Dan Brown – Origin

2113

Editore Mondadori Collana Omnibus
Anno 2017
560 pagine – rilegato e ebook
Traduzione di A. Raffo, R. Scarabelli

 

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Dan Brown è sicuramente un autore che nell’ultimo decennio e più ha fatto parlare di sé tutto il mondo, di lui è stato scritto tutto, da adulatori e detrattori; recensire il suo nuovo romanzo mi appare quindi come un’ardua impresa, ma eccomi qua. Dopo aver inseguito i misteri del Santo Graal a Parigi (Il Codice da Vinci, 2004), ripercorso il Cammino degli Illuminati per le strade di Roma (Angeli e Demoni, 2004), decifrato simboli massonici a Washington (Il Simbolo Perduto, 2009) ed essere sfuggito ad un feroce killer nascondendosi tra le bellezze di Firenze (Inferno, 2013), ritroviamo Robert Langdon, professore di Simbologia e Iconologia Religiosa di Harward, giunto qui alla sua quinta avventura. Ma veniamo ai fatti.

Robert Langdon si trova al Museo Guggenheim di Bilbao, per partecipare ad un importante evento organizzato dal suo ex allievo Edmond Kirsch, ultramiliardario visionario, futurologo, ateista convinto, guru dell’informatica e inventore. Kirsch sta per annunciare una scoperta che “cambierà per sempre il volto della scienza e delle religioni del mondo”, ma una serie di eventi getta la serata nel caos e Langdon, insieme alla direttrice del museo Ambra Vidal, nonché promessa sposa del futuro Re di Spagna, sarà protagonista di una pericolosa corsa contro il tempo tra le strade di Bilbao e Barcellona, perché la scoperta di Edmond non vada perduta e venga divulgata in tutto il mondo. Da dove veniamo? Dove andiamo? queste sono le due domande alle quali Edmond intende rispondere, ovviamente con il linguaggio della scienza e quindi in netto contrasto con le ipotesi creazioniste insite in tutte le religioni del mondo. Insomma, tanta roba!

Lo schema di questo romanzo è simile ai precedenti, Langdon si trova suo malgrado implicato in un mistero che lo mette in pericolo di vita, e viene affiancato da una giovane e bella donna nella corsa per sfuggire alla morte e svelare il mistero, tra le bellezze artistiche di una città colma di simboli religiosi e non. A differenza degli altri romanzi però, questa nuova fatica di Brown ha un taglio molto più moderno; internet, twitter e i “social” in generale (ma troviamo persino Uber e dei teenagers che scattano foto ad un cadavere!) si mescolano alle antiche tradizioni e all’arte religiosa. Troviamo anche il consueto stile di Brown, con riferimenti artistici dettagliati sulla città nella quale hanno luogo le avventure di Langdon, in questo caso in particolare Barcellona e le opere di Gaudì. Il tema di fondo, l’eterno conflitto tra scoperte scientifiche e credo religiosi, era stato già affrontato in Angeli e Demoni, ma qui viene spinto al punto di illudere il lettore che presto verrà definitivamente risolto. Più dei romanzi precedenti, a mio avviso, l’inizio è rapido, denso di tensione e coinvolgente sin dalle prime pagine, con numerosi cambi di ambientazione (da Bilbao a Budapest agli Emirati Arabi) in stile cinematografico, per far crescere l’attesa per il momento clou. Per creare suspense l’autore ci nasconde anche dettagli di conversazioni che hanno luogo tra i personaggi principali, svelandoli successivamente poco a poco. In poche parole, ci sono tutti gli ingredienti per un romanzo di successo, in perfetto stile Dan Brown. Devo aggiungere che in questo romanzo Langdon divide la scena con un altro formidabile personaggio (W., non vi dirò altro!) e che il finale mi è sembrato un po’ debole e prevedibile, pur non aspettandomi, ovviamente, che l’autore statunitense svelasse i misteri sull’origine della vita.

Come dicevo all’inizio, Brown fa sempre molto parlare dei suoi libri, i detrattori spesso gli contestano la non accuratezza dei riferimenti artistici o scientifici, l’eccessivo ricorso alle descrizioni artistiche in stile enciclopedico e la scarsa profondità con cui vengono trattati i temi filosofico-etico-religiosi che emergono dai romanzi. Io sono una lettrice media, con medie conoscenze scientifiche, artistiche e religiose, non ho quindi alcun credito per analizzare la veridicità o accuratezza dei contenuti, ciò che vedo è un romanzo ben scritto, che ti tiene incollata fino all’ultima pagina, con suggestive ambientazioni e bei personaggi; un’opera letteraria di evasione che, come raramente accade nei romanzi del genere, ti invoglia a documentarti per sapere se una teoria o un dettaglio sono reali oppure frutto della fantasia dell’autore. Più volte, durante la lettura, smartphone alla mano ho controllato dettagli scientifici e artistici, e mi sono divertita a ricordare le opere di Gaudì che ho molto amato durante una recente visita a Barcellona. Mi era successa la stessa cosa con il Codice da Vinci e Angeli e Demoni, in misura minore con Inferno (che mi è piaciuto meno degli altri), e in questo, a mio avviso, sta la bravura dell’autore. Se non lo consideriamo come uno scrittore di saggi, bensì come un autore di romanzi thriller, Dan Brown fa pensare, fa ricordare, ti fa venir voglia di viaggiare e ti fa parteggiare per i personaggi principali, il tutto contornato da bellezze artistiche e naturalistiche, un pizzico di storia e tante tante ipotesi complottistiche. Cosa chiedere di più?

Barbara Gambarini

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Lo scrittore:
È l’autore del Codice da Vinci, uno dei romanzi più letti di tutti i tempi, e dei bestseller internazionali Il simbolo perduto, Angeli e demoni, La verità del ghiaccio, Crypto e Inferno.

Sito dell’autore: danbrown.com
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