Editore Fazi / Collana Darkside
Anno 2024
Genere Thriller
360 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Elisa Ronchi
Questo libro rappresenta il Male puro. E purtroppo è tutto vero. Ma andiamo con ordine: il romanzo di Sebastian Fiztek parte da una triste verità, cioè che la violenza sulle donne, fisica o psicologica, non solo continua a imperversare, ma addirittura si evolve. Gli uomini, forse stanchi di essere considerati spesso l’appendice delle proprie mogli o delle colleghe di lavoro, studiano sempre nuovi metodi per schiacciare il sesso femminile per fare in modo di farlo restare “al proprio posto”.
Ma qual è il posto di una donna? Qualsiasi ruolo essa ricopra, troverà sempre qualcuno che la farà sentire inadeguata, insicura, fragile, vittima di un sistema che continua ad autoalimentarsi. Partiamo dal concetto che chi ha subito violenze, spesso ne giustifica le azioni dandosi la colpa, ammettendo di aver provocato una reazione, motivando le percosse perché non ha saputo stare zitta.
Conosco donne (a me vicine) finite al pronto soccorso con una spalla lussata (“sono stata io a provocarlo”), o che hanno ricevuto un pugno in faccia (anche allo stomaco) da un proprio familiare durante un litigio e non hanno avuto il coraggio di denunciare.
Donne che hanno perso la vita, per cercare di migliorarsi esteticamente dopo aver avuto qualche gravidanza e cercare di essere amate e non disprezzate dal proprio compagno.
Donne come la protagonista di questo romanzo, uscito da poco per i tipi di Fazi Editore nella collana Darkside.
La storia comincia con una telefonata a una linea telefonica dedicata alle donne che tornano a casa di notte, o che hanno bisogno di un interlocutore che faccia loro compagnia durante il tragitto. Risponde Jules Tannberg, che si trova per caso quella notte a sostituire un amico. È Klara che chiama, dice di aver chiamato per sbaglio, ma non è un caso che la donna abbia telefonato.
Klara, vittima di un marito carnefice – incattivito per essere stato abbandonato dalla madre quando era ancora piccolo – capace di azioni talmente feroci per le quali devo riconoscere che, leggendo, ho dovuto interrompermi e prendere fiato.
In questo frangente, non è solo il coniuge a trattarla male, ma un uomo che ha promesso di ucciderla in un giorno preciso dipinto sul muro con il sangue.
Comincia così un dialogo tra Jules e Klara, un viaggio verso l’abisso che trascinerà chiunque, come essere aggrappati a un ramo durante un uragano, prima o poi qualcuno non avrà più la forza di resistere a una violenza che colpisce sia chi la affronta, che in qualche modo anche chi ne è testimone.
Fiztek sottolinea quanto sia importante per le donne essere credute, in una società ancora maschile e maschilista, nella quale ogni denuncia viene minimizzata, ogni abuso ridicolizzato, ogni pena inflitta al carnefice ridotta. La sua scrittura è un nervo scoperto, un plot che funziona perché attinge da una triste realtà confezionando un thriller che spaventa non solo per la trama, ma perché ci si rispecchia appieno. Quello che colpisce è che lo scrittore denuncia un Paese, la Germania, che non è differente dall’Italia o da altri Paesi infettati da questo virus del male, questa piaga sociale che deve essere estirpata dalla radice. Iniziamo a educare i genitori. Leggere Fiztek è sempre un piacere, anche quando racconta verità scomode.
Cecilia Lavopa
Lo scrittore:
Sebastian Fitzek, nato a Berlino nel 1971, ha studiato Giurisprudenza ma non ha mai esercitato la professione, preferendo seguire una strada più creativa. Il suo esordio letterario risale al 2006, anno di pubblicazione in Germania di La terapia: il romanzo è stato accolto con grandissimo entusiasmo dai lettori, tanto da contendere al Codice da Vinci il primo posto nelle classifiche di vendita. In seguito ha pubblicato altri ventisette romanzi, che lo hanno confermato come esponente di punta del thriller psicologico. Da Portami a casa verrà presto tratta una versione cinematografica per Amazon International.