Anne Holt (1958), avvocato, giornalista e dal 1996 al 1997 ministro della Giustizia norvegese, è una delle piú importanti scrittrici di gialli scandinavi. Le sue due serie, quella incentrata sui detective Johanne Vik e Yngvar Stubø, nonché quella con protagonista l’ispettore di polizia Hanne Wilhelmsen, hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo. Della prima serie Einaudi Stile Libero ha già pubblicato Quello che ti meriti, Non deve accadere, La porta chiusa, La paura e Il presagio; della seconda, La dea cieca , vincitore del Premio Riverton per il miglior giallo norvegese dell’anno, La vendetta, L’unico figlio, Nella tana dei lupi, Il ricatto, La ricetta dell’assassino, Quale verità, Quota 1222, La minaccia, La condanna e Il manoscritto. Con La pista,La tormenta e Lo sparo ha preso il via una nuova avvincente serie gialla, con protagonista l’avvocata Selma Falck.
Sarà disponibile da domani in libreria il suo romanzo “Il manoscritto. Il ritorno della detective Hanne Wilhelmsen”, edito da Einaudi, di cui vi riportiamo la trama:
Per Hanne Wilhelmsen, costretta da tempo in sedia a rotelle e da anni in uno stato di esilio autoimposto, le strade rese silenziose dalla pandemia sono un dono. Oslo è di nuovo la sua città. Cosí quando l’agente Henrik Holme le chiede aiuto per un caso – una donna è stata ritrovata nuda nel bagagliaio di un’auto, il corpo intatto, il viso irriconoscibile – Hanne accetta. Nel frattempo la giovane editor Ebba Braut deve rintracciare l’inestimabile manoscritto perduto dell’autrice piú celebre e venduta del Paese. E anche lei finisce per rivolgersi a Hanne Wilhelmsen, che ha recentemente proposto il suo primo romanzo poliziesco alla sua casa editrice. Cosí, proprio mentre il mondo si ripiega su sé stesso, Hanne torna alla vita, e a quel che sa fare meglio di chiunque altro: indagare. E scoprire i colpevoli.
Eli Schwartz aveva dichiarato che probabilmente non c’erano altre copie. Non poteva essere. Era senza dubbio un mito. Gli scrittori erano capaci di inventare di tutto per rendersi interessanti. Come l’idea di non usare un computer, ma un’antiquata macchina per scrivere. Non doveva essere vero neanche quello. L’undicesimo libro di Kate Howe era stato acquistato per ingenti somme di denaro da editori di tutto il mondo. A scatola chiusa. Era una pila di fogli di enorme valore. Doveva esistere una copia.