AA.VV. – Senza pietà

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Editore Cento Autori / Collana Nero Noir
Anno 2020
Genere noir
160 pagine – brossura
Curatrice Colomba Rossi


Alessandro Bastasi, Sara Bilotti, Stefano Cosmo, Michele Ledda, Lorenzo Mazzoni, Andrea Melis, Pasquale Ruju, Paola Staccioli, Matteo Strukul e Marco Videtta sono gli autori che hanno riversato la loro creatività e la loro professionalità negli undici racconti che formano “Senza pietà”, edito CentoAutori.
Massimo Carlotto, che ha scritto la prefazione, ci dice che questi racconti sono stati scritti per Il Manifesto e pubblicati tra il 2010 e il 2012 e dedicati a Benedetto Vecchi, storico responsabile delle pagine culturali de Il Manifesto.
Undici racconti che ci mostrano diversi aspetti della nostra disastrata nazione, un paese pieno di contraddizioni e fatto di persone che non sono in grado di tutelare i più deboli ma in compenso sono capaci di ricorrere a ogni sotterfugio pur di trarne benefici economici, politici e sociali..
Non ne viene fuori una fotografia edificante, anzi. E non potrebbe essere diversamente, basta guardarsi intorno.

Le tematiche affrontate sono molteplici. l’impiegato che perde il lavoro, la famiglia e la casa ed è costretto a vivere nel proprio Suv, l’unica cosa rimasta in suo possesso.
Ragazze straniere che arrivano in Italia abbagliate da un sogno, nella realtà inesistente, e costrette a prostituirsi. Molte di loro pagano con la vita quell’infrangersi contro il miraggio di una vita appagante, vittime di guerre tra bande criminali.
Le continue battaglie degli ambientalisti contro chi deturpa il nostro paese esclusivamente in nome del dio Denaro. C’è chi, tra questi, rimane da solo davanti al mare in compagnia di Evelyn, la sua carrozzina che usa dopo aver avuto un ictus, e Lilli la cagnetta. Da solo, completamente solo davanti alla vastità del mare.
Amianto, idrocarburi, metalli pesanti, materiale radioattivo, rifiuti. Nascosti sotto i nostri piedi, sotto terra. Interessi economici da una parte, malattie dall’altra. E quella parte di giornalismo che si prefigge la ricerca della verità e che paga a caro prezzo il desiderio di portare a galla tutto il marciume che produciamo prima e nascondiamo poi.
Gli sgomberi dei campi nomadi e la perenne impossibilità di trovare una soluzione. Nel mezzo continui spostamenti e contini disagi sociali e la diffusione di una intolleranza sempre maggiore.
Bambini violati, stuprati, feriti. Bambini alla mercé di pedofili e di spregevoli elementi che ne fanno oggetti di filmati per raggiungere uno sporco ed immondo beneficio economico. Il degrado più assoluto.

Questi alcuni degli argomenti affrontati, il ritratto di una società corrotta, che non ha alcuna sensibilità, che ha perso ogni possibilità di poter fare un passo indietro e cercare di salvare il salvabile.
Non c’è uno spiraglio di luce, ogni cosa è avvolta nelle tenebre del degrado umano.
Vorrei in conclusione parlarvi di un racconto in particolare, un racconto che per me rappresenta la metafora di quelle che sono ormai le dinamiche abituali della società tutta.
Michele Ledda ne “L’arido” ci parla di una manifestazione di protesta, da una parte un gruppo di persone che esprime il suo disappunto nei confronti dell’operato delle banche e dall’altra la polizia che ha il compito di tenere sotto controllo la situazione. Da una parte un padre, dall’altra un figlio. Si guardano, quasi a controllarsi, quasi a temere una reazione. E su tutti, dall’alto di un palazzo, a guardar giù un esponente proprio di una banca.
Ecco, mi è sembrata una metafora perfetta.
Tra di noi, intendo popolazione di questo nostro pianeta, ci osserviamo guardinghi, ognuno nella propria posizione in una sorta di guerra tra poveri. E poi c’è chi tiene i fili, guarda dall’alto, non si fa vedere, è riparato da sguardi indiscreti e che in qualche maniera ci guadagna sempre.
Undici piccole chicche che vi consiglio di leggere. Uno sguardo noir su dinamiche diffuse e difficili da sradicare, in una continua e perenne corsa verso un esclusivo ed elitario tornaconto personale a discapito di un sempre maggior numero di persone.

Cecilia Dilorenzo


La curatrice:
Colomba Rossi è stata prima libraia e poi agente letterario. È co-fondatrice con Luca Briasco e Francesca de Lena dell’agenzia letteraria United Stories Agency. Ha diretto la collana Sabot/age con Massimo Carlotto per le Edizioni E/O, da cui sono emersi scrittori come Matteo Strukul, Piergiorgio Pulixi, Giorgia Lepore, Pasquale Ruju, Luca Poldelmengo.