Dimitris Mamaloukas – Uccidere alla Stephen King

376

Editore Crocetti / Collana Mediterranea
Anno 2024
Genere thriller/giallo
320 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Antonella Leo


Dimitris Mamaloukas, autore di diciotto romanzi in greco, torna a essere tradotto in italiano da Crocetti con questo accattivante “Uccidere alla Stephen King”, un evidente tributo all’opera del suo (e mio) amatissimo autore del Maine.
Ogni capitolo, infatti, ha il titolo di un romanzo o di un racconto di King, e i suoi personaggi sono collezionisti dei suoi libri, e non solo. Inoltre, alcuni di loro hanno i nomi (e tutti i soprannomi) di personaggi creati dallo stesso King.
Nella finzione di questo romanzo, esiste un libro stampato da un tal John Shooter, un amico di giovinezza di King da tempo defunto, che contiene un racconto inedito, uno dei primi usciti dalla penna del celebre autore. E questo libro è stato stampato in sole dodici copie, che sembrano essere state tutte perdute nell’incendio che ha ucciso lo stesso Shooter. Insomma, un vero “Sacro Graal” per il collezionista accanito.

E Ray Stebbins è un collezionista accanito. Uomo molto benestante, spende tutto quello che ha in edizioni rare, rarissime. Suoi amici sono Jake, noto come Leland Gaunt, proprietario di una libreria dell’usato e anche lui collezionista di romanzi di King; Ian (“Darnell”), produttore discografico di successo che raccoglie libri dello stesso autore e oggetti legati a lui e ai film tratti dalle sue opere; Brian Rusk, un collezionista meno benestante e che perciò si accontenta di raccogliere copie economiche da tutto il mondo; e Leo “Lemke”, un agente di pompe funebri, sposato con la bella ma gelida Madeleine. Quando, per un assoluto caso, Ray scopre che potrebbero esistere ancora delle “copie Shooter”, va in fibrillazione e fa del trovarle l’unico obiettivo della sua vita, coinvolgendo l’affascinante Christine (un altro nome estremamente kinghiano), la donna a causa della quale è venuto a sapere della possibile esistenza di quei libri rarissimi, il cui valore è tale da poter spingere i collezionisti meno scrupolosi a qualunque cosa. Qualunque.

Personalmente, da grande appassionato e “Lettore Costante” di Stephen King (ma non ho nessuna copia da collezione, soltanto i libri che ho letto e, spesso, riletto), i tantissimi riferimenti all’universo narrativo del mio autore preferito mi hanno divertito e intrigato molto; a volte sono leggermente forzati, ma in maniera assolutamente perdonabile. Dimitris Mamaloukas impiega anche, e quasi sempre benissimo, alcuni trucchetti narrativi tipici di King, in particolare frasi come “…e quella fu l’ultima volta che si videro” che creano tensione senza anticipare cosa succederà di terribile (o, a volte, di non particolarmente terribile) che, nell’esempio che ho portato, impedirà ai personaggi di incontrarsi di nuovo.
Confesso invece che il finale non mi ha convinto del tutto. Anzi, a essere precisi, mi ha assolutamente scioccato, ma allo stesso tempo mi ha un po’ deluso. Ovviamente non ho nessuna intenzione di svelare ai miei “venticinque lettori” cosa succede, ma sappiate solo che… ci sta, certo, e a ripensarci l’autore ha lasciato più di una traccia a suggerirlo, sia pur ben celata tra numerose false piste, ma… lascio a voi giudicare. Un’unica cosa? L’epilogo pare un po’ “tirato via”.

Nonostante questi difettucci, “Uccidere alla Stephen King” è un romanzo avvincente, con alcuni personaggi molto… “alla Stephen King”. Lo consiglio certamente ai “Lettori Costanti”, non solo come una curiosità (lo so che il nome di Stephen King in copertina, anche se non come autore, avrà già destato l’interesse di molti) ma proprio come un romanzo scritto in gran parte nello stile di King, un buon tributo al nostro amato “Re”.

In quanto a Dimitris Mamaloukas, mi auguro che continui a essere pubblicato in Italia, perché sarei molto curioso di leggere cosa scrive (in traduzione, visto che di greco ho solo qualche memoria del liceo, e quello era greco antico) quando non si cala nei panni di Stephen King; chissà, magari ben presto avrà anche lui un buon numero di “Lettori Costanti” in Italia; certo, leggendo questo romanzo, se li meriterebbe.

Marco A. Piva


Lo scrittore:
Dimitris Mamaloukas è nato nel 1968 ad Atene, dove vive. Si è laureato in filosofia presso l’Università del Salento, quindi parla un ottimo italiano. È soprattutto un maestro del giallo e questo è il suo settimo thriller. Dal suo primo libro è stato tratto il film “Finché c’è alcol c’è speranza” (2002, regia di Dimitris Makrìs). Il lettore italiano può leggere il romanzo Dracme di sangue (ETP Books 2023).