Irène Némirovsky – Il calore del sangue

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Il libro:
Editore Adelphi
Anno 2008
155 pagine – Brossura
Traduzione Alessandra Berello

La trama:
Ci sono romanzi brevi più densi di emozioni e di vicende di certi romanzoni da ottocento pagine e passa. Ed è esattamente il caso di “Il calore del sangue”. Questa volta Irène Némirovsky punta il suo obiettivo non già sul milieu dell’alta borghesia ebraica in cui è cresciuta, né su quello dei ghetti dell’Europa orientale, bensì sul piccolo, angusto, gretto mondo della provincia francese. Il quadro è, in apparenza, di quieta, finanche un pò scialba agiatezza campagnola: la figlia di due ricchi proprietari terrieri sta per sposare l’erede di un’altra famiglia in tutto e per tutto simile, un bravo ragazzo, come si dice, innamorato e devoto. Eppure bastano poche note stridenti (che l’autrice è abilissima a insinuare fin dalle prime pagine) per farci intuire che dietro la compatta, liscia superficie di perfetta felicità agreste – in cui sembra che ogni sentimento si sia come pietrificato – si spalancano voragini insospettate: nessuno, insomma, è al riparo dalla passione, dalla violenza, persino dal delitto, quando è spinto e travolto dal “calore del sangue”.

Un libro che inizia quasi in sordina, la descrizione di vite familiari, all’apparenza mediocri, nascondono un fuoco tra le braci.
Il fuoco nasce da ricordi di giovinezza passata, quando l’entusiasmo nasceva per qualsiasi cosa e per amore ci si sarebbe buttati in mezzo alle fiamme.
Con il passare del tempo, la saggezza e la pacatezza date dall’età, fanno assopire questi ardori, lasciando però una nostalgia di fondo e, forse, qualche rimpianto di gesti mai attuati.
Ma d’altronde, come descrive abilmente la Nemirosky, chi mai seminerebbe il proprio campo, se si conoscesse in anticipo il raccolto?
A mio avviso, traspare dal racconto una visione troppo pessimistica della vecchiaia, descrivendola come attesa alla morte e come terreno malato. Come se la passione fosse solo preclusa ai giovani e si annientasse con gli anni. Sono convinta, invece, che la passione aumenti con l’età, perché si capisce l’importanza di ogni azione, di ogni momento, di ogni storia.

Qui la scheda del libro: Il calore del sangue

La scrittrice:
La sua biografia è lunghissima e complessa e ve ne rendereste conto, se andaste a leggere su Wikipedia la sua storia. Ve ne darò solo un accenno:
Irène Némirovsky nasce a Kiev nel 1903 e muore ad Auschwitz nel 1942. E’ stata una scrittrice francese.
Nata in Ucraina, di religione ebraica convertitasi poi al cattolicesimo nel 1939, ha vissuto e lavorato in Francia. Arrestata dai nazisti, in quanto ebrea, Irène Némirovsky fu deportata nel luglio del 1942 ad Auschwitz, dove morì un mese più tardi di tifo. Anche il marito, Michel Epstein, che aveva cercato di farla liberare, verrà gasato nell’ottobre dello stesso anno al suo arrivo ad Auschwitz. Dal 2005 la casa editrice Adelphi ha iniziato a pubblicare le sue opere.