Edoardo Rosati e Danilo Arona – La maledizione della croce sulle labbra

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Editore Ink Edizioni Collana Medical Noir
Anno 2018
Genere Horror
254 pagine – brossura

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Dargent Peytraud: “By the way, Doctor Allen. What did you dream about this afternoon? A woman in your arms? The sea at your doorstep? Nooooo! You dreamt of me and of the grave. I know because I was there. And I can be there every time you close your eyes. The pain I cause you, in the room upstairs, is nothing to the pain I can cause in your own mind. Remember that… Doctor Allen”

Scrittura a quattro mani. Edoardo Rosati e Danilo Arona tornano a collaborare insieme dopo “Protocollo Stonehenge” regalandoci questo horror action metropolitano pandemico che ha inizio a Guana, un’isola all’apparenza tranquilla delle Antille.

In breve, la storia.
Milano. La vita della metropoli viene scossa da un’impressionante sequenza di suicidi e morti violente. Qualcosa però accomuna i corpi delle vittime: un inquietante herpes che taglia le labbra come una croce blasfema.
Due infettivologi, donna e uomo, cominciano a indagare, ma ciò che sembra una singolare epidemia da sorvegliare attentamente si trasforma in un incubo quando approda a Milano il dottor Alejandro Vegas, medico specialista in malattie infettive nell’isola caraibica di Guana. Vegas ha già vissuto qualcosa di simile alle sue latitudini ed è lì per aiutare i colleghi: queste morti altro non sono, secondo lui, che il risultato di una encefalopatia sconosciuta, un’infezione diffusa dagli adoratori di EXU, essere malvagio della religione voodoo. Scatta così una corsa contro il tempo da parte dei tre medici per rintracciare a Milano i serbatoi della malattia.

I due autori, fin da subito cercano di creare empatia tra il lettore e i personaggi che si susseguono in una processione di morti violente e di suicidi. L’intenzione, chiara e riuscita, è quella di coinvolgere immediatamente chi legge nella storia, creando ad hoc un senso di appartenenza verso la scienza, la ricerca, ma anche ai misteri vodoo che dall’isola hanno origine e che nella metropoli meneghina si diffondono tramite vettori umani. Come in ogni filone pandemico, la componente tempo è fondamentale e i due autori ce la inchiodano nella mente scandendo i giorni. Ogni pagina è una speranza prima abbandonata e dopo riconquistata. È morte bieca e rabbiosa, senza ragione, dal momento che la ragione stessa è divorata dall’interno. Il mistero sopravanza irrimediabilmente gli eventi in un helzapoppin virulento di volti, sangue, membra dilaniate, corsie d’ospedale, reazioni incontrollate e letali. Il contagio diventa ossessione, l’ossessione diventa follia, la follia diventa esperimento, l’esperimento un necessario e tribale sacrificio di morte.

Arona e Rosati mescolano i loro stili, più oscuro quello dell’horrorista di Alessandria, più scientifico quello del dottore della tenebra. La maledizione della croce sulle labbra si rivela così un libro godibile, ben congegnato e studiato sia dal punto di vista scientifico che emotivo. Sensazioni angoscianti e nere, ma con criterio, come piace agli estimatori dei due autori. A tratti, la vicenda si tramuta in un volo, un planare eletrizzante e punitivo, come l’inesistente misericordia di un dio malvagio. Una maledizione immortale che fin da subito vede coinvolto uno dei protagonisti, Alejandro Vegas, un infettivologo, al punto da costringerlo a trovare rifugio e risposte a Milano, presso Pellegrino, il fratello frate. Un passaggio questo, della relazione tra i due fratelli che ci ha spinto a un accostamento forse un po’ ardito, un paragone con il Tuco Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez conosciuto semplicemente come Tuco de Il buono, il brutto, il cattivo e suo fratello padre Ramirez. In questo caso non siamo di fronte a un bandito e a un prete, ma a un medico e a un frate. Ma un piatto di minestra alla missione, ci sarà sempre. Nell’uno e nell’altro caso. Ruoli diversi, ma stesso sviluppo dei personaggi nella loro dimensione interiore.

I personaggi. Si può dire che tutti coloro che compaiono in questa storia sono protagonisti in tutto e per tutto, con una loro identità precisa e con un umano sentire, anche i personaggi minori, quelli a cui è assegnato un ruolo marginale, un ruolo da vittima o da carnefice, in ragione del lancio di dadi del destino beffardo a un incrocio di semafori. Mistero, magia nera, scienza, pandemia. In questo turbillon i due autori hanno toccato diversi generi, non ultimo il genere action. Il finale, degno del più ispirato Tarantino, o del più emoglobinico John Woo, ci trascina in un regolamento di conti, un OK.Corral amplificato e moderno, stordente come uno shock causato dalla droga sintetica più dannosa.
La maledizione della croce sulla labbra si rivela così un buonissimo libro di intrattenimento, di divertimento, senza però dimenticare di far riflettere su problematiche che ci sono molto vicine e che sono attuali.
Il mistero affascina, il soprannaturale spaventa, la paura di un contagio annichilisce e unisce le coscienze. Ognuna di queste componenti è un tassello essenziale per la riuscita di un libro degno di stare accanto a un serpente e a un arcobaleno, da citazione iniziale. Il contagio del lettore è assicurato. Buona paura. Buona morte, perchè la realtà è molto più letale e peggiore di un rito magico vodoo.

Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini

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Gli scrittori:
Danilo Arona, scrittore, giornalista e saggista, è indiscutibilmente lo “Stephen King italiano”, autore di articoli, testi divulgativi e apprezzatissimi romanzi dedicati all’insolito italico e al fantastico quotidiano.

Edoardo Rosati, giornalista medico-scientifico e autore di numerosi saggi sulla salute rivolti al grande pubblico, è anche scrittore di narrativa medical thriller.