad “sente”, come la sua amica Eyglo, che sia necessario andare avanti? E scavare nel passato?
È folle sperare che dopo tanto tempo si possano trovare testimoni, o consultare archivi, ma Konrad non demorde e la sua tenacia lo porterà ad ottimi risultati. Nello stesso tempo l’ex poliziotto scava nella vita di Dannì e dei suoi nonni che, a pelle, sente mentire, o almeno, nascondere qualcosa di importante.
Come se Konrad non fosse abbastanza impegnato – e travagliato – la storia di suo padre ammazzato non lo lascia mai, e l’uomo svolge così una tripla inchiesta che non gli lascia respiro…
Inutile aggiungere che almeno due su tre si concluderanno con un successo, nonostante l’amarezza delle scoperte. Anche alla storia del padre, si aggiungeranno tasselli mancanti.

È difficile reggere una storia a più canali, come questa, con una fluidità, una scorrevolezza senza uguali. Indridason, grande autore di noir nordici, veramente non delude mai.
Colpisce in questo romanzo il punto su cui le sue inchieste sono focalizzate: la donna e la violenza perpetrata nei suoi confronti.
Le storie delle donne di questo romanzo, infatti, grondano violenze e abusi, che siano di tanti anni fa o di oggi, e dimostrano come non molto sia cambiato in certi ambienti ed in certe situazioni. Ci vuole proprio la tenacia di Konrad per squarciare il velo di bugie e di omertà e rendere giustizia alle vittime. I rapporti familiari sono narrati con grande sensibilità: i dialoghi del poliziotto con la madre, con la sorella Beta – che porta anche lei il suo carico di dolore e di segreti – sono intensi e struggenti.
Ultimo: finale assai sorprendente, tutto da scoprire! E capirete poi a che cosa io mi riferisca…
Un romanzo imperdibile, per gli appassionati di questo autore dai toni malinconici e dalle storie profondamente umane.

Rosy Volta


Lo scrittore:
Arnaldur Indriðason è uno scrittore islandese di romanzi polizieschi che hanno come protagonista il personaggio di Erlendur Sveinsson. Ha lavorato come giornalista indipendente e come critico cinematografico. Laureato in storia, ha scritto il suo primo romanzo nel 1997. Ha vinto numerosi premi fra i quali il Glasnyckeln e Gold Dagger. Tra i suoi romanzi pubblicati da Guanda: Sotto la città (2005), La signora in verde (2006), La voce (2008), Un corpo nel lago (2009), Un grande gelo (2010), Un caso archiviato (2010), Un doppio sospetto (2011), Cielo Nero (2012), Le abitudini delle volpi (2013), Sfida cruciale (2013), Le Notti di Reykjavík (2014), Una traccia nel buio (2015), Un delitto da dimenticare (2016), Il commesso viaggiatore (2017), La ragazza della nave (2018), Quel che sa la notte (2019).