Livia Sambrotta – Cristallo

270

Editore SEM
Anno 2024
Genere Thriller
400 pagine – rilegato e ebook


Chalet Cristallo è una suite di lusso completamente realizzato in vetro e legno inserita in un folto bosco del Cadore nei pressi di Domegge in cui hanno deciso di trascorrere un mese di vacanze Rachele e suo marito Max.
Lei fotografa affermata e conosciuta a livello internazionale soprattutto per la peculiarità dei suoi scatti poiché Rachele fotografa solo fratelli. Lui architetto affermato e noto per il tocco “invisibile” con cui realizza le sue soluzioni di design.
Dopo un anno intenso lavoro decidono di dedicarsi a un mese di totale relax fuori dai suoni di Milano e immersi totalmente nella natura se non fosse che in questi luoghi Rachele è nata e ha vissuto i traumi più violenti della sua vita.
La vacanza per Rachele si rivela un incubo sin dai primi giorni e culminerà il giorno di ferragosto con il massacro che porterà alla morte di suo marito, di alcuni amici e con il tentato omicidio della stessa.

Il romanzo si divide in due parti. La prima a sua volta è organizzata in tre plot: uno, in corsivo, è narrato in prima persona da Rachele che ha dieci anni e le parti narrate sono di una dolcezza incredibile sia per l’innocenza dei pensieri della Rachele bambina sia per l’immediatezza degli stessi, avulsi da ogni filtro. Il secondo è esposto come un diario in cui l’autore o autrice, che si firma R., raccoglie informazioni e notizie relative alla strage avvenuta allo Chalet. Infine il terzo è la voce narrante che racconta cronologicamente ciò che avviene nei giorni precedenti il 15 agosto “di sangue”.

Guarda l’incontro con l’autrice, a cura di Cecilia Lavopa

Nella seconda parte del libro il registro cambia: lo spazio viene occupato prevalentemente dalle indagini. Il co-protagonista è il colonnello Denis Bogo del comando provinciale di Belluno chiamato a indagare sul caso. Dall’inizio della seconda parte la narrazione è incalzante, si arricchisce di elementi che possono sembrare chiari ma che mescolano e aggrovigliano le varie storie portando in confusione non solo il colonnello Bogo ma anche il lettore.

Al di là della storia, la Sambrotta ha curato tutti gli aspetti del romanzo. Ha dato molto spazio alla location, il Cadore, che ha descritto con dovizia di particolari al punto che diventa impossibile non rimanere affascinati dalla bellezza di questa parte delle Dolomiti in cui la natura è padrona e crea nel lettore suggestioni uniche. Ha dato personalità e pregnanza all’aspetto psicologico dei tanti personaggi, molto diversi e soprattutto molto attuali. Ho ritrovato molto dei miei anni trascorsi al nord, in cui le città anche le più piccole, parlano più lingue e gli abitanti portano con loro le origini e le speranze di migliorarsi. Nel “manipolare” i personaggi, l’autrice mi ha “felicemente” ingannato dandomi delle sensazioni che poi ha demolito.

Mi ha portato a nutrire insofferenza verso Rachele, per me troppo proiettata su se stessa fino a renderla quasi insopportabile per via delle sue manie per poi indurmi ad avere dubbi e ripensamenti su tutto: mi sono resa conto di non aver capito nulla e cosa ancor più sorprendente, e per me molto interessante, è stato scoprire l’altro e il suo altrove ovvero il suo essere nato e vissuto altrove. La Sambrotta lo fa con i titolari del bar di Domegge che sono di origine albanese, lo fa con Jim, il marine statunitense in missione e lo fa con un personaggio che mi è piaciuto tanto: Oliver. Oliver è di origine libanese e mi ha colpito quanto ciò che per noi è scontato, come la libertà, per chi vive da un’altra parte del mondo non lo sia e addirittura assume valore inestimabile.

Luciana Fredella


La scrittrice:
Livia Sambrotta pubblica nel 2015 il primo romanzo noir Amazing Grace, seguito due anni dopo da Tango Down, che è stato selezionato tra i finalisti al Festival Giallo al Centro Rieti e ha ricevuto la Menzione Speciale al Festival Garfagnana in Giallo. Attualmente lavora a Milano per la società internazionale UCI Cinemas come coordinatore della promozione per il sud dell’Europa.