Editore Marsilio / Collana Farfalle
Anno 2020
Genere thriller
304 pagine – brossura e epub
Gino Saladini e Christian Lucidi ci raccontano il mondo devastante e crudele della malavita italiana che ha contatti e ramificazioni all’estero. Un mondo che basa tutto sul dio denaro e sul potere. Denaro e potere, due facce della stessa medaglia, l’uno e l’altro legati e fonti d’ispirazione della cupidigia umana.
Droga, prostituzione, vendette, omicidi, armi. Una realtà distruttiva talmente incancrenita da non vedere nessuna via d’uscita.
Siamo a Civitavecchia. A Sandro Sparta, un agente della Dcsa, dopo aver avuto dei problemi cardiaci, viene affidata un’indagine da svolgere proprio sul porto e sui traffici di Civitavecchia, città dove è stato commissario anni prima. La cocaina prodotta in Colombia, giunge in Nigeria e da lì in Italia.
“Guarda il bacino del porto di Civitavecchia. Il mare è uno specchio d’azzurri. E’ lo scalo dove la ‘ndrangheta, da qualche tempo, fa arrivare in Italia container pieni di cocaina dall’Africa. E’ stato mandato lì per questo. Una prima indagine discreta. Osservare. Collocare i personaggi. Tracciare una prima bozza. Relazionare. Senza fare il solito Sandro Sparta.”
A Civitavecchia certi carichi arrivano grazie anche alla connivenza delle autorità portuali, le quali chiudono entrambi gli occhi, quindi responsabili anche loro. Lo fanno per un motivo solo, il denaro. E ogni volta mi chiedo, ma chi è connivente non comprende o non vuole comprendere l’azione che compie? I danni che produce? Possibile che tutto perda di importanza solo ed esclusivamente per il denaro? Eppure è così, il mondo è pieno di persone corresponsabili, in tutti i settori, da quelli economici a quelli politici.
Poi c’è chi si mostra attraverso una vita legale, onesta, invece utilizza quella parvenza di regolarità per nascondere il marcio. Come nel caso di Henry Boezie, nigeriano. Lui vive a Civitavecchia e ufficialmente è uno scultore che diffonde l’arte del suo paese d’origine. Nella realtà è il capo della confraternita criminale dei Black Axe. Un criminale che si presenta come artista. Che organizza mostre, che viene apprezzato come scultore, che convive con Alaba, una bellissima ragazza che ha strappato al mondo della prostituzione, regalandole una vita agiata, a lei e a suoi due bambini. Un uomo innamoratissimo della sua compagna, pronto a tutto per difendere la sua egemonia e per ampliarla. Per fare ciò è necessaria una continua guerra, accordi e vendette, patti e omicidi, in un susseguirsi di azioni riprovevoli.
Sandro Sparta. ”E’ un uomo di cinquantacinque anni, robusto, alto un metro e ottantasei. La faccia spigolosa, gli occhi di un azzurro minerale. Il naso è forte, ma ben proporzionato. La bocca è larga, sensuale.”
Sparta è un uomo che non crede che le cose possano cambiare, così pensa del sindaco della città.
“E’ uno che non sa nemmeno come abbia fatto a vincere le elezioni. La gente voleva cambiare e l’ha votato. Cambiare cosa? Non si può cambiare niente.”
Sparta è un uomo cupo e misterioso, piace molto alle donne che gli cadono facilmente ai piedi, ne ha collezionate diverse; è razzista, non ama molto le popolazioni di colore. Però succede che nello svolgere una missione in Africa si innamora di una donna bellissima, di colore, Ola Habila.
“La donna, medico specializzato in pediatria, era di ritorno da un viaggio dove aveva accompagnato una bambina da sottoporre a un urgente intervento chirurgico in un ospedale con una sala operatoria più attrezzata a due ore di volo da lì. Lui e Ola avevano continuato a parlare, l’avevano fatto per quattro ore, senza mai smettere. Era scattata un’alchimia potente, inarrestabile. Si erano ritrovati mano nella mano. Stupefatti. Sbigottiti. Poi c’era stato un bacio sulle labbra, fugace, leggero. La musica di una canzone di Seal arrivava da una radio lontana. Si erano raccontati le loro vite, segreti che non avevano rivelato a nessuno. Un miracolo che può succedere, forse, una volta nella vita.”
Ma Sparta rovinerà tutto, come solo lui è capace di fare.
Nel frattempo l’indagine deve proseguire, c’è da capire chi è coinvolto, chi ci mette del suo per coprire tutto.
E’ un susseguirsi di vendette e di accordi cruenti tra i diversi clan, quando si decide di intervenire per fermare qualcuno lo si fa in maniera sanguinosa e feroce, alternando interventi veloci e rapidi ad interventi durante i quali infierire piano, lentamente, per godersi la sofferenza dell’avversario.
E’ un avvicendarsi di figure della nuova e della vecchia guardia.
Una ‘ndrangheta che fa spesso riferimento alla religione.
“Perché il Santuario della Madonna di polsi è anche il santuario della ‘ndrangheta, dove sono custodite le misteriose dodici tavole. Perché lì c’è l’Albero della Scienza, il castagno secolare tanto grande da consentirci d’entrarci dentro. Ogni sua parte rappresenta l’organizzazione della ‘ndrangheta. Dal fusto che simboleggia il capo dei capi fino alle foglie, immagine fragile dei traditori, che prima o poi cadranno e marciranno ai piedi dell’albero. E in mezzo tutta l’organizzazione. Rami grossi. Una V. Dal vertice che sta vicino alle radici, agli infami. Perché quello è il luogo dove ogni anno, durante i festeggiamenti per la Maronna ‘r Muntagna, si riunisce il Crimine, il vertice della ‘ndrangheta. Lo sanno tutti. Gente comune, preti e Dda.”
E’ una giungla, dove vige la legge del più forte, dove prevarica la bestialità dell’animo umano.
I due autori ci raccontano le vicende con frasi brevi, taglienti. Ci descrivono cosa e come pensano quegli uomini che decidono che la loro vita deve essere consacrata alla criminalità, quegli uomini che indirettamente con il loro contributo trasversale ma non meno colpevole favoriscono la criminalità, quegli uomini che sono dall’altra parte della barricata e che con il loro lavoro devono cercare di arginare con il poco che hanno a disposizione la criminalità che ha spesso gioco facile.
“Roma giungla” ha un finale aperto. Tanti conti devono essere ancora chiusi, sia sul piano sentimentale che su quello delle indagini. Attendo quindi curiosa di leggere il seguito.
Cecilia Dilorenzo
Gli scrittori:
Gino Saladini, medico legale, criminologo, opinionista per Rai, Mediaset e Sky, è autore, insieme a Vincenzo Mastronardi, del thriller storico Hypnos (Sonzogno 2019). Ha pubblicato anche i romanzi Omicidi a margine di qualcosa di magico – Sincro (Gangemi 2004) e L’uccisore (Rizzoli 2015).
Christian Lucidi, film-maker diplomato al Lee Strasberg Institute di New York, è laureato in Lingue e letterature moderne. Ha realizzato il film Albedo e il documentario Il tunnel trasparente.