Salvo Fuggiano – Le ninfe naiadi. Quando hai incontrato il male, lui cammina con te

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Editore Ugo Mursia Editore / Collana Giungla gialla
Anno 2024
Genere Giallo
338 pagine – brossura e ebook


Se c’è una cosa alla quale rimane sempre difficile abituarsi è quella che viene definita la banalità del male che, molto spesso, troviamo nei romanzi noir e che ci ricorda come il lato oscuro nella vita si possa trovare dietro l’angolo del percorso di ognuno di noi, nelle persone che incontriamo tutti i giorni e delle quali, quasi sempre, dopo che si è consumato un delitto, si sente dire che non ci si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da parte di una persona che non aveva mai dato segni di squilibrio o di aggressività.

Ma chi legge romanzi noir è anche perfettamente cosciente del fatto che il male ha un suo fascino oscuro, inquietante, perfino spaventoso ma pur sempre un fascino e ci sono assassini talmente sedotti dalle loro ossessioni da trovare in esse una bellezza tutta particolare al punto che, in questo romanzo, a questa imperscrutabile bellezza il protagonista dedica i versi di uno dei maggiori poeti italiani del ‘900, ovvero Gabriele D’Annunzio.

Un assassino freddo, metodico, preciso, che non lascia niente al caso e men che meno tracce dei suoi delitti che sono però contraddistinti da un modus operandi molto particolare caratterizzato da una idea estetica ossessionante, che applica alle vittime attraverso una posa conferita post-mortem ai loro cadaveri. Come fosse una celebrazione della sua puntigliosa preparazione dei delitti e, al tempo stesso, una dedica a loro stesse e alle loro sofferenze.

Perché, come spesso accade con gli assassini seriali, loro non vedono sé stessi come mostri privi di umanità, ma come esseri superiori investiti di una missione di cui solo loro stessi sono in grado di comprendere l’altissimo valore morale e sociale e che, al contempo, ritengono insindacabilmente necessaria per ristabilire una qualche forma di ordine in quello che ritengono un inaccettabile caos.

Le indagini vengono affidate all’ispettore Agnese Poggiali, personaggio anch’esso contraddistinto da un passato tormentato e da una vita presente vissuta in una sorta di solitudine autodistruttiva. Le serve a tenere lontano il ricordo di una perdita dolorosa con la quale cerca disperatamente di fare i conti e che la insegue imperterrita in tutti i momenti in cui la sua mente non è focalizzata sulle indagini.

E fra due personaggi così fortemente caratterizzati da profondi tormenti personali, prende forma una caccia incrociata dove preda e cacciatore si confondono e dove ognuno rincorre l’altro senza soluzione di continuità all’interno di una battaglia spietata. Entrambi combattono contro i propri demoni e contro quelli dell’avversario percorrendo a perdifiato un lungo corridoio di specchi, dove le immagini riflesse rimandano di volta in volta i sogni e gli incubi che contraddistinguono questa corsa, che troverà una fine non sorprendente ma alquanto angosciante in un incontro quantomeno inusuale fra sospettato e investigatore.

In perfetta sintonia con le inquietudini dei suoi protagonisti, la scrittura stessa dell’autore è alquanto cupa volta principalmente ad avvolgere la storia all’interno di un ambiente fosco, freddo, spesso piovoso. Cosa probabilmente normale nel dicembre abruzzese, ma che contribuisce ad aumentare la sensazione di angoscia che pervade tutto il libro e tende a impossessarsi anche del lettore al quale non viene mai concessa una tregua nella navigazione attraverso il mare di sofferenza nel quale sono immersi la maggior parte dei protagonisti della storia che, come travolti da un’onda gigantesca, non riescono mai a uscirne per riuscire a riprendere un po’ di fiato prima di tornare nelle profondità degli abissi umani.

Mauro Bossi


Lo scrittore:
Salvo Fuggiano vive a Massafra (Taranto). Laureato in Lingue e letterature straniere all’università D’Annunzio di Pescara, lavora come libraio indipendente e docente di lingua inglese e spagnola. Ha pubblicato La favola del silenzio (2014), Una ferita aperta (2019) e Fragile (2021).