Editore Solferino / Collana Narratori
Anno 2023
Genere Giallo
208 pagine – brossura e epub
Conoscere una città come Bologna non significa visitarla come turista o leggerla sui libri. Occorre farsi portare per mano attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta, di chi ha lottato per migliorarla, di chi ha attraversato le varie vicissitudini che l’hanno colpita, che l’hanno indebolita, ma che non sono riusciti – forse – a trasformarla.
Avvicinarsi alla “rossa, la dotta e la grassa” leggendo i romanzi di Macchiavelli è come guidare attraverso le vie e le abitudini di questa città alzando il naso all’insù e acuire i sensi, immergendosi in un’ambiente nel quale si respirano ancora oggi tradizioni, relazioni, misteri vecchi e nuovi in un miscuglio sempre piacevole.
Nonostante l’assenza del suo questurino Sarti Antonio, agente, Macchiavelli, crea un dialogo intimo con il lettore anche in questo libro che esce oggi per la casa editrice Solferino. Descritto come un romanzo “apocrita” dallo stesso autore, protagonista e io narrante della storia è Claudio Santanastasi, chiamato Santo dagli amici, il quale ha ambizioni da corridore a metà tra Fausto Coppi e Gino Bartali. Ambientazione di partenza il Portico di San Luca – pensate che risulta essere il più lungo del mondo, 3796 metri, formato da 666 arcate e 489 scalini – più precisamente la curva delle Orfanelle, nella quale avviene un fatto inspiegabile: una notte in cui Santo si sta allenando, in pausa per fumarsi una sigaretta, nel bel mezzo di un’atmosfera un po’ lunare compare una ragazza bella, giovane, sorridente. E nuda. Il suo nome è Crisantemia.
Comincia così una sorta di corteggiamento – subito raffreddato – da parte del ragazzo e di apparizioni e sparizioni della ragazza, che risulterà essere morta nel 1945, poco prima della Liberazione di Bologna. Santo scopre che in realtà è stata uccisa e a questo punto non si darà pace finché non avrà scoperto tutti i retroscena di questa storia sorta dal passato e che non potrà mai avere un futuro.
Ancora una volta, Macchia, come si firma l’autore all’interno del romanzo, ci regala una sorta di favola per adulti, popolata da fantasmi che sono un po’ lo specchio di un’epoca. Un’epoca in cui, nascondendosi dietro le ragioni (se mai ce ne fossero) di una guerra, ogni uomo si arrogava il diritto di uccidere, di saccheggiare, di commettere atti terribili senza che potesse essere perseguito dalla legge. Una legge che chiudeva gli occhi – e lo fa tuttora – sulle atrocità che ogni forma di conflitto porta a commettere o a ricevere.
L’autore ci riporta anche a una classe operaia, uomini destinati a condurre la vita dei propri padri, dei propri nonni. Nati per eseguire il lavoro manuale senza avere scampo di poter uscire da quei binari saldati e impossibili da deviare. Lo stesso Santo sa che non potrà farlo, anche se ci prova a scalzare quella certezza cercando di diventare un corridore professionista.
L’ho saputo, me lo hanno ficcato nella testa fin da piccolo; la vita è lotta, la vita è dura, la vita è sacrificio.
Macchiavelli, che questa volta scomoda i fantasmi per intrecciare questo tessuto narrativo, compie un atto coraggioso nel ricordarci un passato che perdura nel presente, di molte vittime del lavoro, della guerra, delle ingiustizie, che sono ancora tra noi, in forma di spirito come descritte nel romanzo ma ovviamente metafora della realtà, che desiderano – pretendono – verità per avere pace, giustizia per concedere (forse) il perdono. E tanti sono gli interrogativi che ancora oggi non hanno risposta.
Anche nella morte ci sono le stesse maledette differenze di classe che c’erano in vita.
Ecco, se volete conoscere questa città davvero nel suo cuore più profondo, Macchiavelli è uno di quegli autori che potrà svelarvi la vera Bologna, che non è solo quella raccontata nei libri di storia o nei depliant turistici, ma molto di più.
Gli spettri sono fatti della stessa essenza dei sogni, scrive Macchiavelli adattando il testo di William Shakespeare da “La tempesta”, e io aggiungerei che ci muoviamo come spettri fra le pieghe di questa vita sempre troppo breve e solo i sogni ci possono concedere la speranza di migliorare il nostro futuro attraverso la verità.
Ancora una volta l’autore usa un linguaggio all’apparenza leggero, innocuo (come scrive lui), ma non bisogna mai sottovalutare la potenza delle sue storie.
Cecilia Lavopa
L’autore sarà questa sera alle Librerie Coop Ambasciatori in compagnia di Grazia Verasani e Stefano Tura. Qui sotto la locandina:
Lo scrittore:
Per la biografia consultate il sito di Loriano Macchiavelli