Editore Jimenez Edizioni
Anno 2020
Genere Noir
208 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Gioia Guerzoni
“Motel Life” di Willy Vlautin ha segnato un debutto letterario di grande impatto nella narrativa contemporanea americana. Pubblicato nel 2006, questo romanzo è diventato rapidamente un punto di riferimento per gli amanti delle storie di emarginati e perdenti. Paragonato a maestri come John Steinbeck e Raymond Carver, Vlautin è stato definito il “Portavoce dei vagabondi” per la sua abilità nel dare voce a coloro che vivono ai margini della società. Questo libro, successivamente trasformato in un film premiato al Festival Internazionale del Film di Roma 2013, offre una testimonianza cruda e commovente della disperazione e della speranza che coesistono in ogni individuo.
Il romanzo segue le vicende di Frank e Jerry Lee, due fratelli che, dopo aver causato un incidente mortale, si ritrovano in fuga lungo le strade desolate del Nevada. Mentre cercano rifugio in motel decadenti, simboli di un’esistenza alla deriva, i due protagonisti affrontano il peso della colpa e il desiderio di redenzione. Frank, narratore per natura, e Jerry Lee, con il suo talento per il disegno, si aggrappano a fantasie e racconti per sfuggire a una realtà opprimente. Con uno stile diretto e compassionevole, Vlautin ci porta nei meandri dell’animo umano, esplorando temi universali come la famiglia, la lealtà e il bisogno di trovare un posto nel mondo.
Uno spaccato di crudo verismo letterario che si distingue per la sua straordinaria capacità di catturare l’essenza della vita ai margini della società americana. La prosa di Willy Vlautin, pur essendo semplice e priva di fronzoli, riesce a evocare emozioni profonde e a costruire un mondo ricco di sfumature. La narrazione scorre lentamente, ma con una costanza che riflette la desolazione e l’apatia che permeano la vita dei protagonisti, rendendo ogni pagina un’immersione nella loro realtà.
Vlautin ci offre un ritratto intimo e toccante dei fratelli Flannigan, la cui esistenza è segnata da sfortuna e decisioni sbagliate. Nonostante la durezza delle loro vicende, c’è una dolcezza intrinseca nella loro relazione, una lealtà fraterna che li sostiene anche nei momenti più bui. Il romanzo è attraversato da un senso di malinconia, ma anche da una speranza tenue, quella di poter cambiare il proprio destino, di trovare un riscatto in un mondo che sembra non offrire alcuna via d’uscita. Questa dualità tra disperazione e speranza è uno degli elementi più potenti del libro ed è qui che risiede la sua autenticità: Vlautin non cerca di abbellire la realtà, ma la presenta nella sua nuda crudezza, rendendola però accessibile e umana.
I dialoghi sono vividi e realistici, e le descrizioni dei paesaggi e delle situazioni sono così dettagliate che il lettore si sente immerso nel mondo dei protagonisti. Le storie fantasiose che Frank racconta a Jerry Lee, i disegni di Jerry Lee, e il cane randagio che trovano lungo il loro cammino aggiungono un tocco di umanità e colore a una narrazione altrimenti cupa, creando un equilibrio tra la durezza della loro vita e i momenti di tenerezza e speranza.
In conclusione, “Motel Life” è un romanzo che lascia il segno. È una lettura che parla di fallimenti e di redenzione, di amore fraterno e di speranza, e che riesce a trasmettere con potenza emotiva le difficoltà di chi vive ai margini. Nonostante la semplicità del suo stile, la scrittura di Vlautin ha una forza evocativa che rende “Motel Life” un’opera fondamentale per chiunque voglia esplorare le sfaccettature dell’animo umano. La capacità di Vlautin di dare voce a chi è spesso ignorato dalla società rende questo romanzo non solo una lettura coinvolgente, ma anche un’importante testimonianza della resilienza umana.
Matteo Bordoni
Lo scrittore:
Nato e cresciuto a Reno, in Nevada, Willy Vlautin è uno scrittore e musicista (leader dei Richmond Fontaine, ora membro dei Delines). È autore di sette romanzi: Motel Life (Jimenez 2020), Verso Nord (Jimenez 2022), La ballata di Charley Thompson (Mondadori 2014), Io sarò qualcuno (Jimenez 2018), The Free (Jimenez 2019), La notte arriva sempre (Jimenez 2021) e Il cavallo (Jimenez 2024).
Da La ballata di Charley Thompson è stato tratto il film Lean on Pete di Andrew Haigh, uscito negli Stati Uniti nel 2017. Da The Motel Life è stato tratto il film omonimo (2012) diretto dai fratelli Alan e Gabe Polsky, con protagonisti Emile Hirsch e Stephen Dorff. Il film è stato presentato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2012, dove ha vinto il Premio del pubblico e il Premio per la miglior sceneggiatura.
Nel 2019, con Io sarò qualcuno, è stato finalista al Pen/Faulkner Award, uno dei più prestigiosi premi letterari degli Stati Uniti.
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