Editore: Perdisa Pop – Collana: Corsari
Anno 2013
Genere Thriller
pag. 272 – ebook
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Ho saputo della prematura scomparsa dello scrittore quando ho intrapreso il mio solito percorso d’informazione prima di redigere la recensione. Uno scrittore prolifico, sempre legato al suo amore iniziale per la controcultura tanto che lo portò ad essere redattore della rivista “Re Nudo”.
Di questo libro non parlerei come di un noir, ma proprio di un thriller – seppur lontano dai modelli sesso/azione – un thriller molto nostrano, di quelli in cui trovi gli intrighi di provincia, i ricatti, i politicastri che negano qualsiasi cosa (ma soprattutto l’evidenza), gli zingari cacciati dai campi nomadi dai favolosi benpensanti e irreprensibili cittadini (che tutto sono meno che questo); ma non finisce qui: ci trovi anche gli imprenditori che non esitano a truccare le carte per fregare i polli a loro volta vittime sacrificali dei consulenti finanziari senza scrupoli se non quello di mettersi in tasca tutto il possibile. Sopra tutto questo marcio la levità di uno scrivere bello, ironico e divertito mentre usa il gioco quale metafora dell’esistenza.
E’ una storia complessa quella che Binaghi mette in scena, ricca di vicende e personaggi. Il protagonista è uno di quelli a cui ci si affeziona sin dalla descrizione. Francesco Branca – Black Jack – è un giocatore d’azzardo, sciupafemmine, abilissimo con le carte, dotato del necessario sangue freddo che gli permette di sedere al tavolo in cui vengono posti sul piatto enormi somme di danaro senza tradire alcuna emozione.
La sua arroganza e sicurezza nascondono segreti nel suo passato svelati – a chi sa notarlo – solo dal suo terrore del buio, retaggio dell’abbandono subito da parte della madre. A “incansinare” la vicenda ecco che arriva Rossana la donna per cui si è disposti a fare di tutto, quella che cattura per sempre il cuore di Francesco. E’ per lei che Black Jack è disposto a giocarsi il tutto per tutto, a rischiare quello che fino allora non ha mai fatto. Quando lei viene accusata dell’omicidio del suocero (ucciso con una carta da gioco…) ecco che Francesco si spingerà fino ad Odessa per giocarsi – in una partita con Zio Oleg – gli indizi che lo porteranno a scoprire il vero assassino.
Binaghi è molto bravo a descrivere, a creare gli ambienti in cui i suoi personaggi si muovono, ma soprattutto sono molto credibili gli scambi di battute e le situazioni, anche assurde, in cui li ritroviamo. In ogni riga troviamo e saggiamo un profondo amore per la parola che lo porta a costruire periodi musicali, che ti ritrovi a rileggere per la fluidità e la chiarezza che trasmettono. Vi ritroverete a dubitare di tutti, vi arrabbierete alle riflessioni amare di Francesco. I più attenti troveranno belle citazioni, mai scontate. Il libro è un bel esempio di equilibrio tra una narrazione cupa e cattiva del puro thriller e passaggi di estrema levità e divertimento (tipo quando Francesco finge che la madre fosse una zingara o quando Leonetti, l’ispettore, si finge il pollo in una partita a carte…), ma anche momenti di tenerezza e introspezione.
Come scrivevo poco fa, non parlerei di noir, per questo libro. O meglio: l’ambiente, l’atmosfera sono noir, ma i colpi di scena e il movimento generale è thriller. L’autore è molto bravo a portarci fini al punto di svolta, un punto che si è caricato – nelle pagine precedenti – del giusto peso di interrogativi che smuovono la nostra fantasia e sa giocare bene le sue “carte” (…ehe!). Fa un certo effetto ritrovarsi schiaffati in faccia tutti i vizi dell’italietta che gioca con le carte truccate, ma soprattutto rendersi conto che sono vizi che non ci sconvolgono più, perché sono oramai diventati il paesaggio davanti al quale le cose accadono.
Consigliatissimo e da mettere tra i libri da rileggere.
Michele Finelli
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lo scrittore:
Valter Binaghi (14 luglio 1957 – 12 luglio 2013) è stato insegnante, musicista e scrittore. Negli anni Settanta si è occupato di controcultura e movimenti giovanili come redattore della rivista “Re Nudo”. Tra i suoi libri ricordiamo: La porta degli innocenti (Dario Flaccovio, 2005); I tre giorni all’inferno di Enrico Bonetti cronista padano (Sironi, 2007); Devoti a Babele (Perdisa Pop, 2008); Ucciderò Mefisto (Perdisa Pop, 2010);Johnny Cash, The Man in Black, con Francesco Binaghi (Arcana, 2010); La sposa nera (Senza Patria, 2010);Dieci buoni motivi per essere cattolici, con Giulio Mozzi, prefazione di Tullio Avoledo (Laurana, 2011);Melissa, la donna che cambiò la storia (Newton Compton, 2012).