Editore Piemme
Anno 2023
Genere Giallo
304 pagine – brossura e ebook
“Ucci ucci, sento odor di bei librucci!”
È possibile avere scoperto questo autore, Aldo Pagano, e questo bel personaggio, Emma Bonsanti, solo ora? Certo, perché anche un lettore compulsivo di gialli e noir non può umanamente arrivare a conoscere tutti. Ma – come diceva il maestro Alberto Manzi tanti anni fa – non è mai troppo tardi.
Ed ecco che mi tuffo in questo nuovo autore e scopro un mondo. Perché mi piacciono i protagonisti della sua storia, l’ambientazione, e soprattutto lo stile!
La location: Bari. Quasi esclusivamente una Bari-bene, fatta di benessere, belle case, vita privilegiata.
I protagonisti: il sostituto procuratore Emma Bonsanti, donna tormentata e fragile, la cui vita privata scorre parallelamente al caso di cui si sta occupando.
Il sovraintendente capo della polizia Michele Lorusso, totalmente diverso nel carattere, nei metodi di lavoro, ma che con lei lavora in sintonia. E che è legato a lei da una sincera amicizia.
Anche la vittima, Giorgio De Santis, è protagonista dalla prima all’ultima pagina, perché ci sarà svelato a poco a poco, in tutte le sue sfaccettature, nel corso dell’indagine.
Poi, tanti altri personaggi di contorno, tutti importanti, tutti ben delineati.
Il caso.
Emma Bonsanti viene chiamata presso un capannone dismesso dove la notte si è svolto un rave-party. A terra giace il corpo senza vita di Giorgio De Santis, dopo un volo dal tetto di dieci metri. Appartenente alla buona borghesia barese, molto intelligente, futuro notaio, fidanzato con una bellissima ragazza. Che motivo poteva avere per suicidarsi?
Perché tutto fa pensare a un suicidio; però tutti gli amici più intimi, pur accennando a una sua depressione altalenante, escludono questa ipotesi.
Allora, disgrazia? È chiaro che la polizia deve indagare in tutte le direzioni, non ultima quella dell’omicidio, per quanto improbabile possa essere.
Si comincia con l’interrogare tutti quelli che facevano parte del mondo di Giorgio: dai genitori, alla fidanzata, all’amica del cuore, ai giovani con cui trascorreva le serate e il suo tempo libero. Da qui, cominciano a emergere tanti lati sconosciuti che rimandano a un’immagine diversa del ragazzo.
Per esempio, si scopre che coltivava in segreto una specie eccellente di marijuana, (l’Erba d’annata del titolo) molto ambita da tutti, che gli era valsa anche minacce e un pestaggio da parte di un boss malavitoso…
Si scopre che non voleva fare il notaio, ma aveva altre aspirazioni di cui pochi erano a conoscenza. Si scopre – e questo è tragico – che i genitori, come in troppe famiglie al giorno d’oggi – non lo conoscevano affatto.
Mentre si scava nelle vite, non solo di De Santis, ma di tutte le persone che ruotavano intorno a lui, scorre la vita privata di Emma, che è una storia parallela, profonda e coinvolgente.
La donna ormai matura sta vivendo un momento di forte fragilità che le rende faticosa la concentrazione sul lavoro, anche se il caso a poco a poco la assorbirà a tal punto da darle uno scossone salutare e proficuo.
La sua storia con un amore passato, travagliato e con aspetti poco chiari, ritorna prepotente – la lingua batte dove il dente duole, si dice – ed Emma vorrebbe capire questi lati oscuri, vorrebbe rispondere a dei perché rimasti insoluti. L’amore presente non è più facile, perché il suo uomo non sa decidersi fra due donne, e questo è un secondo motivo di tormento per Emma.
Intorno, la buona società Barese; quella costituita da famiglie ricche o nuove arricchite, amiche da sempre, con i figli che frequentano locali esclusivi, stanno fra loro e parlano tutti con lo stesso gergo. Gergo che fa sentire Emma Bonsanti di un altro pianeta, non solo di un’altra generazione!
Un mondo dove le apparenze parlano di gente felice, appagata, che “si vuol bene”, che non ha nulla da desiderare, né da nascondere; un mondo, in realtà, fatto di finzioni, di bugie, di segreti, di rancori.
Un mondo non “bene” ma “male”!
Ultimo: lo stile. Particolarissimo, mai trovato finora. Molto scorrevole, all’inizio spiazzante per l’abitudine di intercalare con frasi composte da una sola parola. Una congiunzione, spesso. È un modo di scrivere diverso, molto efficace , una volta che si è entrati nell’ordine di idee. E che si assimila in fretta, perché si scopre che rende benissimo ciò che l’autore voleva esprimere.
Grande introspezione psicologica, dunque, in questa vicenda affascinante piena di umanità e spesso di dolore, di situazioni irrisolte, di fragilità nascoste, che ci fa sentire vicini i vari protagonisti, quasi li conoscessimo in carne ed ossa.
Promosso con lode.
Rosy Volta
Lo scrittore:
Nato a Palermo nel 1966, Aldo Pagano ha vissuto a lungo a Roma, Bari, Milano, Como. Ex giornalista ed ex sommelier, fra le tante altre cose che ha fatto gli piace ricordare gli anni nelle pubbliche relazioni e il lancio di un fichissimo chiosco da spiaggia. La protagonista di Motivi di famiglia, il pubblico ministero Emma Bonsanti, è apparsa anche nel suo primo romanzo, La trappola dei ricordi, pubblicato nel 2015 da Todaro e in corso di ripubblicazione per Piemme.