Editore Todaro / Collana Impronte
Anno 2024
Genere Giallo
200 pagine – brossura e ebook
Il protagonista di “Il tempo non ha pietà” di Franco Foschi è Modesto Serra detto Momo, ex poliziotto, perché incapace ad adattarsi alle regole, di una speciale sezione bolognese chiamata la Ditta, comandata da Terra (un ufficiale? E comunque l’unico personaggio che dà del tu al questore).
Momo giovane, pelle scura (sangue misto, padre italiano madre tigrina eritrea), alto, bello, sempre elegante, individualista, fisico scolpito, aggressivo perché uomo d’azione, con un senso della morale molto personale, trasformato in investigatore privato, lavora in proprio e ha un appartamento nella Cirenaica (Bologna) e dispone di un ufficetto in Piazza Roosevelt, tristemente arredato con mobili Ikea.
E proprio quella mattina, dopo una nottata di fuoco con una bella ragazza, nel voler passare dall’ufficio per sentire se ci sono messaggi urgenti in segreteria scoprirà prima, per strada, che in in attesa ci sono i vecchi amici della Ditta. Avrebbero bisogno del suo aiuto. Momo dovrebbe guardarsi intorno perché negli ultimi giorni nel quartiere tira una gran brutta aria.
Talmente brutta che pare che qualcuno potrebbe addirittura pensare di voler mettere a ferro e fuoco la città. E la faccenda si rivelerà molto presto persino peggiore del previsto. Intanto Momo dovrà far fronte e bloccare subito due negri minacciosi e armati fino ai denti che cercano di attaccarlo fuori e dentro l’ ufficio, affrontandoli entrambi in una furiosa colluttazione conclusa tragicamente.
Sullo sfondo di Bologna nel 1980, quando per chi ricorda si usavano ancora i telefoni a gettoni e le forze d’ordine e tutta la popolazione erano ancora sotto shock per la recente memoria degli spaventosi scontri avvenuti nelle strade cittadine nel ’77 con la città addirittura presidiata dai carri armati…
“Il tempo non ha pietà” è un giallo tipicamente pulp, ovverosia un giallo che tratta temi quali il sesso e la violenza, affrontandoli con uno stile esagerato e aggressivo e spesso con eccessive esibizioni di brutalità e di sangue ma che a tratti diventa persino spiritoso, dando la sensazione a chi legge di non partecipare davvero a quanto succede.
In più Foschi, tracciando nel suo romanzo un’inquietante ipotesi fantapolitica, si diverte a immaginare l’esistenza di un movimento rivoluzionario di sinistra, fiorito a Bologna e maturato tra gli immigrati di colore.
Il risultato sarà un intrigante giallo ricco di rocamboleschi colpi di scena con una trama densa di pathos, gremita da una serie di personaggi che si muovono sopra le righe, ma ammantati di pseudo normalità nella follia dell’epoca, anzi di un’epoca in cui purtroppo molti di noi hanno vissuto. Follia che nessuno, ahimè, potrà mai dimenticare.
Un romanzo percorso da un ritmo scatenato che non concede respiro, interrotto solo dalla affettuosa tenerezza durante le visite di Momo a un padre amorevole e amatissimo, un ufficiale, una roccia che aveva saputo offrirgli pur da uomo solo, la madre era morta alla sua nascita, un’infanzia bellissima fatta di racconti e uscite in barca dopo la scuola, per pescare insieme a Massawa.
Una storia molto particolare che non fa sconti fino all’epilogo.
Patrizia Debicke
Lo scrittore:
Franco Foschi, pediatra e scrittore, dopo l’esordio con sceneggiature radiofoniche e racconti su varie riviste e antologie, ha pubblicato quattordici libri tra narrativa e saggistica. Per Todaro Editore: Piccole morti senza importanza (2003) e Libertà di paura (2008, con prefazione di Stefano Benni). Le più recenti pubblicazioni: Amore, politica & altre bugie (Passigli 2009) Passione 1820 (Sironi 2009, a quattro mani con Maurizio Ferrara). Scrive regolarmente sceneggiature per la radio. Ha condotto per cinque anni (e 120 incontri) la rubrica televisiva di interviste a scrittori Leggere negli occhi, consultabile sul portale video www.arcoiris.tv.