Michael Robotham – Il manipolatore

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Il libro:
Editore Fanucci
Anno 2010
592 pagine – rilegato
Traduzione Sonia Comizzoli

La trama:

Una donna, una vita apparentemente normale, viene trovata in cima a un ponte, nuda e con la scritta “Puttana” sul ventre, che parla al cellulare ed è pronta a lanciarsi nel vuoto.
Sul posto interviene la polizia, che cerca di farla ragionare con l’aiuto di uno psicologo, Joseph O’Loughlin, ma il gesto si concretizza, lasciando tutti attoniti.
Sembra un suicidio come tanti altri, se non fosse che la figlia della vittima, anziché rivolgersi alla polizia, contatta lo psicologo e gli dice che la madre è stata indotta al suicidio. Sembra solo il delirio di una ragazzina, ma gli indizi le danno ragione.
E’ così che inizia il romanzo. Un gesto estremo, compiuto davanti a spettatori attoniti, con la morbosità di assistere ad un atto così violento, senza distogliere lo sguardo e nel contempo evitando di esserne coinvolti.
Tra gli astanti, c’è anche chi è riuscito a manipolare la mente della donna. Ma perchè? Come ci si può impossessare dei pensieri di una persona e renderla completamente succube?
Sarà che i thriller psicologici mi piacciono molto, sarà che era molto tempo che non leggevo un romanzo così ben scritto, che non vorrei raccontare di più, per lasciare quella suspence che mi ha inseguito durante la lettura, quel..nervo scoperto che mi impediva di interromperlo.
Dirò solo che lo scrittore gioca con quelle che sono le maggiori paure, quelle che tolgono il sonno, quelle che fanno impazzire e insiste, come la classica goccia fredda sulla testa tipica dei metodi di tortura cinesi, fino a costringere le persone a fare qualsiasi cosa per vederle scomparire.
Si rivela anche una storia triste, per certi versi, quando capisci che chi manipola non è solo carnefice, ma anche prigioniero di un sogno.
Qui la scheda del libro:Il manipolatore
E la possibilità di leggerne un estratto: Estratto

Lo scrittore:
Nato in Australia nel novembre 1960, prima di dedicarsi alla scrittura di romanzi, Michael Robotham ha lavorato per diversi giornali e riviste in Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Come ghostwriter, ha collaborato con politici, pop star, psicologi, avventurieri e personaggi dello spettacolo alla stesura delle loro autobiografie. Il suo primo romanzo, The Suspect, è stato tradotto in ventidue lingue, mentre il secondo romanzo, Lost, ha vinto in Australia il premio Ned Kelly come miglior thriller del 2005. Nel 2008 Il manipolatore si è aggiudicato sempre il Ned Kelly Award come miglior thriller dell’anno. Michael Robotham vive con la moglie e le loro tre figlie a nord di Sidney.