Paolo Lanzotti – I guardiani della laguna

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Editore Tre60
Anno 2021
Genere Thriller storico
372 pagine – brossura e epub


Venezia, 1753. Il carnevale impazzava ormai dal giorno di Santo Stefano… e andava fino alla Quaresima . Troppo lungo. direte. Eh no, anzi! Un tempo infatti il Carnevale era molto più lungo. Cominciava addirittura la prima domenica di ottobre per intensificarsi il giorno dopo l’Epifania e raggiungere il suo culmine nei giorni che precedevano la Quaresima. Ancora oggi il Carnevale di Venezia, se non il più grandioso, è sicuramente il più famoso per il fascino che esercita dopo ben oltre 900 anni dalla prima testimonianza ufficiale scritta che ne parla. Si ha notizia infatti delle festività del Carnevale del 1094, sotto il dogato di Vitale Falier, come pubblici svaghi cittadini nei giorni che precedevano la Quaresima. Il documento ufficiale che conclama il Carnevale universale solennità risale addirittura 1296 quando il Senato della Repubblica dichiarò festivo l’ultimo giorno della Quaresima. E ciò nondimeno il Carnevale ha tradizioni molto più antiche che rimandano ai culti ancestrali del passaggio dall’inverno alla primavera, vedi i Saturnalia latini o i culti dionisiaci per i quali il motto era “Semel in anno licet insanire” (“Una volta all’anno è lecito non avere freni”). Una festa che per un breve tempo avvicinava le oligarchie veneziane e le classi dirigenti latine ai ceti più umili concedendo loro di diventare, per un breve periodo dell’anno, simili a loro e di poter burlare pubblicamente i ricchi e i potenti coprendosi il volto con una maschera. Una valvola di sfogo magari atta anche a controllare le tensioni sociali.

Ma basta divagare e torniamo invece subito al bel romanzo giallo di Lanzotti. Durante il carnevale del 1753, il Duca – o meglio Alvise Geminiani, senatore spesso membro del Consiglio dei Dieci e attuale inquisitore di stato -, dà un incarico a Marco Leon, da lui posto al comando di una segreta branca dell’Inquisizione di Stato, chiamata gli Angeli Neri. Marco Leon, un tempo suo pupillo e oggi suo uomo di fiducia, deve indagare con la massima discrezione sulla morte di Giovanni Coredo, giovane patrizio unico maschio di una grandissima famiglia della Serenissima. La morte del ragazzo è avvenuta nel teatro Sant’Angelo durante la rappresentazione della Locandiera di Goldoni. Ma in quattro e quattr’otto il nostro Marco, che per il successo delle sue azioni a favore di Venezia, ormai amici e nemici definiscono il Leone di San Marco, scoprirà che quella sera a teatro, e più o meno alla stessa ora, c’era stato un duplice delitto… Tra le due vittime tuttavia: Giovanni Coredo e un certo Flamini, attore della compagnia, apparentemente non esistono plausibile legami. La drammatica morte quindi di due persone la stessa sera e nello stesso luogo sarebbe solo una coincidenza? Sì, parrebbe… Oppure? Oppure si tratta di due pedine che fanno parte dello stesso gioco? E quale potrebbe essere il ruolo di una delle famiglie più importanti di Venezia in questa vicenda?

Le indagini procedono, a tentoni all’inizio, tra interrogatori dei vari testimoni presenti in teatro quella sera e svariati ventagli di accuse che fanno intravedere un largo spettro di possibili colpevoli. E tuttavia qualcosa non quadra perché il caso incanalandosi tra inseguimenti in gondola e agguati, assume man mano tratti sempre più complessi e pericolosi. E, come se non bastasse, il capo degli Angeli Neri deve anche guardarsi le spalle: vecchi nemici sono in agguato, si mettono di mezzo e intralciano il suo lavoro. Ma Leon non demorde e, nonostante i tristi incubi che lo perseguitano, sempre spalleggiato dai suoi uomini, la sua squadra di eroici fedelissimi, non si lascia frenare. Per arrivare a scoprire e fermare chi ha architettato o supportato il diabolico castello di crimini, Marco Leon dovrà mettersi in gioco fino in fondo e rischiare la sconfitta o peggio la morte, ma grazie alle sua grandi capacità deduttive riuscirà alla fine a ricomporre tutte le tessere del complesso puzzle veneziano. Tra teatri, spettacoli di grandi e celebri commediografi, calli, canali, maschere, agguati notturni mortali e non e qualche lieve molto gradevole incursione nel dialetto, Paolo Lanzotti riesce a trasferirci, per il tempo della lettura del suo libro, nella città più intrigante del mondo quando era ancora la Serenissima, prima del suo lento ma ineluttabile declino. Una città che doveva difendere a ogni costo il prezioso tesoro di artigianali conoscenze delle sue maestranze, quali i soffiatori di vetro unici al mondo. Ma anche una città dove il quotidiano di commercianti, servitori, schiavi e di tanti bambini abbandonati che contavano peggio di nulla si scontrava con la sfolgorante, esibizionistica, sfrenata ricchezza e talvolta orrenda depravazione.

Patrizia Debicke


Lo scrittore:
Paolo Lanzotti è nato a Venezia e si è laureato in filosofia all’università di Padova. Lettore onnivoro, con predilezione per la divulgazione storica e quella scientifica, ama la musica classica e il teatro di prosa. È autore di diversi romanzi gialli e di alcuni libri per ragazzi.