Philip Wylie e Bernard A. Bergman – Delitti d’Èlite. Un crimine letterario

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Editore Settechiavi / Collana Zeiss
Anno 2023
Genere Giallo
180 pagine – brossura
Traduzione di Laura Bernaschi


Prima pubblicazione per la nuova giovanissima casa editrice viterbese Settechiavi.
Il debutto tra gli editori è con l’uscita di un romanzo pubblicato solo negli Stati Uniti nel 1935 a opera del duo Philip Wylie e Bernard A. Bergman. Nella sua prima uscita negli Stati Uniti, il libro uscì in pochissime copie e in forma anonima. Ricevette diverse recensioni molto positive su rubriche di giornali e riviste dedicate alla narrativa poliziesca, ma in tutto vendette 2.984 copie tra l’11 marzo 1935 e il 30 giugno 1937.
Altre recensioni vennero scritte anni dopo fino ad arrivare al 1969, dove a Jerry Ward fu commissionata la stesura di una sceneggiatura per farne un film, che non verrà mai alla luce. Però questo diede modo a Ward di scoprire l’identità dell’autore. Acquistando una copia del libro, quasi introvabile, il suo libraio ne scovò uno usato con un autografo sul frontespizio.

Il libro è piccino, poco più che un racconto. Infatti è di poco sotto le duecento pagine. È un giallo molto ben fatto e ha decisamente una trama molto originale.
Quando il critico di gialli Wendell Hyat viene trovato morto, riverso in una doccia, con un ghigno gelido, in occasione di un tè letterario che serviva da presentazione del suo ultimo libro, Da Poe alla pletora (sottotitolo: Quando G.K. Chesterton, S.S. Van Dine, Sax Rohmer e Dashiell Hammett si ritrovarono alle prese con un omicidio), il sergente della polizia Michael “Mike” O’Casey, si ritrova con una lista infinita di sospettati.
Ma non solo. Fra gli invitati del tè letterario vi figurano quattro grandi famosi giallisti che si intestardiranno a voler a tutti i costi indagare sull’omicidio.

I personaggi in questione sono niente meno che G. K. Chesterton autore dei libri di Padre Brown, S. S. Van Dine (pseudonimo di Willard Huntington Wright) autore dei libri di Philo Vance, Sax Rohmer (pseudonimo di Arthur Henry Sarsflield Ward) autore dei libri sul criminale Fu Manchu, e Dashiell Hammett autore dei libri sui personaggi di Continental Op e Sam Spade nominati proprio dal critico letterario nel sottotitolo del suo libro.
Come è prevedibile, ogni scrittore vuole svolgere la propria indagine personale, utilizzando il “modus operandi” del personaggio in cui si identifica. Quindi per Chesterton sarà padre Brown, per Van Dine sarà Philo Vance, per Sax Rohmer Fu Manchu e per Hammett, oltre che scrittore anche investigatore, sarà quello di tirare fuori la sua pistola in ogni momento.

La trama si evolve grazie all’interazione dei quattro detective con il detective O’Casey e con l’attore John Ballantine, che è anche il narratore della storia.
Nella casa, tra gli invitati, figurano anche altri personaggi di spicco del mondo reale riconoscibili. Alcuni Vanderbilt, qualche Astor, George Gershwin e altri inventati di sana pianta come lo stesso John Ballantine e il detective O’Casey.
Ci troveremo così a rincorrere eventuali assassini che ogni scrittore penserà di riconoscere, utilizzando i metodi investigativi delle loro creazioni, arrivando al colpo di scena finale, che farà crollare il muro di carta creato dagli stessi scrittori.
Per essere un romanzo del 1935 devo dire che ancora funziona, e molto, molto bene. L’intreccio costruito dai due autori è piacevole. Si passa da una storia all’altra, da un indizio all’altro, che poi si rivelano insufficienti, oppure vengono soppiantanti da altro. Ognuno degli scrittori rincorre la sua verità, pensando che la “sua” sia quella vera e giusta. Ognuno avrà modo di accusare qualcuno e gli altri penseranno a smontare le accuse dicendo la propria. Fino all’epilogo finale, con il colpo di scena, che nei gialli seri non manca mai.

È una vera parodia, escogitata benissimo dai due autori che ci fa pensare che conoscessero bene le opere dei quattro grandi autori di gialli.
Le loro caratterizzazioni sono esasperate, ma accurate. Il libro è una lettura piacevole, e la sua attrattiva sta nelle situazioni intriganti e divertenti che si vengono a creare durante le investigazioni, piuttosto che in qualche elemento di suspense.
Consigliato!

Silvia Marcaurelio


Gli autori:
Philip Gordon Wylie è nato a Beverly, nel Massachusetts, nel 1902 ed è morto nel 1971. Scrittore di narrativa e saggistica, ha firmato centinaia di racconti, articoli, periodici, colonne di giornali, romanzi e opere di critica sociale. Ha anche scritto sceneggiature mentre era a Hollywood, è stato editor Farrar e Rinehart. La maggior parte dei suoi scritti contiene punti di vista critici, sebbene spesso filosofici, sull’uomo e sulla società, come risultato del suo interesse per la psicologia, la biologia, l’etnologia e la fisica. Oltre nove film sono stati tratti da suoi romanzi o racconti.

Bernard A. Bergman