Salvatore Frasca – Un modesto gioco di parole

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Editore Laurana
Anno 2022
Genere Giallo
222 pagine – brossura e epub


L’ispettore Ettore Falconara, ultimo virgulto dell’aristocratica schiatta dei conti Ribera Olivarella della Falconara che, prima di morire lasciandolo orfano a sette anni, hanno dilapidato al gioco tutte le sostanze famigliari, visto il fallimentare stato delle finanze domestiche e l’imperativo bisogno di guadagnare è entrato in Polizia.
Fa parte infatti delle forze dell’ordine di Santacroce Mamertina per mere necessità economiche: il suo motore e spinta verso l’impiego fisso statale è stato Ludovico, lo zio Vescovo, anche lui di nobili lombi e ben ammanigliato presso la curia della Sicilia Orientale. Grazie alle sue buone parole e alla divina raccomandazione dello Spirito Santo, Ettore infatti era riuscito a laurearsi in giurisprudenza e a superare le dure selezioni per arruolarsi. Scelte però imposte e certamente non sue.

Infatti Falconara, appassionato solo di cruciverba, poco portato al lavoro e all’attività investigativa, nonostante una parentesi milanese per riscattarsi in parte della sua inettitudine, tornato in Sicilia, non fa altro che arrivare puntuale in ufficio ogni mattina, che poi trascorre, avviluppato saldamente nella sua ipocondria, facendo solo le parole crociate o ascoltando svogliatamente musica in attesa di Luciano Onder e del suo Medicina 33. Ipocondria la sua che, convincendolo di essere afflitto delle peggiori patologie, gli fa ambire solo una risonanza magnetica.
Per il resto la sua vita scorre praticamente sempre uguale. Cattolico praticante, si lascia coinvolgere solo in pochi eventi sociali cittadini ai quali partecipa con diffidenza e di malavoglia e convive con la zia Teresa, detta Titti, bella e disinibita quarantenne dai capelli rossi a Villa Ginostra, imponente ma malandata villa di famiglia, onore e vanto della casata.

A spezzare la tediosa routine di Falconara arriverà una misteriosa telefonata con un notturno appuntamento al buio in un bar della periferia cittadina. Scoprirà che il suo misterioso interlocutore è tale Perciabosco, padrone del locale. L’uomo è convinto che proprio a Santacroce, stia accadere qualcosa di inquietante e molto grosso. Tanto grosso da mettere in guardia la polizia. Insomma per la prima volta nella sua vita Falconara si impegnerà a fondo in un caso. Un caso che potrebbe dare una svolta alla sua carriera, ma e soprattutto scoprirà che il suo lavoro può essere anche in grado di appassionarlo. E magari spingerlo a superare i propri limiti.
Nel condurre l’indagine infatti, barcamenandosi come può tra sovrapposizioni, false piste e plausibili ipotesi di scala internazionale, comincerà a superare con sincera incredulità la sua congenita apatia, a scoprire quella parte di sé dotata di sano humour che non sapeva di avere e a credere in se stesso e nelle proprie capacità investigative.
Dimenticherà i rimpianti, la perenne tristezza, l’angoscia che l’affliggeva, smettendo di vivere in quel passato che gli pesava come un macigno e immergendosi a capofitto e senza remore nel presente.

Con i suoi numerosi personaggi a tratti volutamente macchiettistici ma ben inquadrati quali: Zia Teresa e lei sola occupa brillantemente la scena, Lucia Salemi, medico curante , innamorata ma ignorata dal nostro ispettore, dispensatrice di ricette ma che rifiuta di prescrivergli la risonanza, poi, citando per merito, l’impagabile Mallus commissario milanese e Zaffaroni il suo omologo argentino, senza dimenticare la bella e ammaliatrice dottoressa Marisa Pergola, superiore diretto di Falconara, “Un modesto gioco di parole” di Salvatore Frasca si snoda con brio, avvalendosi di un continuo e scherzoso uso di metafore.

Un giallo insomma effervescente, spiritoso, sottile e vivace, con sufficiente suspense da offrire una trama di piacevole lettura e tante minuziose descrizioni, di persone fatti e luoghi che danno agio al lettore di entrare tranquillamente nella storia e ambientarsi.

Patrizia Debicke


Lo scrittore:
Salvatore Frasca è nato a Messina nel 1969. Laureato in Scienze Politiche, ha lasciato l’Italia per l’estero, dove è rimasto per 21 anni, misurandosi in varie esperienze lavorative. Ha vissuto a Barcellona e Londra. Oggi risiede a Monza ma quando può torna a Milazzo, il paese a cui è affettivamente legato. Da dieci anni lavora nel campo della sperimentazione clinica.