Erano seduti a tavola da quasi tre ore. Le ginocchia gli facevano male perché non era abituato a rimanere fermo così a lungo. L’ispettore Di Noir ruppe a metà uno dei grissini torinesi che aveva davanti, poi ancora a metà e così via finché non rimasero altro che briciole.
A fianco a lui una donna sui trenta non aveva ancora smesso di raccontare l’ultima vacanza a Scarmelscieic. Adesso era arrivata al momento in cui uno degli animatori s’era messo a farle una corte smodata, ovvio. Dall’altra parte, alla sua sinistra, una coppia di ultra sessantenni stava discutendo in merito alla qualità del pollo arrosto che era stato servito due portate fa. La moglie insisteva che fosse troppo asciutto, lui annuiva e intanto faceva palline con la mollica.
Di fronte c’era la festeggiata, una bella ragazza, mora, loquace quanto basta e decisamente brillante. Stava rispondendo a un amico che, per l’ennesima volta, voleva farsi fare una foto con lei mentre si baciavano. L’amico era un po’ alticcio e pretendeva un bacio sulla bocca. Lei, con simpatico savoir faire, lo aveva già mandato a quel paese e cercava di rispedirlo dalla fidanzata che nel frattempo era attaccata al telefonino a messaggiare con ignoti.
Leggermente a sinistra della festeggiata c’era un uomo sulla cinquantina, ben piazzato, ma non grasso, che un tempo doveva aver avuto una bella chioma mentre ora esibiva un tatticissimo taglio corto. Azzimato nei modi, non aveva però resistito alla tentazione di fare scarpetta quando erano state servite le tagliatelle al ragù. Comprensibile: mai mangiato nulla di così buono.
Infine, alla destra della festeggiata, c’era una seggiola vuota. Poco prima era occupata da un giovane di circa trent’anni (l’aspetto era sicuramente giovanile, anche se poteva avere qualche anno in più…) che adesso girava tra i tavoli elargendo saluti e baciando donne sulle guance.
D’un tratto l’ispettore Di Noir si chiese cosa cavolo ci stesse facendo a quel pranzo. Di tutti quelli che c’erano intorno non conosceva nessuno – a parte la festeggiata – e aveva parlato a malapena con i suoi vicini di sedia (figuriamoci se si riusciva ad interrompere Miss Vacanza a Scarmelsceic…). Guardò l’orologio: le quattro meno un quarto. Quella sera doveva registrare l’ultima puntata della sua serie preferita, ma non ricordava d’aver programmato il lettore.
Fece per alzarsi, quando d’improvviso arrivò il cameriere con una fiamminga ricolma di patate al forno e quadretti di speck. Si scostò dando modo al cameriere di infilarsi tra lui e il marito costruttore di palline di mollica. Vide il piatto inclinarsi al suo fianco, sorretto con mano esperta, e sentì il cameriere chiedergli: “Vuole il…Terzo Contorno?”.
L’ispettore lo guardò e poi disse stentoreo : “No, non è il caso”.
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Avete letto “(Non è il caso de) Il Terzo Contorno”. Con questo brevissimo pastiche abbiamo voluto rendere omaggio al nostro blog letterario che oggi compie tre anni. Grazie a tutti quelli che ci seguono, che ci leggono, che commentano e che ci aiutano a crescere.
E un grazie particolare a tutti i collaboratori di Contorni di Noir per il loro impegno:
Michele per la sua genialità e la sua fantasia
Rosy per la dolcezza e l’entusiasmo che mette nelle sue recensioni “di pancia”
Aurelio per l’intuito e la pazienza.
Tornerà l’ispettore Di Noir? Chi lo sa… chi può dirlo…
(Copertina creata da Michele Finelli. Immagine della copertina tratta da www.imgion.com)
Un ringraziamento particolare a Anna Da Re e ai colleghi di Mondadori, che hanno approvato la copertina senza opporre resistenze!