Ian Manook – Askja

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Editore Fazi / Collana Darkside
Anno 2020
Genere thriller
428 pagine – brossura e epub
Traduzione di Maurizio Ferrara


Dopo l’ottimo “Heimaey”, Ian Manook ci riporta in Islanda con il suo Kornelíus della polizia di Reykjavík. Stavolta, il colossale investigatore è chiamato sulle pendici del remoto monte Askja, un vulcano che Kornelíus ama: un appassionato naturalista, usando un drone, ha notato tra i ghiacci il cadavere di una donna. Quando Kornelíus giunge sul posto, però, non c’è traccia del corpo. L’unica persona che vive nella zona è un anziano affetto dal morbo di Alzheimer, spesso visitato da una ragazza che si cura di lui.
Nel frattempo, più vicino alla capitale, Botty, collega e in un’occasione amante di Kornelíus, indaga sulla scena di un altro supposto delitto. All’interno di un piccolo cono vulcanico aperto ai turisti, è stato trovato un paio di mutandine rosse da donna con vicino qualche macchia di sangue. Anche lì, non ci sono cadaveri né denunce.

Un’ulteriore gatta da pelare per la polizia islandese è la comparsa improvvisa di un cecchino precisissimo che semina il panico sparando nelle zone più affollate di turisti della nazione, avendo però cura di non ferire nessuno. Essendo coinvolta un’arma da fuoco, interviene la squadra speciale detta “i Vichinghi”, capitanata da Petúr con il quale Kornelíus si ritrova a dover iniziare una cauta e reciprocamente sospettosa collaborazione.
Kornelíus, la cui vita privata è scossa dall’improvvisa ricomparsa della figlia Alma, che molti anni prima si era trasferita in Nuova Zelanda con la madre e che si presenta in Islanda con un figlio suo, e da screzi con la fidanzata, il medico legale Ida, si trova sotto accusa da tutti i lati, e il suo temperamento sanguigno sicuramente non gioca a suo favore.

“Askja” è un romanzo molto articolato, con diversi fili narrativi che è necessario concentrarsi per seguire; ma allo stesso tempo è un libro che scorre veloce, agile, decisamente piacevole, grazie alla scrittura leggera di Ian Manook ben resa dalla traduzione accurata del solito, ottimo Maurizio Ferrara.
Al centro del romanzo, più che la pur avvincente indagine poliziesca, c’è il disfacimento della vita di Kornelíus, causato anche – ma non solo – dai casi sui quali sta qui investigando e da quello narrato in “Heimaey”, le cui conseguenze sono ancora vive. Un simbolo di questo, un dettaglio forse minore ma a mio avviso notevole, è il fatto che, mentre nel romanzo precedente il poliziotto spesso si rilassava o si concentrava cantando lo splendido “Krummavísur” (che vi consiglio caldamente di cercare su YouTube e di ascoltare), qui lo fa solo in due occasioni, entrambe all’inizio del libro, ma poi sembra essergli passato di mente; un punto fisso della sua vita che si perde nella frenesia di questa investigazione e di ciò che la circonda.
Bisogna ammettere che, con la lettura di questo romanzo, i punti di contatto tra Kornelíus e Yeruldelgger, protagonista della trilogia di romanzi che Manook ha ambientato in Mongolia, sembrano crescere. È chiaro che lo scrittore francese ha trovato, con questo tipo di personaggio inserito in ambienti desolati, dalle steppe mongole alla tundra islandese, la sua ispirazione e, nonostante appunto alcune caratteristiche in comune tra i due protagonisti, un’originalità che lo fa spiccare nel mare di autori di thriller contemporanei.
Ian Manook ha promesso un terzo e ultimo romanzo della sua serie islandese, dal quale certamente, a causa degli avvenimenti descritti in “Askja”, saranno assenti alcuni protagonisti anche molto, molto centrali, ma che mi aspetto appassionante e duro come il resto della sua produzione.

Marco A. Piva


Lo scrittore:
Ian Manook giornalista, editore e romanziere, vive a Parigi. Ha esordito con Yeruldelgger, Morte nella steppa, primo capitolo di una trilogia con lo stesso protagonista al quale seguono Yeruldelgger, Tempi selvaggi e Yeruldelgger, La morte nomade, tutti pubblicati da Fazi Editore. Pluripremiato e adorato dai lettori e dalla critica, Yeruldelgger è un vero e proprio fenomeno. Fazi Editore ha pubblicato anche Mato Grosso e Heimaey, primo capitolo della trilogia islandese.