Intervista a Matteo Righetto

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foto di Matteo Righetto

Oggi ospitiamo su Contorni di noir Matteo Righetto: insegnante, scrittore, ideatore – cofondatore di Sugarpulp e direttore artistico dell’omonimo festival letterario internazionale, nonché direttore di Scuola Twain. Ha pubblicato con TEA “Savana Padana” e il suo prossimo romanzo sarà pubblicato da Guanda.

1. Buongiorno prof! “Docente di lettere e scrittore”, così recita il tuo profilo. Come convivono queste due passioni? 
M.: Convivono perfettamente. Ho la fortuna di essere pagato per fare esattamente ciò che ho sempre sognato: narrare storie e insegnare letteratura ai giovani, comunicare con loro e trasmettere questa mia grande passione. Prova ne è anche l’ideazione di Sugarpulp e la fondazione del progetto Scuola Twain, di cui sono direttore. 
2. Hai pubblicato Bacchiglione Blues, nel 2011 (Perdisa Pop), Cloudy Water, racconto in “Venice Noir” nel 2012 (Akashic Books, New York) e poi hai ripubblicato Savana Padana nel 2012 (TEA), dopo essere uscito nel 2009 con Zona. I prossimi romanzi verranno pubblicati da Guanda. Com’è cambiato il modo di scrivere nel corso dei tuoi romanzi? 
M.: Più che il modo di scrivere è cambiata soprattutto la natura delle storie e il “punto di vista” narrativo. Bacchiglione Blues e Savana Padana rappresentano un tentativo, a mio modo di vedere pionieristico, di raccontare una certa criminalità radicata nel Nordest in chiave dissacrante, politicamente scorrettissima e grottesca. Una sorta di “epica bovara” in salsa pulp, folk-noir e western. Nei prossimi romanzi ci sarà la medesima potenza, ma saranno diversi soprattutto i toni e il registro linguistico. 
3. A proposito di Savana Padana, ce ne vuoi parlare, a cominciare dal titolo alquanto originale? 
M.: Il titolo nasce dalla volontà di creare un parallelo tra la grande savana africana e il piccolo paese veneto dove viene ambientata la mia vicenda. Così come la savana africana infatti è popolata dai grandi predatori animali che si azzannano l’un l’altro per la sopravvivenza, allo stesso modo la savana padana è popolata da bande di criminali senza valori che si ammazzano come bestie in nome del denaro, dei schèi. La savana africana poi è dominata dal gran caldo, proprio come quella padana durante i giorni in cui si sviluppa la storia, quando in quella landa desolata e perduta del veneto un’afa terribile sovrasta senza pietà uomini e cose. 
4. Non credo ci sia, come molti scrittori fanno ultimamente, un personaggio..seriale. Una scelta voluta o un caso? 
M.: Una scelta assolutamente voluta. Amo raccontare storie, non episodi. 
5. In “Bacchiglione blues” si parla di un territorio che ricorda la Louisiana occidentale, tra campi di barbabietole e pallottole vaganti. In “Savana padana” c’è un riferimento all’Africa e alle sue asprezze e contraddizioni..sembra che il Nord est racchiuda uno e mille Paesi..cosa ne pensi? 
M.: Penso che sia proprio così. Non esiste in Italia un territorio che da un punto di vista naturalistico, geografico e geomorfologico sia così vario come quello veneto. La mia regione offre davvero di tutto: il mare, la laguna, la pianura, la collina, i colli di origine morenica, i colli di origine vulcanica, i piccoli laghi, il grande lago, le prealpi, le Alpi, le Dolomiti. E infatti vedrai che nel il mio prossimo romanzo… 
6. Con il movimento letterario Sugarpulp, hai avuto la possibilità di conoscere molti autori stranieri, quindi a contatto più stretto con la letteratura americana e il suo stile. Quali pregi o difetti trovi rispetto alla letteratura italiana? 
M.: Sarebbe assurdo provare a condensare in due righe un discorso eminentemente letterario, per quanto riguarda invece pregi e difetti degli autori con cui ho avuto a che fare, beh, debbo dirti che in generale riscontro quasi sempre una disponibilità, una umiltà e una generosità molto più spiccate tra gli autori americani che in quelli italiani. 
7. Che rapporto ha lo scrittore Matteo Righetto con il territorio in cui vive, visto che è lo stesso ambiente in cui si svolge la trama del romanzo? 
M.: Mi piace raccontare il mio territorio e mi piace considerarlo addirittura il più importante tra i personaggi. Per me l’ambientazione di un romanzo non deve essere semplicemente una realtà spaziale di cornice entro la quale collocare dei personaggi con le loro azioni. Io amo da un lato la natura e dall’altro le letterature e gli scrittori legati al territorio, qualsiasi esso sia, dal Texas di Lansdale e McCarthy, al Midwest di Woodrell, alla Puglia di Di Monopoli. Io sono veneto e volevo ambientare e per così dire calare questa storia nella provincia e nella natura della mia regione. Adoro descrivere certi ambienti aspri e ruvidi al pari degli uomini che vi vivono. 
8. Ma tu, nella Savana africana, ci sei mai stato? 
M.: Mai. Però al biennio del liceo insegno anche geografia… un po’ credo di conoscerla, almeno la sua climatologia. 
9. Leggo che anche tu, come me, ami la scrittura di Joe R. Lansdale (così come lui ama molto noi italiani..), che peraltro è anche tuo amico. Quali caratteristiche apprezzi di più nella sua scrittura? Quali similitudini – qualora ce ne fossero – tra il suo stile e il tuo? Texas = razzismo come Nordest = ? 
M.: Della sua scrittura amo l’ironia, l’imprevedibilità, la spietatezza. Per i miei primi romanzi Joe è stato un riferimento assoluto e credo che si noti chiaramente. 
10. Massimo Carlotto, Alberto Custerlina, Matteo Strukul, Alessandro Bastasi. Molti scrittori si concentrano nel Nord Est italiano. Una zona piena di contrasti e spesso vittima di una convivenza forzata con malavita organizzata e un sottobosco di immigrazione. Mi dici la tua? 
M.: Onestamente credo di avere risposto esaurientemente alla tua domanda scrivendo Savana Padana. Io sono un narratore, non mi va di sbilanciarmi in considerazioni politico-sociali. Invento e scrivo storie, il resto del lavoro lo facciano i critici letterari o i sociologi. 
11. Mi collego alla domanda precedente, per chiederti se hai preferito connotare il tuo romanzo di una buona dose di fantasia rispetto al tema della denuncia. Potrebbe essere un modo diverso di presentare lo stesso punto di vista? Alleggerire la trama aiuta? 
M.: Io al tema della denuncia non ci penso proprio. Se poi qualcuno ce lo vuole vedere, benissimo. Pacchiano sul Sole 24ore ha dichiarato che Savana padana aiuta a capire il nordest meglio di mille trattati di sociologia, ma non sono parole mie. Quando scrivo un romanzo non voglio denunciare alcunché, non sono uno scrittore engagé. 
12. Si parla spesso di quanto corruzione e politica siano complici in un Paese ormai annebbiato da Grandi Fratelli e talk show. Cosa si può trasmettere attraverso la scrittura? Secondo te c’è ancora spazio per la riflessione e il dialogo? 
M.: C’è sempre spazio per la riflessione e il dialogo, e la scrittura è sempre utile in tal senso, certamente. 
13. Cosa ne pensi dell’editoria italiana oggi? E’ la pigrizia della lettura o l’offerta non è sufficiente? 
M.: L’offerta non è mai stata così ampia e varia come ora. I problemi relativi alla crisi della lettura sono molti e dici bene: la pigrizia è certamente uno di questi. Non si commetta però il solito errore pregiudiziale che ritiene che questa pigrizia sia una peculiarità tutta giovanile, perché non è affatto così. Si tratta di una pigrizia alla lettura che colpisce anche i 40enni e i 50enni. Per quanto riguarda l’editoria, come in tutte le cose c’è del buono come no. 
14. In una tua precedente intervista, sottolinei la mancanza di una netta divisione tra bene e male, ma forse perché prevale la lotta verso la sopravvivenza. Come a dire: “Uno è buono finché non ha bisogno di diventare cattivo.” Cosa ne pensi? 
M.: Penso che spesso sia proprio così, sicuramente lo è in Savana Padana e in Bacchiglione Blues. 
15. Noir, pulp, hard-boiled. Generi molto diversi tra loro, ma che possono convivere allegramente. In quale inquadreresti Matteo Righetto? 
M.: In tutti e nessuno. Finora credo di non aver mai voluto perseguire consapevolmente i canoni di un genere, ma di aver semplicemente voluto raccontare una certa storia con un certo registro linguistico e un certo tono, finendo per attraversare più generi letterari. E sarà così anche in futuro. Chi si aspetta da me storie simile a quelle pubblicate finora è avvisato: sarà spiazzato e anche di brutto! 
16. Fai un gioco per il mio blog e descrivi una canzone che abbineresti al tuo romanzo. 
M.: Per Savana Padana? For Those about to rock degli AC DC e Miss Chan dei Guano Padano. 
That’all, folks! Grazie e alla prossima, Matteo.
Grazie a te!