Brigitte Glaser – Delitto Al Pepe Rosa

3262

Editore Emons:audiolibri Collana Gialli Tedeschi
Anno 2015
Genere Giallo
272 pagine – brossura con alette,
Traduzione di Antonella Salzano
Titolo originale: Leichenschmaus


emons3E tre. Con questo titolo mettiamo momentaneamente un punto alla triade di gialli tedeschi targati Emons:. Ho volutamente tenuto questo libro per ultimo, tra i tre, perché era quello su cui avevo più remore, sia per il titolo (poco azzeccato, visto il bellissimo “Leichenschmaus”, “Banchetto Funebre”) originario, sia per una sorta di settimo senso che – devo dire – stavolta non c’ha preso. Almeno non completamente. Dicevo, vi assicuro sarò breve, relativamente al titolo (io sono notorio quale Don Chisciotte che combatte contro i titolisti nostrani): “Delitto al pepe rosa” sminuisce notevolmente e banalizza un po’ questo libro. Il suo originario “Banchetto Funebre” ha motivo anche per il fatto che uno dei personaggi cita di continuo il Faust di Goethe (la scena del banchetto appare però solo nella versione teatrale di Gounod), poi proprio per quanto accade in questo ristorante a una stella di Colonia. Un altra occasione persa (e la stanza delle occasioni perse è ricolma fino al soffitto…). Passiamo oltre.

Il romanzo della Glaser è un ottimo esempio di giallo classico con una ambientazione non consueta e con una ancor meno consueta detective, la voluttuosa, rossa e ubertosa Katharina Schweitzer, giovane pasticciera svizzera che entra nella cucina rinomata del Bue D’Oro, il miglior ristorante di Colonia. Lettura molto divertente, assolutamente allappante (alcune descrizione smuovono l’appetito in modo morboso) è emozionante sebbene…, ma andiamo con ordine.

Della trama, come mia abitudine, non dirò nulla, ma preferisco soffermarmi su una serie di aspetti che mi sono piaciuti molto. Il migliore è la capacità della Glaser di renderci partecipi della moltitudine di attività che si svolgono nella cucina di un ristorante di lusso. Non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente e anche di pressione di lavoro. Le cose da fare si susseguono in modo incessante e le figure che compongono la brigata di cucina hanno compiti ben precisi, ma devono essere anche disposti a gestire le emergenze. I tratti personali di ciascuno, le rivalità e le manie sono tutte ottimamente tratteggiate e ben definite. Glaser ci rende partecipi di tante informazioni e tutte ci aiutano a creare il microcosmo in cui il giallo si dipana in modo intelligente: saprete tutto su come sia importantissimo gestire in modo adeguato la logistica di un ristorante Michelin, come e in che modo i vari preparati siano da pianificare. Verrete messi al corrente anche delle frustrazioni dello Chef, colui che rappresenta il ristorante, ma che genericamente non cucina mai, ma deve controllare tutto ed essere in grado di sviluppare sempre nuove ricette (che richiamano ospiti e aiutano a mantenere alto il livello), nonché interfacciarsi con i vari critici gastronomici e i media. Poi, quando è sera e tutto è chiuso eccolo che si rimette ai fornelli, come a celebrare un rito tutto personale.

Altro bell’aspetto è quello fornito dalla città di Colonia che – per i coloro che l’hanno visitata – è riportata con dovizia e puntiglio e contribuisce ancor più a fornire quinte per i siparietti tragicomici che sono costante del libro. Infine il cibo che è il personaggio principale, descritto con voluttà e con trasporto, tali che se non avete fame ve la fa venire (tanto che, a fine libro, troverete anche alcune ricette interessanti). Ultimo, ma non per importanza, l’intreccio giallo che – ed è qui l’unico vero neo che ho trovato – rimane a volte avviluppato nei ripieni o mantecato sugli arrosti. Sarete però così esaltati dall’andirivieni di cucina, dai bisticci e le discussioni disfunzionali da perdonare qualche “buco”.

Alla fine dell’avventura tedesca il primo libro, quello di Ani e del detective Süden, rimane in assoluto il più bello, almeno per quell’atmosfera che mi piace trovare nei gialli. Questo è molto Miss Marple,  è un bel giallo, bello per le vostre serate estive e sicuramente una buona deviazione dopo cruente ammazzerie. Peccato che io sia un appassionato di norcineria e che troppe voluttuosità mi distraggano. In tutti i casi, bello. Adesso vado a mangiarmi un panino con la salsiccia fresca.