Editore Salani / Collana Le Stanze
Anno 2022
Genere Triller
352 pagine – brossura e epub
Ditemi la verità: quanti di voi lettori hanno nostalgia dei commissari o degli ispettori di un tempo? Il Commissario De Vincenzi di Augusto De Angelis, l’investigatore Nero Wolfe di Rex Stout, il detective di Raymond Chandler Philip Marlowe, il commissario Maigret del sempiterno Simenon…
Ebbene, sicuramente ora abbiamo personaggi altrettanto incisivi e si può contemplare un assortimento variegato di ispettori, investigatori, commissari che potremmo riempire pagine e pagine. Ma, diciamola tutta, quando si trovano romanzi nei quali l’occhio si orienta verso altri personaggi ma, soprattutto, verso diversi punti di vista ecco che l’interesse aumenta.
Questo e altro mi è successo durante la lettura del libro di Igor De Amicis, O’ regno, un romanzo corale – come si suol dire – in cui, come scrive Sandrone Dazieri, troviamo il sapore della verità e non fa sconti a nessuno.
De Amicis è Dirigente Aggiunto di Polizia Penitenziaria, vicecomandante di una Casa circondariale e se è vero il detto che bisogna scrivere di ciò che si conosce, si intuisce fin dall’inizio della storia che l’autore si muove in acque a lui familiari e lo fa con quella confidenza che porta a entrare nelle menti mafiose e muoversi come farebbero loro.
Igor ci porta a scoprire un mondo sommerso nel quale legge e crimine non vanno a braccetto, ma si tollerano e sopportano come farebbe una coppia divorziata con figli. Non vivono insieme, ma hanno comunque un rapporto più o meno civile per il bene della prole.
E di famiglia parliamo in questo romanzo: c’è Don Ottavio, ‘O Preziuso, un rispettato capoclan, latitante da cinque anni e lontano dagli affari, dalla famiglia, dal potere. Un blocco monolitico di volontà e cattiveria, assolto per non aver commesso il fatto, è pronto a rientrare e riprendere da dove aveva lasciato. Tra i giovani, c’è grande entusiasmo alla notizia della fine del suo esilio e sono pronti ad armarsi e fare parte del suo esercito. Tra i vecchi, invece, c’è il timore che il rientro del mafioso possa essere l’inizio di una guerra tra bande. Metti un padre, un figlio, una moglie – o quel che rimane – ed ecco che il libro prende forma.
Sì, perché in questo romanzo partecipano tutti attivamente alla sua realizzazione: ed ecco che Donna Rosaria, ex moglie di Don Ottavio, vuole il suo spazio, avendo gestito gli affari in assenza dell’uomo. Ed ecco che Achille, ‘O Pescitiello, finito in carcere per colpa di suo padre e avendo imparato a essere un camorrista violento e pericoloso, cerca il suo momento di gloria che non vuole dividere con altri.
O’ Regno, così veniva soprannominato il mastodontico caseggiato di tredici piani, un insieme di appartamenti, corridoi, cortili che si dipanavano e nascondevano crimini e segreti. E in quegli anfratti si decideva il destino di tutti. In questo romanzo, come scritto all’inizio, De Amicis decide di evadere dalle proposte elitarie di osservare il crimine dal piedistallo del poliziesco e invece addentrarsi all’interno delle origini del Male e dai personaggi dai quali trae linfa, nutrimento, senza che questo influisca sul lettore, che sarà sempre dalla parte giusta. Non illudetevi, anche in presenza di un re e di una regina, questa non è una favola. È vita reale. E De Amicis sa plasmare la materia scrittura e darle forma.
I segreti non esistono, sono solo un’illusione, un manto impalpabile pronto a sfaldarsi per mostrare la verità. Sono fatti per essere svelati, scoperti, sussurrati, traditi. A volte per ambizione o idiozia a volte per avidità, o ancora più spesso per semplice vendetta.
Cecilia Lavopa
Lo scrittore:
Igor De Amicis è Dirigente Aggiunto di Polizia Penitenziaria, vicecomandante di una Casa Circondariale. È autore, insieme a Paola Luciani, di alcuni fortunati libri per ragazzi pubblicati da Einaudi. Per il pubblico adulto ha scritto La settima lapide, tradotto in Germania, Giappone, Spagna e Sud America.