Stephen King – You Like It Darker – Salto nel buio
Editore Sperling & Kupfer
Anno 2024
Genere racconti e romanzi brevi – horror/thriller
532 pagine – rilegato e ebook
Titolo originale You Like It Darker
Traduzione di Luca Briasco
Una premessa: questa recensione si basa sulla lettura della versione originale, in inglese, del libro
E ci risiamo. Il prolifico e sempre seguitissimo Stephen King torna, puntuale come ogni anno, stavolta con un’antologia di dodici storie di lunghezza varia, alcune delle quali già edite in varie riviste o collezioni. Vado ad accennare, più o meno in breve, a ognuna di esse.
“Due bastardi di talento” (“Two Talented Bastids”). Un insegnante va in pensione per prendersi cura dell’anziano padre, un romanziere di successo nato in un paesino del Maine. Curioso il fatto che anche un suo caro amico ha avuto molto successo, ma come artista. Nella storia, scopriamo come i due sono stati baciati dalla buona sorte.
“Il quinto passo” (“The Fifth Step”). Un pensionato, seduto su una panchina di Central Park, viene avvicinato da un uomo che gli chiede di ascoltare la sua confessione, richiestagli dal programma degli Alcolisti Anonimi.
“Willy lo strambo” (“Willy the Weirdo”). Willie è un ragazzino un po’ strano, che raccoglie continuamente insetti morti. Si trova bene soltanto con il nonno adottivo, che gli racconta storie del lontano passato affermando di averle vissute di persona.
“L’incubo di Danny Coughlin” (“Danny Coughlin’s Bad Dream”). Un uomo semplice fa un sogno nel quale trova un cadavere. Recatosi nel luogo in cui ha sognato di trovare il corpo, effettivamente ne vede uno. Chiama la polizia cercando di restare anonimo, ma viene identificato e sospettato da un agente particolarmente pignolo.
“Finn” (“Finn”). FInn è un giovane molto sfortunato, tanto che, sui 19 anni di età, viene catturato a causa di uno sciocco scambio di persona e torturato.
“Lungo Slide Inn Road” (“On Slide Inn Road”). Un anziano raccoglie il figlio, con tutta la famiglia, per andare a trovare la propria sorella morente. Una scorciatoia, però, crea seri problemi alla vecchia auto dell’uomo.
“Lo schermo rosso” (“Red Screen”). Un poliziotto di New York ha qualche problema con la moglie. Niente di grave, comunque. Sul lavoro, arresta un uxoricida che insiste che la creatura che ha ucciso non era la moglie.
“L’esperto di turbolenze” (“The Turbulence Expert”). Un “esperto di turbolenze” (scopriremo dopo cosa significa) viene interrotto durante il pranzo perché deve correre a prendere l’aereo; purtroppo, sembra che abbia abbastanza paura di volare.
“Laurie” (“Laurie”). Un pensionato, rimasto vedovo, riceve in regalo dalla sorella un cucciolo di cane.
“Serpenti a sonagli” (“Rattlesnakes”). Anche questa storia, come la precedente, vede come protagonista un pensionato che ha recentemente perso la moglie. Ma questo lo conosciamo già: si tratta di Vic Trenton, il marito di Donna, protagonista di “Cujo”, romanzo del 1981 dello stesso King. Andato a trascorrere il lockdown del COVID-19 in Florida, nella casa di un amico che invece è rimasto nel nord, conosce una vicina di casa, una donna non più giovane che, decenni prima, ha perso i figli, gemelli, morsi da serpenti a sonagli. Il loro dramma comune li avvicina.
“I sognatori” (“The Dreamers”). Negli anni ’70, un reduce dal Vietnam viene reclutato come stenografo da un bizzarro scienziato che studia il sonno.
“L’uomo delle risposte” (“The Answer Man”). Poco prima della seconda guerra mondiale, un giovane avvocato che sta affrontando una difficile decisione personale incontra “l’uomo delle risposte”, un individuo che promette di dare la risposta esatta a qualunque domanda. Qualunque. Una curiosità: Stephen King ha dichiarato di avere iniziato a scrivere questa storia nel 1977.
Questi dodici racconti, tutti affascinanti, hanno una cosa in comune: i protagonisti si trovano ad affrontare qualcosa che non sanno se potranno superare. E Stephen King, con la sua solita acutezza, ci presenta i loro dubbi, le loro difficoltà, i loro problemi. E ci mostra come li superano. Se li superano.
Ma c’è un altro tema che accomuna molte di queste storie, ed è il lutto. E sì, ho controllato, la moglie di Stephen King è viva e pare stia bene. L’autore lo affronta parlandone, lo affronta con la ricerca della compagnia, lo affronta riconoscendolo e sopravvivendo a esso.
Alcuni passaggi di questo libro sembrano quasi un testamento spirituale, un messaggio di uno Stephen King settantacinquenne che vuole lasciare qualcosa ai suoi “Lettori Costanti”. Poi, ovviamente, speriamo abbia ancora un bel po’ di storie da raccontarci, ci mancherebbe altro, ma questa raccolta porta con sé una certa patina di tristezza.
Lasciando da parte queste riflessioni, sì, si tratta di un’altra uscita molto solida da parte di Stephen King, una raccolta di bei racconti, alcuni davvero splendidi.
Marco A. Piva
Lo scrittore:
Stephen King vive e lavora nel Maine con la moglie Tabitha e la figlia Naomi. Da più di quarant’anni le sue storie sono bestseller che hanno venduto 500 milioni di copie in tutto il mondo e hanno ispirato registi famosi come Stanley Kubrick, Brian De Palma, Rob Reiner, Frank Darabont. Oltre ai film tratti dai suoi romanzi, vere pietre miliari come Stand by me – Ricordo di un’estate, Le ali della libertà, Il miglio verde, It – per citarne solo alcuni – sono seguitissime anche le sue serie TV. Per i suoi meriti artistici, il presidente Barack Obama gli ha conferito la National Medal of Arts. Nel 2018 ha ricevuto il PEN America Literary Service Award.