Stefano Zattera – Il buco noir (Earl Foureyes Mutant Detective)

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Editore Associazione Culturale Eris / Collana Progetto Stigma
Anno 2020
Genere fumetto noir/fantascienza
178 pagine – brossura


Corre l’anno 3019. A Sick City vive il detective Earl Foureyes il quale, a causa di una mutazione, ha appunto quattro occhi. Tutti in questo mondo hanno qualche mutazione; c’è un personaggio con due nasi, uno che ha il naso a punta come Pinocchio, un altro il cui naso si unisce al mento… Zattera ama giocare con i nasi dei suoi personaggi. Ma non solo con i nasi, per dire c’è anche una giovane donna con le corna e la pelle pezzata. O forse è coperta di pelo? Comunque… Earl è un investigatore privato come quelli che Humphrey Bogart ha magistralmente interpretato sul grande schermo, con il cappello calcato sulla fronte (tanto che c’è chi non nota la presenza del paio di occhi superiore) e l’eterna sigaretta in bocca, uno di quelli che la vita ha colpito duramente ma che si rialzano sempre in piedi, baby.
Earl viene ingaggiato da un certo Mr. Doublenose perché la figlia di quest’ultimo, una seguace fedelissima della popstar intergalattica Lady Matanga, è stata trovata morta e parzialmente scuoiata; le forze dell’ordine hanno già chiuso il caso, ma Mr. Doublenose non si dà per vinto.
Nel frattempo, insieme ad alcuni amici, lo stesso Earl si adopera per salvare Astroman, l’ultimo supereroe rimasto in libertà, dalla prosecuzione e persecuzione da parte dei cloni del Superburocrate che detiene il potere, decisi ad accentrare su di sé il controllo dell’ordine pubblico in questo periodo reso particolarmente pericoloso da una serie di attacchi terroristici da parte di un gruppo di zombi maoisti di Orione.

Naturalmente, come ci insegna il grande drammaturgo russo Anton Chekov, qualunque elemento menzionato in una storia deve avere poi una sua rilevanza nella narrazione. E quindi sia Astroman che gli zombi maoisti avranno una loro parte da recitare più avanti.
In questo mondo che Stefano Zattera disegna – e per una volta uso quest’espressione in maniera letterale – con estrema ironia che molto spesso sfocia nella satira, quindi, in questo universo distopico fatto di pianeti monotematici (ci sono per esempio quello dedicato ai concerti e quello del gioco d’azzardo), tra i quali ci si può spostare facilmente a patto di passare gli strettissimi controlli di sicurezza imposti dal Superburocrate, si muovono personaggi spesso esagerati, a volte anche quasi caricaturali, che però diventano plausibili e realistici, all’interno del contesto creato in questa storia, e con i quali quindi ci troviamo a lottare, a simpatizzare, a soffrire, a preoccuparci.

La trama principale, quella che sistema questo “Il buco noir” saldamente nel genere thriller, è solidissima e divertente, avvincente e appassionante. È chiaro, il tutto è contestualizzato in un mondo fantascientifico, futuristico e distopico, ma è semplice, grazie alla narrazione e all’arte di Stefano Zattera, lasciarsi coinvolgere. In fondo, questo mondo non è tanto più lontano dal nostro di quanto non lo sia, ormai, la Los Angeles degli anni ’30 nella quale si muove Philip Marlowe.
Il buco noir che dà il titolo a quest’opera, invece, è una specie di buco nero che succhia il colore, togliendo saturazione alla luce. Insomma, a causa di questo inspiegabile fenomeno astronomico, in alcuni mondi sembra di vivere in un film in bianco e nero. E qui si fa ritorno all’Humphrey Bogart che ho nominato più sopra…

Insomma, mi pare sia chiaro che questo lavoro di Stefano Zattera mi ha veramente entusiasmato, dalla scrittura all’arte. A chi lo consiglio? Be’, è un thriller fantascientifico piuttosto crudo e spesso violento, che tra l’altro non si risparmia più di una situazione di nudità parziale senza comunque mai nemmeno avvicinarsi alla pornografia (lo faccio presente nel caso a qualcuno questo dia fastidio); presenta momenti di satira sferzante; mostra scene vagamente psichedeliche; rischia di farvi scoppiare in una risata per poi farvi pensare che in realtà non c’è niente da ridere. Insomma, si tratta di un thriller interessante, divertente e intelligente.
Ah, ho menzionato che si tratta di un albo a fumetti, vero? O, se preferite, è un graphic novel. Quello. Insomma, io suggerisco decisamente di leggerlo.

Marco A. Piva


Lo scrittore:
Stefano Zattera. 1965. Fumettista, illustratore, pittore e scrittore. Il suo immaginario è ispirato da illustrazioni e fumetti degli albori dell’era atomica. Inizia il suo percorso con l’autoproduzione Delirio e continua, nel tempo, a collaborare con varie realtà del fumetto indipendente da Interzona a Puck. Pubblica inoltre su Italia on Line, con il Centro Fumetto Andrea pazienza, Stripburger (Slovenia), Mostri Italiani di Stampa alternativa, Tattoo Comix di AAA edizioni, Horrorgasmo e Mater Universalis di Mondo Bizzarro Press, Biblia  (Portogallo),  Monografico (Spagna), Inguine Mah! di Comma 22, Malefact (USA), Black di Coconino, XL di Repubblica, Il Male di Vauro e Vincino, Barricate, Linus, La Lettura de Il Corriere della sera, Frigidaire, l’albo a fumetti Earl Foureyes Mutant Detective per Nerocromo, Alias Comics, Il Manifesto. Pubblica racconti in raccolte e antologie, e il romanzo C’era una volta il Nordest per Nerocromo. Ha esposto nei principali festival del fumetto: Lucca, Napoli, Treviso, Angouleme, Seoul; in centri culturali, musei e gallerie d’arte.