Diego Collaveri – I delitti di Livorno. Il commissario Botteghi e l’omicidio del barone Corridi

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Editore Frilli / Tascabili noir
Anno 2022
Genere Giallo
244 pagine – brossura e epub


Il nuovo capitolo della serie con protagonista il commissario Botteghi si apre con l’omicidio del barone Corridi, siamo a Livorno nel 1867. Ed è da lì che si dipana la storia che porta ai giorni nostri e che vedrà coinvolto in una nuova indagine il nostro commissario.
Non sta attraversando un bel periodo, anzi. Le varie vicissitudini che ha attraversato lo hanno portato a tagliare i ponti con il mondo esterno, a chiudere ogni porta e a non permettere a nessuno di varcarle quelle porte.

“Il mio rapporto con tutto ciò che avevo intorno era cambiato. Provavo talmente tanta rabbia e rassegnazione da avvelenare ogni interesse verso tutto ciò che mi circondava. Bere mi aiutava a dimenticare; mi regalava quell’incoscienza capace di farmi scordare momentaneamente ogni tormento. Mi sentivo sconfitto: come poliziotto e come uomo.”

In questo difficile stato d’animo viene avvicinato da una donna, Francesca Sannucci, che gli chiede di indagare sulla morte di Giacomo Valenti, con il quale aveva instaurato una relazione. Era stato investito da un pirata della strada mentre era a correre, ma la donna è convinta che lo abbiano ucciso di proposito.
Il Valenti era un operaio addetto alla manutenzione delle aree verdi del comune. I due si erano conosciuti on line perché l’uomo vendeva degli oggetti appartenuti al barone Corridi. E qualche giorno prima dell’incidente l’uomo aveva affidato alla Sannucci un diario appartenuto al barone dicendole che conteneva un gran segreto.
La Sannucci vuole scoprire cosa sia successo in realtà e si rivolge proprio al commissario Botteghi.
Qual è il legame tra l’omicidio del barone avvenuto nel 1867 e il diario che pare contenere un segreto finito nelle mani del Valenti?

Botteghi inizialmente non ne vuol sapere, sta appunto vivendo un periodo complicato, non ha né la forza e né la voglia di svolgere il suo lavoro, tutto gli sembra così lontano e distante, ha paura del male che può fare agli altri, alle persone a lui care. Anche i suoi fidati collaboratori, Busdraghi e Mantovan, non lo riconoscono più. E’ sfuggente, non collaborativo, non c’è più all’interno del loro ufficio quell’armonia che è sempre stata la formula vincente.
Con Su Chen Lu, che gestisce il ristorante cinese Mamma Lu, ha intrecciato un’amicizia nata dopo averla aiutata a salvarsi da un complotto ordito da un boss emergente della mafia cinese. Anche lei cerca di infondergli quella forza che gli manca. In fondo è quello che fanno le persone che gli sono vicine, riportarti a credere in se stesso e a pensare che c’è una soluzione ai problemi che lo stanno affliggendo, che per quanto scura possa essere la strada percorsa, la luce dell’amicizia possa mostrare una prospettiva diversa.
E poi c’è Vittoria De Marco “una collega con cui avevo iniziato una relazione prima di troncarla su due piedi per non farla inghiottire dal vortice di guai che mi trascinavo dietro.”

Ha tagliato fuori dalla sua vita anche lei, senza nessuna spiegazione, ferendola, senza darle nessuna possibilità di capire.
Un’altra cara amica è Mariella, la titolare del ristorante La boa. Il ristorante è il luogo in cui spesso il commissario va a rifugiarsi, coccolato dall’amicizia di Mariella e dal suo buon cibo. Botteghi si è allontanato anche da lei e Mariella, in una serata in cui vede ritornare il commissario, gli ribadisce il concetto che gli sarà sempre vicino, sempre ben presente. Il commissario quella sera si sente di nuovo a casa.
Insomma, deve chiedere scusa a diverse persone. Si è allontanato da tutti solo perché ha ritenuto giusto farlo, per difenderli, per non far correre loro dei rischi per dei suoi errori.
Chiede scusa a tutti coloro che gli sono vicino nonostante tutto.
La forza che arriva dalle persone che gli vogliono bene non ha eguali.
Si è trovato a vivere una situazione in cui da una parte ha voluto proteggere chi gli vuole bene, ma dall’altra è finita che li ha feriti, profondamente.

Ma gli spiragli di luce arrivano, spazi in cui infilarsi e squarciare i veli che dividono le persone. E in questo spazio, per la felicità, di Botteghi si introduce piano piano sua figlia che in qualche maniera da lontano comincia a mettere da parte il forte rancore nei suoi confronti e torna a preoccuparsi di lui. Per ora ancora a distanza, ma è pur sempre un buon nuovo inizio.
Botteghi deciderà di indagare sulla morte del Valenti e riuscirà a scoprire quello che era avvenuto nel lontano 1867, facendo luce sul legame tra il presente e il passato.
In una Livorno tanto cara al commissario e all’autore, ritroviamo una vicenda che parte dal passato e arriva al presente. Vicenda che arriva alla sua risoluzione grazie a un ottimo lavoro di squadra, all’armonia ritrovata, alla forza dei legami che legano le persone e che danno la forza di andare avanti, alla ritrovata consapevolezza che ognuno di noi ha bisogno degli altri.

Cecilia Dilorenzo


Lo scrittore:
Diego Collaveri è stato musicista e arrangiatore professionista, prima di approdare come sceneggiatore a diverse società di produzione. Docente saltuario di sceneggiatura e storia del cinema, critico cinematografico a tempo perso. Attivo nel settore editoriale sin dal 2009 con diverse pubblicazioni, tra le quali Fango (La Corte Editore) e Nel Silenzio della Notte (Mursia), ha ricevuto numerosi premi per la narrativa crime. Per Fratelli Frilli Editori è autore della saga del commissario Botteghi: L’Odore Salmastro dei Fossi, Il Segreto del Voltone, La Bambola del Cisternino, Il Commissario Botteghi e il Mago – l’ultima illusione di Wetryk, Il passato ha un prezzo.