Alessia Gazzola – Un po’ di follia in primavera

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Editore Longanesi Collana La Gaja scienza
Anno 2016
Genere Giallo
298 pagine – rilegato e ebook
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po' di follia in primavera

“Cadaveri profumati”

Questo è il primo romanzo di Alessia Gazzola che leggo, quindi il percorso della protagonista nei romanzi precedenti lo posso solo intuire.

In realtà non è un’impresa impossibile: pur ignorando il motivo che ha convinto la dottoressa Alice Allevi a specializzarsi in Medicina Legale, il libro risulta comprensibile, così come il tratteggio della protagonista e dei comprimari.

La scrittura è molto semplice: un ‘io’ narrante all’indicativo presente che non tradisce mai e che facilita l’immedesimazione con il personaggio dando anche ritmo e immediatezza alle azioni. Sembra facile, ma non lo è, perché l’effetto ‘sembra un tema delle medie‘ è lì nascosto dietro l’angolo, e tutto vuoi leggere tranne che la fatidica frase finale: torno a casa dalla gita stanca, ma felice.

La Gazzola sta attenta, non si può negare, ma il rischio c’è.

Salvata la lingua, (anche se il ricordo della freschezza e originalità del Diario di Bridget Jones fa capolino) veniamo alla trama.

La dottoressa Allevi, specializzanda in Medicina Legale, si ritrova coinvolta in una indagine di omicidio (si deduce che ciò accada spesso) insieme con il poliziotto Calligaris, che le confida anche segreti istruttori fidandosi del suo istinto e trattandola come una collega.

Il morto è un noto psichiatra di cui la Allevi ha seguito alcune lezioni universitarie.

Anche comuni conoscenze la legano all’ucciso. Ad esempio: l’insegnante di violino della figlia del morto, ex amante della moglie dello stesso, è figlio di una domestica (forse coinvolta in un caso precedente) ma è stato adottato da conoscenti dello psichiatra ucciso. La Allevi, (toh!), incontra la domestica casualmente in un castello in cui si era recata per scegliere la location del suo pranzo di nozze. Vi siete persi nei corridoi del castello?

Anch’io. Ma leggendo il libro si capisce, tranquilli. Nulla da dire sullo sviluppo della trama gialla e nemmeno sull’incastro con questo delle vicende personali della protagonista. Ovvio che ci sia più di una “spruzzata d’amore”. Si tratta molto chiaramente di un giallo/rosa e non di un noir.

Questa ‘leggerezza’ è l’aspetto che senza dubbio anche i lettori premiano (mi sono sbirciata le recensioni su Amazon, nel rispetto totale dei gusti del pubblico. Se il pubblico apprezza, vuol dire che c’è un motivo, questa la mia filosofia). I romanzi della Gazzola divertono e intrattengono e il fatto che ci sia di mezzo un giallo da risolvere dà la giusta spruzzata di solletico al cervello che fa sentire meno in colpa di quando si legge un semplice rosa senza il giallo.

Questo aspetto rosa fa sì che i cadaveri delle sale di dissezione in questo romanzo non emanino odori sgradevoli. Anche quando descrive gli specializzandi assaliti da conati di vomito alle prime dissezioni, la Gazzola non riesce a far uscire questo sgradevole particolare dalle pagine, che restano rosee e profumate.

Volendo essere proprio cattivelli, e ci tocca esserlo un po’ per mestiere, rileviamo un difettuccio: non è che l’idea sia proprio proprio originalissima… tra Bridget Jones e Meredith Grey (la protagonista di Grey’s Anatomy che ha diversi punti di contatto con la nostra Alice), ci fa sentire l’effetto che sia un prodotto ‘sfigata simpatica de noaltri’.

Elena e Michela Martignoni
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La scrittrice:
Alessia Gazzola nella vita è medico legale. L’allieva (Longanesi, 2011) è il suo primo romanzo, in cui sono raccontate le disavventure della giovane tirocinante Alice Allevi.
Tra le altre opere di Alessia Gazzola ricordiamo Sindrome da cuore in sospeso (2012), Un segreto non è per sempre (2012), Le ossa della principessa (2014) e Una lunga estate crudele (2015). Tutti i libri dell’autrice sono pubblicati in Italia da Longanesi.