Stefano Crupi – Cazzimma

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Editrice Mondadori
Genere Narrativa
Anno 2014
250 pagine – brossura con alette

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copertina_cazzimma_definitivaSe la vita è dura da qualsiasi altra parte del mondo, a Napoli è estremamente più dura. E questo lo sa bene Sisto, ragazzo diciottenne che, avendo deciso che la strada migliore per fare i soldi non è quella legata al lavoro onesto, fa consegne di droga con il suo scooter zigzagando fra i grattacieli del centro direzionale, la frontiera di enclave tecnologica con la città brulicante, sbuffante, all’apparenza scossa da un fermento strisciante.
Comincia così il romanzo d’esordio di Stefano Crupi, giornalista casertano – idea nata da un articolo di Giuseppe D’Avanzo, giornalista de La Repubblica recentemente scomparso, intitolato “Napoli, tra i ragazzi che dicono ‘siamo camorristi nella capa’ – che ha scelto di raccontarci una Napoli conosciuta attraverso i mezzi di informazione come una con il più alto tasso di criminalità, nella quale ogni ragazzino ha lo sguardo opaco e obliquo degli animali incattiviti, uno sguardo sul baratro profondo della povertà più desolata nei quartieri dimenticati di periferia. Luoghi in cui occorre avere unghie per graffiare e mascelle forti per stringere e strappare. E se non sei sufficientemente “cazzimma”, avrai vita breve.
Un aggettivo che sta a significare, come dichiarato anche dal cantante napoletano Pino Daniele, un neologismo dialettale per indicare una sorta di opportunismo a tutti i costi, attraverso la propria furbizia, la scaltrezza e, diciamo così, un po’ di pelo sullo stomaco. A questo si aggiunga la cattiveria gratuita e arriviamo al prototipo del soggetto.
In realtà, Sisto è ancora uno sprovveduto che, insieme al suo amico Tommaso – alias Profumo, soprannominato così perché vendeva boccette di profumo rubate su un banchetto – pensano di poter vendere droga ai quartieri alti senza che il boss del quartiere ne venga a conoscenza.
Il ragazzo – orfano di padre, morto quando lui era piccolo – vive con la madre e lo zio Antonio. Antonio da giovane era uno spaccone e credeva di poter essere immortale, aiutandosi dalla furbizia e dalla fortuna. Ma con il passare degli anni, la doccia fredda che lo ha travolto ha cancellato ogni residuo di gioventù e lo ha gettato sull’asfalto ruvido della realtà.
Una realtà che lo ha schiacciato e lo ha reso succube del sistema, nel quale è preferibile frequentare un boss per fare il salto di qualità e guadagnare meglio, anziché continuare a gestire un bar. Un sistema che lo ha costretto ad avere paura, per se stesso e per suo nipote, ancora giovane e con la voglia di spaccare il mondo.
La città fagocita uomini e li sputa quando non servono più. E’ così per il boss Cavallaro e i suoi uomini, che decidono della vita e della morte di chi sta loro accanto.
Ma ogni tanto qualcuno riesce ad alzare la testa e riappropriarsi della dignità e del rispetto di uomo libero, anche se il prezzo da pagare sarà davvero molto alto..
Ho già letto romanzi che parlano di Napoli, da Maurizio De Giovanni a Stefano Piedimonte, a Simonetta Santamaria e ogni volta trovo delle sfaccettature e degli angoli diversi di una città controversa e allo stesso tempo unica.
Stefano Crupi ha scelto di condurci nella parte più nera e disperata di una città che non sceglie, ma subisce. Un “cul de sac” obbligato per chi vive nei quartieri più poveri, nel quale la criminalità sguazza e pesca – come fosse in un acquario umano – qualsiasi soggetto che possa sfruttare a proprio piacimento.
Il romanzo è raccontato in terza persona, ad eccezione dei personaggi di Sisto e di zio Antonio – scelta azzardata ma non mi dispiace – che emergono prepotentemente dalla storia e ne tengono le fila. Poco spazio alle donne in questa storia, relegate a madri illuse (o cieche?) che i propri figli siano solo disorientati e non delinquenti incalliti.
La scrittura è feroce, cruda, senza filtri.
E’ la storia di due uomini, smarriti e divisi da un gap generazionale che li fa approcciare in maniera diametralmente opposta alla legge della strada.
E’ una storia che apre uno spiraglio sul cambiamento – molto tenera la storia d’amore tra Carmela e Sisto, descritta lasciando il giusto afflato alla trama – e sul non dare per scontato che il destino che ci attende venga deciso da altri, anche se alla fine rimane un certa amarezza.
Davvero una sorpresa il romanzo di Stefano Crupi, che ha tutte le potenzialità per guadagnarsi un posto in prima fila.

Cecilia Lavopa

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Lo scrittore:
Stefano Crupi, laureato in Economia, giornalista dal 2010, si occupa di libri e di economia. Ha scritto per Linkiesta, Tuttiinpiazza.it, Fresco di stampa, Sportcasertano.it. Cazzimma, è il suo romanzo d’esordio.