Glenn Cooper – L’ultimo giorno

2214
Il libro:
Editore Nord
Anno 2012
468 pagine – rilegato con sovraccopertina
Traduzione E. Cantoni

Trama e recensione:

Alex Weller è uno scienziato. E’ lui il fondatore della Uroboros Society, un’associazione che si pone l’obiettivo di ricreare, attraverso esperimenti sul cervello delle cavie, il momento di passaggio dalla vita alla morte. Rivedere quel tunnel di luce che gli successe durante l’incidente d’auto in cui perse suo padre. Si vedeva distintamente e lo chiamava, lo esortava a raggiungerlo. Appena pochi passi e Alex lo avrebbe riabbracciato. Ma non riuscì e da quel momento fu l’unico chiodo fisso della sua esistenza. Sarebbe riuscito a ripetere quella sensazione meravigliosa, con ogni mezzo, anche uccidendo. Le cavie erano state le sue vittime, ma non erano sufficienti. 
Cyrus O’Malley non voleva fare il poliziotto, il pensiero non l’aveva mai sfiorato, ma ci si è ritrovato nel mezzo, per colpa di suo padre. Ma il suo lavoro lo sa fare con coscienza e con tenacia. Un caso particolare lo coinvolge e lo atterrisce: alcune prostitute sono state trovate morte, con un foro molto piccolo alla base del loro cranio, a quanto pare effettuato da un trapano. 
Questi due personaggi, apparentemente così distanti, sono accomunati da qualcosa di importante: la speranza di una vita oltre la morte, la presenza di Dio e del delicato passaggio che attende tutta l’umanità, in attesa che la luce la avvolga. 
Hai ragione, ci saranno morte e distruzione, ma tu parti da un presupposto errato. La morte non è un male. vedi, questo è l’errore di fondo. Noi siamo sulla terra per un breve periodo, nessuno può negarlo. Però la morte non è la fine di tutto. E’ il passaggio tra la dimensione fisica e quella spirituale. Dunque non è una catastrofe. Non bisogna averne paura.” 
Come affrontereste la morte, se aveste la certezza totale, assoluta, tangibile, che vi attenda qualcosa di meraviglioso, che foste in grado di riabbracciare i vostri cari, se tutto fosse avvolto nella beatitudine e nella sensazione, palbabile, che davvero è questo il regno dei cieli? 
Chiunque abbia subito la perdita di una persona, ha un dolore tanto immenso quanto inconsolabile, così forte da cercare a tutti i costi di rivederla il prima possibile, senza dover attendere la propria dipartita. Il proliferare di santi, santoni, sette, medium ecc. che esistono al giorno d’oggi è alimentato, purtroppo, da chi non riesce a rassegnarsi all’inevitabile. Alex Weller è uno di questi, ma il suo sistema per raggiungere il padre è meramente scientifico: attraverso alcuni studi nelle zone dell’amigdala e dell’ippocampo delle cavie – zone primitive del cervello – è convinto di aver trovato un peptide che scatena una reazione fortissima nella “sede dell’anima”, creando una reazione sconvolgente: si vedono i propri defunti e, attraverso un sentiero di pietre, si riescono a raggiungere e riabbracciare. Un viaggio attraverso l’ignoto, che solo alcune esperienze di pre-mortem hanno potuto confermare. In realtà, tutto questo è possibile solo iniettandosi il ricavato del composto di Alex, che ha l’effetto di una droga a tutti gli effetti. Partendo dal presupposto che “il fine giustifica i mezzi”, lo scienziato non ha alcuno scrupolo nell’attuare la sua ricerca, anche uccidendo. 
Se non riusciamo a provare l’esistenza di Dio, se non abbiamo una prova tangibile, non riusciamo a credere. E’ questo il messaggio che Glenn Cooper ci vuole trasmettere. Crediamo agli UFO, crediamo ai fantasmi, ci affidiamo alle sette religiose. Noi esseri umani siamo in balìa dell’ignoto e del noto, filtriamo le informazioni e le rielaboriamo. Sembriamo razionali e disincantati. Ma basta che una sola persona ci dica di essere in grado di darci risposte certe sull’esistenza di una vita oltre la morte, che ci permetta di provarle sulla nostra pelle, che siamo disposti a metterci nelle sue mani, affidandogli perfino la nostra stessa vita. 
Un romanzo commovente, doloroso. Che riporta alla mente i defunti che ci attendono “dall’altra parte” e che personalmente non ho fretta di rivedere, semplicemente perché loro sono sempre con me, anche ora. 
Un messaggio di speranza e di fede, anche per chi non crede. Anche per chi pensa che la morte sia la conclusione di un viaggio. Un thriller intenso, un inno alla vita.

Qui  la mia recensione de Il marchio del diavolo

Lo scrittore:
Glenn Cooper è uno straordinario caso di selfmade man. Dopo essersi laureato con il massimo dei voti in Archeologia ad Harvard, ha scelto poi di conseguire un dottorato in Medicina. Attualmente è presidente e amministratore delegato della più importante industria di biotecnologie del Massachusetts, ma, a dimostrazione della sua versatilità, è anche sceneggiatore e produttore cinematografico.
La Biblioteca dei Morti è il suo primo romanzo. Ha pubblicato, sempre con Editrice Nord, Il marchio del diavolo, La mappa del destino e Il libro delle anime.