Editore Keller / Collana Passi
Anno 2023
Genere thriller
271 pagine – brossura e epub
Titolo originale: Debjutant
Traduzione dal russo di Rosa Mauro
Sergej Lebedev, nominato dal prestigioso New York Review of Books come “miglior giovane autore russo” e nominato per il Russian Booker Prize, torna nelle librerie italiane con il terzo romanzo pubblicato da Keller e tradotto da Rosa Mauro, dopo “Il confine dell’oblio” (2018) e “Gente d’agosto” (2022).
Il protagonista di questo libro è il professor Kalitin, un chimico che ha sviluppato, durante gli anni dell’Unione Sovietica, un veleno efficacissimo e praticamente impossibile da rintracciare, da lui battezzato “Debuttante”; questo, tra l’altro, il titolo del romanzo in lingua originale. Dopo il crollo dell’URSS, si trasferisce altrove sotto falsa identità portando con sé una fialetta del veleno che, nel frattempo, ha reclamato anche la vita di sua moglie, fatto che lui vede come un semplice ostacolo nei suoi esperimenti. Quando il Debuttante viene utilizzato in un omicidio, i servizi segreti russi mandano due assassini esperti e spietati, Šeršnev e Grebenjuk, a cercare il professore per liberarsene, usando tra l’altro proprio il Debuttante.
Il romanzo alterna capitoli focalizzati su Kalitin, incentrati soprattutto sui suoi ricordi del passato, degli studi, degli esperimenti, ad altri più brevi con protagonista Šeršnev che, dopo un’introduzione alla sua personalità, ci accompagna nel viaggio, lungo e irto di imprevisti, fino al villaggetto nel quale il professore vive. Interessante anche come, nelle parti dedicate alla vita del chimico, non sempre la sequenza temporale è rispettata; proprio come nei racconti personali di un uomo ormai avanti con gli anni, che si perde nelle sue memorie.
Diciamo la verità: se cercate un thriller pieno di azione, siete nel posto sbagliato. Questo “Il veleno perfetto” è un romanzo che si prende il suo tempo, un libro che si permette di distrarsi per guardare il passato, per tirare il fiato. Anzi, forse è per la maggior parte un flashback, nello specifico sulla storia di Kalitin. Anche quando, verso la fine, ci si aspetterebbe un ritmo più elevato, dato che i nodi stanno per venire al pettine, ci sono dei momenti di rallentamento nei quali l’autore sembra strizzarci l’occhio, quasi a prenderci in giro bonariamente, certo consapevole delle aspettative della maggior parte dei lettori che si diverte a disattendere: noi ci aspettiamo un finale pirotecnico, come succede in molti romanzi di spionaggio, e Sergej Lebedev sembra volercelo negare. Ovviamente non vado a raccontarvi come finisce il libro, ma aspettatevi sorprese. Più di una, e non solo nella trama.
Una cosa che, almeno nelle prime pagine, può forse mettere in difficoltà il lettore casuale è il linguaggio usato; la mia mancanza di conoscenza della lingua russa non mi consente di sapere se si tratti di una scelta dell’autore, fedelmente e professionalmente riprodotta in sede di traduzione, ma lo suppongo. Comunque sia, è necessario “fare l’abitudine”, in un certo senso, a determinate espressioni elaborate, a un ritmo di narrazione fin troppo pacato, a passaggi volutamente piuttosto contorti.
“Il veleno perfetto” non è un romanzo per una lettura rapida, casuale, un libro che possiamo abbandonare sul comodino per riprenderlo dopo qualche giorno ritrovandoci immediatamente catapultati nel fitto degli eventi. Si tratta di una storia che richiede un piccolo sforzo da parte del lettore, un po’ di attenzione. Ma che ripaga appieno tale sforzo.
Marco A. Péiva
Lo scrittore:
Sergej Lebedev, giornalista e scrittore, è nato a Mosca nel 1981. In qualità di geologo ha partecipato per sette anni a spedizioni nell’estremo Nord della Russia. In Italia si è fatto conoscere con Il confine dell’oblio (Keller, 2018), un viaggio a ritroso nel passato dei gulag di grande forza letteraria che è stato tradotto in numerose lingue con ottimi riscontri di critica.