Editore: Piemme
Anno 2024
Genere Thriller psicologico
256 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Stefano Lo Cigno
“In Giappone ci sono pochissimi medici legali, la percentuale dei casi che viene sottoposto ad autopsia non raggiunge nemmeno l’uno per cento dei corpi rinvenuti.”
Meno dell’uno per cento, più o meno la stessa percentuale di persone che vengono riconosciute innocenti in seguito a un processo penale.
Reiko è giovane, bella e avida. Lavora in un importante studio di avvocati ma la sua poca empatia rischia di rovinare la sua carriera. In una serata come altre, Reiko pensa al suo ex fidanzato e gli scrive: lei ancora non sa che Eiji, erede di una famiglia di industriali particolarmente impegnati nel farmaceutico, è morto. Di influenza, apparentemente.
Eppure, tramite un testamento alquanto bislacco, Eiji fa sapere al mondo di essere sicuro di essere stato ucciso e chiede alla sua famiglia di valutare coloro che si presenteranno per denunciare la propria colpevolezza. La vittima vuole donare al suo omicida una parte decisamente cospicua della sua eredità. Per la sua avidità, Reiko accetta di seguire quindi il caso del giovane amico di Eiji convinto di averlo proprio ucciso trasmettendogli l’influenza.
Anche se Reiko non appare alla ricerca della verità, la verità verrà inevitabilmente a galla proprio grazie alle sue indagini e al suo acume: una moderna investigatrice con tanto coraggio e poca etica che dovrà in qualche modo rivedere le proprie idee. Su uno sfondo di spionaggio, Reiko dovrà muoversi abilmente tra i silenzi e le bugie della famiglia della vittima per evitare altri omicidi.
“Intrigo a Tokyo” è il primo romanzo di Hotate Shinkawa che, dopo essere divenuto bestseller in Giappone, sono certa saprà conquistare anche i lettori occidentali. Perché? Semplice: questo romanzo è il perfetto connubio tra il giallo classico – con un mistero alquanto improbabile – e la cultura orientale, e specialmente giapponese. In “Intrigo a Tokyo”, l’autrice non manca di descrivere abilmente la cultura lavorativa nipponica – utilizzando con intelligenza le caratteristiche dei suoi personaggi – e di tessere una trama assai complessa che spesso potrà anche risultare pletorica e inconsueta.
La protagonista è una giovane avvocata, Reiko, che subito sarà invisa al lettore: ebbene sì, la Shinkawa inverte le parti e ci dona un personaggio principale arrivista, egoista, avido ed egocentrico! Intorno a lei si aggrovigliano poi dinamiche familiari grazie alle quali il lettore potrà sentirsi coinvolto, scegliendo i propri giocatori, e scommettere su colpevoli e innocenti. È in questo che la Shinkawa è stata abile: i personaggi coinvolti fanno tutti parte della stessa famiglia e le indagini si svolgono in pochi luoghi che caratterizzano anche l’eventuale omicidio facendo sì che Reiko diventi una sorta di Poirot della terra del Sol Levante. “Intrigo a Tokyo” non lascia al lettore il tempo per il riposo – è questa una delle ragioni per cui l’ho terminato in poche ore – e sa affascinare l’occhio più allenato così come quello novello.
Con onestà, senza scivolare nello spoiler, vorrei dire che di conclusioni più originali ne ho lette parecchie ma non per questo il romanzo risulta meno piacevole. E anche nonostante la mia non profonda partecipazione verso la cultura giapponese, il romanzo riesce a descrivere una società distante da quella in cui viviamo ma che vive di principi affascinanti ai più. Per questo è una lettura decisamente appetibile per questa fine estate e per il prossimo – atteso – autunno.
Adriana Pasetto
La scrittrice:
Hotate Shinkawa (Dallas, 1991) è cresciuta a Miyazaki. Ha studiato legge all’università di Tokyo e ha lavorato alcuni anni come avvocata. Il suo esordio, Intrigo a Tokyo, è un bestseller da 1 milione di copie in Giappone e ha vinto il principale premio letterario dedicato ai thriller. Shinkawa è anche una giocatrice professionista di mahjong.