Arnaldur Indridason – Una traccia nel buio

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Editore Guanda Collana Narratori della Fenice.
Anno 2015
Genere Thriller/Giallo
320 pagine – brossura
Traduzione di Alessandro Storti
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Indidason_grandeArnaldur Indridason : garanzia di qualità.

Nessuno dei suoi gialli mi ha mai delusa , per cui li acquisto a scatola chiusa, e rigorosamente cartacei, come quelli dei quattro o cinque miei scrittori“ beniamini”.
Anche stavolta mi sono avvicinata alla lettura con fiducia, pur avendo notato con un leggero disappunto che non ci sarebbe stato a farmi compagnia il mio prediletto , tormentato commissario Erlendur.
Il protagonista di questa storia è un altro, l’ex poliziotto Konrad..ma non solo; molti sono i personaggi interessanti che ruotano nella vicenda.
Vicenda che si svolge su due piani temporali ben distinti, il 1944 ed i giorni nostri, in brevi capitoli intercalati uno a uno.
Da subito ho compreso che anche questa storia mi avrebbe “presa”, pur essendo diversa dalle precedenti. Sarà l’indiscussa bravura del grande Indridason?

La vicenda in breve.
Un poliziotto , Konrad, indaga sulla morte di un anziano , perché, dopo una prima impressione di decesso per cause naturali, si scopre che invece è stato soffocato con un cuscino.
Nessun movente, nessun indizio, tranne vecchi ritagli di giornale che parlano di una ragazza trovata strangolata dietro il Teatro Nazionale di Reykjavik, nel 1944. Questo fatto stuzzica la curiosità di Konrad, e lo sprona a cercare indizi nel passato.

Sull’altro piano temporale, si narra “quella” storia: sulla morte della ragazza indagano due giovani agenti di polizia, uno islandese ed un militare americano di stanza in Islanda.
A questo punto, e siamo ad oggi, Konrad inizia a fare scoperte sconcertanti.

Ciò che stuzzica l’interesse di Konrad è un altro lontano fatto: suo padre organizzava sedute spiritiche per imbrogliare la gente, ed una volta aveva cercato , con un medium, di richiamare proprio lo spirito di quella ragazza uccisa , Rosamunda! Come non essere incuriositi?
Da qui inizia una lunga indagine , sempre su doppio binario, passato e presente, che ci porterà ad una verità inattesa, con molti colpi di scena. Konrad riesce ora , dove non riuscirono allora i due poliziotti.
Nessun omicidio cruento, nessuna descrizione macabra, ma un giallo soft, di classe, come tutti quelli di questo autore.

Indridason in questo romanzo indulge sul passato, e sui fatti del presente, come conseguenza dello stesso. La narrazione è lenta, pacata, e si snoda a poco a poco, dando l’opportunità al lettore di gustare i particolari fino in fondo. Dà sempre molto spazio all’interiorità, ai sentimenti, alla malinconia – ed è questo uno dei motivi che me lo rendono così caro.
In questa storia , poi, c’è spazio anche per una parte fantastica, per così dire. Infatti si parla delle leggende islandesi sugli Elfi, sul Popolo Nascosto: tradizioni che in quella popolazione sono ancora molto vive e sentite. Si mormorava infatti che Rosamunda, come un’altra ragazza scomparsa nel nulla, fosse stata vittima, poco prima di essere uccisa, di una violenza da parte degli Elfi.

Che io ami particolarmente lo stile di scrittura, le atmosfere di Indridason, è un fatto ormai noto.
Anche se non ha raggiunto il livello del suo miglior lavoro, “Le abitudini delle volpi”, romanzo che mi ha preso il cuore, posso affermare che anche stavolta l’autore ha fatto centro.
Romanzo consigliato a chi ama gialli non violenti, ma di qualità.

Rosy Volta
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Lo scrittore:
Arnaldur Indridason è nato nel 1961 a Reykjavík, dove ha sempre vissuto. Si è dedicato alla scrittura, sia di romanzi sia di sceneggiature, dopo aver lavorato come giornalista e critico cinematografico per la maggiore testata islandese, il Morgunbladid.