Alessandro Bongiorni – La sentenza della polvere

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Milano vista sotto un’altra prospettiva: la città dei contrasti, che offre scorci nascosti di piazze e di statue per lo più sconosciute, ma che sembrano celare l’anima più vera della metropoli. Rodolfo Carrera ne fa parte, ne respira lo smog impregnato nei mattoni. Ama passeggiare di notte e riflettere all’eco dei suoi passi.

Il vice commissario sa bene però che c’è sempre il risvolto della medaglia ed è consapevole di quanto Milano possa regalare, ma anche quanto possa distruggere. Il ritrovamento di un ragazzo morto per overdose nei pressi di Via Padova se all’apparenza sembra l’ennesimo caso di tossicodipendenza, in realtà non è così. Il figlio del commissario Fenisi, tossicodipendente in stadio avanzato, aveva deciso di disintossicarsi ed era stato ricoverato in una clinica prestigiosa, che garantiva ottimi risultati. A distanza di pochi giorni, la morte inspiegabile del giovane.

Rudi Carrera dovrà indagare sul caso e appena inizia a scavare nel torbido, scopre che alcune gang di latinos si stanno contendendo i territori per il traffico di droga. Trattasi di eroina e la posta in gioco è talmente alta che non si fanno scrupoli a usare la violenza a colpi di machete a chiunque tenti di fermarli.
A complicare le cose, ci si mette anche Sandro Chiodi, giornalista alla ricerca dello scoop che gli faccia fare il salto di qualità, il quale pubblica degli articoli che coinvolgono poliziotti e politici, tra cui Raul Monteferri – assessore alle politiche sociali – disposto a tutto per vincere le elezioni europee, tanto da usare la campagna contro la droga come campagna elettorale.
E a questo punto non si torna più indietro e Rodolfo Carrera dovrà decidere se scendere a compromessi o tirarsi indietro..

Alessandro Bongiorni ha tenuto in cantiere questo romanzo per due anni e mezzo prima di vederlo pubblicato dalla casa editrice Piemme, dopo un attento editing da parte di Lara Giorcelli e il risultato è un quadro molto cinico e spietato di una città che nasconde mille sfaccettature, che non puoi fare altro che amare e nel contempo detestare. L’autore è vissuto nelle vie che racconta e gli sembrava naturale svolgere la trama proprio attraverso i luoghi che conosce.

La triste realtà del ritorno dell’eroina dal 2010 – non più da iniettarsi in vena, ma sniffandola – porta giornalmente alle ribalta delle cronache le lotte per il controllo del territorio da parte dei latinos i quali, nell’immaginario collettivo, fanno pensare a qualche bullo d periferia.
In realtà, sono criminali organizzati e pericolosi, collusi con stranieri di altre nazionalità che si arricchiscono con la vendita della polvere  bianca.

Chi avrà amato leggere “Il potere del cane” di Don Winslow – recensito su Contorni di noir – troverà alcune similitudini nel romanzo di Alessandro Bongiorni, a cominciare dalla copertina (per sfumature, per colori), proseguendo in una trama che, in alcuni punti, risulta essere “americanizzata”. Lo è quando i personaggi che popolano il romanzo, tutti ampiamente caratterizzati, bevono J&B come fosse acqua, lo è durante gli interrogatori dei sospettati. Lo è nella struttura della trama.

Si percepisce l’intenzione dello scrittore – cresciuto con le letture di Winslow, Scerbanenco, Bunker, Stevenson, Elmore Leonard  – di fare propria l’arte del dialogo imparando dai maestri della letteratura.

La sua capacità è stata quella di emularli, mantenendo ferma una struttura legata al nostro territorio, creando una trama indissolubilmente legata ai luoghi in cui è cresciuto. Se Rodolfo Carrera saprà essere all’altezza di Art Keller o di Duca Lamberti, sarà solo grazie alla penna di Alessandro Bongiorni.

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Lo scrittore:
Nato a Milano nel 1985, è laureato in Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso l’università IULM. Ha conseguito anche la laurea magistrale in Televisione, Cinema e New Media, con una tesi su Elmore Leonard. Dal 2008 è giornalista pubblicista e negli ultimi anni ha svolto diversi lavori nel campo dei media. Una nuova voce nel panorama noir italiano.