Blog Tour: Michele Brusati – La Teoria dello Spillo. Milano e le sue narrazioni: chi ci crede?

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Michele Brusati è piemontese, classe 1977. Non sopporta le code alle poste, le birre artigianali, gli apericena e le attese in ospedale. Ancor peggio, non ne può più dei gialli scritti in fotocopia. Ah, odia le quarte copertine.

Si intitola “La teoria dello spillo” il suo romanzo d’esordio pubblicato nella Collana IDobloni Enigmi, in tutte le librerie dal 16 ottobre 2024, un noir avvincente e ironico ambientato nella Milano del 2015, in fibrillazione per l’Expo e per le imminenti elezioni del nuovo sindaco.

La prima presentazione ufficiale de “La teoria dello spillo” è stata mercoledì 16 ottobre, alle 18,30, presso la libreria Il Covo della Ladra, in Via Scutari 5 a Milano.

La tappa del blogtour di oggi è legata alla città di Milano così come il protagonista – GianMaria Strazzer – la vive e la racconta. Si intitola: Milano e le sue narrazioni: chi ci crede?

“Milano non è solo una città fatta di strade, ma anche di anime”

Da dove nasce la tua idea di Milano, decisamente in controtendenza, quanto c’è di immaginario e quanto invece i tuoi occhi la vedono così?
Parliamo di Milano, ma parliamo anche della narrazione che spesso di fa del nostro paese.
Nei giorni scorsi per sbaglio son finito sulla Rai dove veniva trasmessa una fiction e c’era questo ospedale tirato a lucido con protagonista Luca Argentero, bello come il sole, che accoglieva sorridente all’ingresso i pazienti, privi di un’impegnativa, senza una prenotazione o un ticket. E mi ha preso una crisi di nervi, del tipo “Ma questi ci sono mai entrati in un ospedale?”.

Sinceramente, io a questa realtà in cui tutto funziona bene ci credo davvero poco. Sarà, ma non mi sembra di vederla così efficiente come descritta in certe fiction o in certi romanzi in cui ci sono dei commissariati che Sherlock Holmes sarebbe licenziato su due piedi, tale è la loro abilità.
Tempo addietro, per scherzo, ho giocato a mettere in pagina certe eroiche vette di professionalità (pubblica amministrazione, società di servizi…) contro cui mi era capitato di sbattere la faccia. Il risultato è che mi facevano sia riflettere, che innervosire. Nei lettori c’era chi si ritrovava e chi mi accusava di essermi inventato tutto. Due però i tratti comuni: facevano spanciare dal ridere, davvero. E più erano reali, meno erano credibili.

Ecco, in quel contesto mi son chiesto cosa sarebbe successo, se ci fosse stato un supereroe a difenderci, in coda alle poste, ad aspettare un medico assenteista. Insomma, a difendere noi italiani. E Strazzer è nato così.

Questa la trama del libro:
GianMaria Strazzer lavora come guardiano in un supermercato di Milano. Ma è anche il custode dei beni di un certo Tony Ebola: non proprio un tipo raccomandabile.

Che fine abbia fatto questo Ebola, con i suoi affari, non è cosa che interessi al nostro Strazzer, perché tanto ci sono io, il suo avvocato. Non so neppure perchè lo rappresento, dato che non riesce mai a stare fuori dai guai. Soprattutto adesso, mentre siamo sotto elezioni del nuovo sindaco di Milano e io lavoro per lo studio che rappresenta uno dei candidati.
E Strazzer che fa? Finisce implicato in un ricatto che potrebbe mandare all’aria le intere elezioni e la mia carriera. Ma, dopo tutto, siamo a Milano e, in questa città, tutti devono sottostare ai dettami della teoria dello spillo.

“A tirar giù uno spillo da questo finestrino, ora, a farlo cadere su Milano, può stare certo di una cosa: lo spillo beccherà un tizio intento a fregare qualcun altro. In questa città tutti si fregano a vicenda.”