Ray Bradbury – Il popolo dell’autunno

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Il libro:
Editore Mondadori / Piccola biblioteca Oscar
Anno 2002
278 pagine – Formato tascabile
Traduzione di Alessi R.

La trama:

Arriva il circo in una tranquilla cittadina dell’Illinois, a pochi giorni dalla festa di Halloween, il quale promette di avverare tutti i desideri possibili e immaginabili, compresa l’eterna giovinezza. Ma c’è qualcosa che non convince i due amici James Nightshade e William Halloway, adolescenti curiosi che sconfiggeranno le forze del male che si annidano in quell’apparente tendone innocente.
E’ un libro carico di significato, che conduce nel mondo della fantasia, nel mondo delle paure e dei desideri. La paura, vista dall’ottica di due bambini, amici per la pelle, che affrontano insieme la vita e le difficoltà, che coraggiosamente sfidano cose più grandi di loro e proprio per questo con la bramosia di crescere in fretta, di non essere più così piccoli e poter sconfiggere il male.
In contrapposizione, una donna che avrebbe voluto essere più giovane, avrebbe fatto di tutto per rivedersi allo specchio ancora bella e desiderabile, ma anche un uomo, padre di uno dei due ragazzi, con la delusione di essere arrivato sul viale del tramonto senza aver fatto nulla di buono.
Ci sono dei passaggi nel libro che sono grandiosi, da appuntarsi e da ricordare ogni tanto:
“Il male ha solo il potere che noi gli diamo”
“Fai doppia fatica a essere un agricoltore che a essere il suo maiale. Credo sia lo sforzarsi di essere buoni che finisce per aprire la crepa nel muro, una notte.E anche un uomo di alti princìpi..qualche volta basta che gli cada addosso un capello per piegargli la spina dorsale”.
La contrapposizione che caratterizza tutta la nostra vita: il bene e il male. Sono entrambi dentro di noi, ma spesso non ci accorgiamo che basta un granello di sabbia per far pendere la bilancia dalla parte sbagliata…

Lo scrittore:

Ray Bradbury, genio della letteratura gotica e della fantascienza. Nasce nel 1920 da genitori di origini modeste. Si trasferisce in California nel 1934, a seguito della grande depressione e si cimenta in racconti di fantascienza, che raccoglie nel 1950 nel volume “Cronache marziane”. Il grande successo lo ottiene l’anno dopo, con il libro “Farenheit 451”, un inno alla lettura in una società quasi amorfa, da cui è stato tratto anche un film, diretto da Francois Truffaut.
Ha scritto numerosi romanzi e continua ad essere uno dei migliori scrittori del genere fantascientifico.