Marco Amici Massimo Carlotto – The Black Album

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Il libro:
Editore Carocci / Collana Sfere
Anno 2012
140 pagine – brossura con alette

 

downloadNegli ultimi anni il noir è stato capace di raccontare – più e meglio di altri generi letterari – il lato oscuro del nostro paese, fra corruzione, malavita organizzata e devastazione ambientale. Nel noir abbiamo visto riflesse le storture e le contraddizioni del nostro tempo,e virtualmente cancellati i confini tra cronaca e racconto. In questa lunga conversazione con Marco Amici, Massimo Carlotto – fra i principali scrittori noir italiani – ripercorre i temi nodali del genere e gli aspetti centrali della sua scrittura, in cui troviamo rappresentati i profondi cambiamenti avvenuti nell’universo criminale e il ruolo dell’Italia nei traffici illeciti che attraversano l’Europa.

“Il noir è un genere difficile da codificare in un modello. Basti pensare che ancora oggi, in ambito cinematografico, ovvero nel contesto in cui è nato, si dibatte se il noir sia uno stile, un genere o un movimento.”

Mi è stato proposto di leggere questo libro, che inquadrerei come un vero e proprio saggio sull’utilizzo dei termini in ambito letterario. Oggi si parla di noir, thriller, giallo, senza una vera e propria distinzione, abusando un po’ di questi termini. In realtà, hanno tutti una propria classificazione netta e quasi in contrapposizione una con l’altra. La chiacchierata insieme a Marco Amici, che ha curato la stesura del libro, è improntata sulla chiarezza doverosa da fare in questo pout pourri confuso di generi.
“Nel noir, il lettore non viene “catturato” da casi da risolvere o assassini da scoprire, ma da un particolare tipo di suspence.”
Il genere deve i suoi natali all’hard-boiled, la scuola dei “duri” americani, passando da Dashiel Hammett e Raymond Chandler, proseguendo attraverso Woolrich, Cain, Goodis e Thompson.
In Francia, Léo Malet, André Héléna (quest’ultimo riportato prepotentemente alla ribalta negli ultimi anni dalla casa editrice Aìsara e anche sul blog troverete alcuni libri recensiti) ne hanno fatto uno stile originale e malinconico.
Poi, l’incontro “fulminante” tra Massimo Carlotto e Jean Claude Izzo (autore che vi consiglio di non perdere) – scrittore marsigliese prematuramente scomparso all’età di 55 anni – che porta in Italia il cosiddetto “noir mediterraneo”. Purtroppo, questo genere è rimasto un progetto senza successo, poiché gli editori, per questioni commerciali, troppo legati a standard letterari, non hanno voluto includere autori francofoni del Maghreb.
In effetti, io stessa feci alcune ricerche sul noir mediterraneo, per il mio blog. Ma i nomi si contano sulle dita di una mano.
Massimo Carlotto è uno di questi. L’ultimo romanzo Respiro corto, pubblicato da Einaudi, è ambientato a Marsiglia, proprio per rendere omaggio a Izzo e a quel genere che è rimasto di nicchia.
Nei suoi contenuti, ribadisce la necessità di esternare le “zone grigie”, cioè quelle connessioni tra ambienti criminali e le fasce sane della società. Nacque quindi il noir d’inchiesta, con la collana Sabot per la casa editrice E/O, curata dallo stesso Carlotto, per rafforzare il rapporto tra cronaca e verità. Il ruolo di scrittore, nel suo caso, diventa portatore orale di informazione e si trasforma nel giornalista che dovrebbe esistere in realtà, non influenzato dai veti su certi argomenti politici “scomodi”.
E le presentazioni dei suoi libri diventano dei veri e propri dibattiti politici e sociali.
La lunga analisi dello studioso di letteratura contemporanea Marco Amici sul cammino editoriale di Massimo Carlotto, continua nella selezione della sua bibliografia e nei vari progetti che lo scrittore ha realizzato e quelli che deve ancora realizzare.
Un concentrato di “sole” 140 pagine, che non vuole insegnare nulla, ma semplicemente leggere il noir prendendone coscienza, come elemento di “rottura”.
Il noir definito come contro-narrazione, contro gli stereotipi e gli idealismi utopici di una società perfetta, prediligendo il pragmatismo e una visione realistica di ciò che stiamo vivendo in questi ultimi decenni: una popolazione ormai anestetizzata e insensibile, in cui si predilige un romanzo in cui il bene trionfa sul male, strutturazione consolatoria ma estremamente lontana dalla realtà, purtroppo.
Se volete seguire l’evento su Facebook, questo è il link:
Chi è Marco Amici:
Si occupa di letteratura contemporanea, in particolare noir e narrativa di genere. Attualmente sta terminando un Ph.D. allo University College Cork, in Irlanda, finanziato dall’Irish Research Council for the Humanities and Social Sciences (IRCHSS).