Greg Iles – L’affare Cage

3007

Editore Piemme
Anno 2015
Genere Thriller
920 pagine – brossura
Traduzione di A. Martini
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affarecage1400_9f3152e0f436e6ea552ec08462dc5febEra da lungo tempo che non leggevo libri di queste dimensioni: oltre ottocento pagine. Confesso che di norma sono molto scettico difronte a moloch di questo tipo.
Le esperienze pregresse – eccezion fatta per il Signore degli Anelli e poco altro – hanno sempre messo in mostra i limiti, da un lato e il solo obiettivo commerciale dall’altro. Trattandosi di un autore americano e venendo da un pregresso non entusiasmante – l’ultimo di Connelly – la mia spinta verso “L’affare Cage” non era delle migliori. Prima di cominciare, riprendo la mia abitudine a disquisire in merito ai titoli. Il libro in questione è il primo di una trilogia (“Natchez Burning” – questo – “The Bone Tree” e “The Quiet Game” gli altri) dove “Natchez Burning” sta per la cittadina di Natchez sfondo di questo racconto. Il concetto è analogo a quello di “Mississippi Burning”, ambientando una vicenda nel profondo sud americano dove l’odio razziale è sedimentato al pari della coltivazione del mais. Ha un suo senso, ovviamente, e sarò curioso di vedere come verranno gestiti i titoli seguenti. Ma oramai non ci faccio più caso. Partiamo per il Mississipi adesso?

Come dicevo in apertura, la mia spinta verso un tomo di tale entità non era delle migliori e, sfortunatamente, la sensazione era ben riposta. Il problema principale in libri di tale dimensioni è, come poi si è rivelato, il fatto che l’autore – forse più per questioni legate all’editore che non proprie – deve “riempire” le pagine. In alcuni casi è un’operazione che riesce senza troppi problemi, in altri accade che vengano scritte pagine e pagine che ben poco portano alla vicenda in sé. Ma vediamo meglio.
Il libro parte decisamente bene, bello e avvincente, ritmato e coinvolgente poi, a un tratto, verso pagina 350 ecco il primo brusco rallentamento, una sorta di impantanamento lessicale. Involuzioni, una marea di flussi di coscienza uno in fila all’altro. Tengo botta circa fino a pagina 500 poi, stremato, passo direttamente all’ultimo capitolo. Ci credete che non ho preso nulla?
Ho avuto la stessa sensazione di quelli che guardano le telenovelas televisive: quattordici puntate per far svolgere un’azione di pochi istanti.

Conferma che le 800 pagine sono un’esagerazione e che il libro era, in origine, concepito per almeno la metà. Prove inconfutabili sono il ritmo letterario e le idee che rimangono chiari e validi esattamente per la metà delle pagine, mentre tutte le altre sono purè di contorno.
In quest prime pagine la suspance è notevole, il livello di mistero è ben colto poi ecco che la violenza diventa sempre più gratuita e perde tutta la sua credibilità. Inoltre l’autore indugia in alcuni stereotipi consolidati: il bianco avvocato liberal e il report sono gli eroi; il cattivo è sempre bianco WASP, grezzo e violento. Dall’altro lato la donna di colore viene tratteggiata in modo ancor più stereotipato e discutibile, soprattuto riguardo la sua sessualità. Inoltre sebbene non sia un esperto di processi e legalese (sebbene l’aver visto quasi tutte le puntate di Law & Order dovrebbe accreditarmi qualche vantaggio), ma ho avuto la netta sensazione che determinate parti siano state volutamente esagerate.

Come dico sempre al termine di una recensione non completamente positiva, ogni opinione è discutibile. Se qualcuno l’ha letto e lo ha trovato bello, tant’è. Dite la vostra, ché io ho detto la mia. Alla prossima.

Michele Finelli
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Lo scrittore:
Nato nel 1960 in Germania, è cresciuto a Natchez, Mississippi, dove vive tuttora e dove ha ambientato molti dei suoi romanzi.
Appassionato di musica, suona con i Rock Bottom Remainders: una band formata da soli scrittori, tra cui Scott Turow e Stephen King.
I suoi thriller, amati da colleghi illustri come John Grisham, Clive Cussler e Dan Brown, sono bestseller tradotti in oltre dodici lingue e pubblicati in più di venti paesi. Presso Piemme sono usciti: Ore di terrore, L’uomo che rubava la morte, Un gioco quieto, Il progetto Trinity, La regola del buio, La memoria del fiume, Il pianto dell’angelo, Il sorriso dei demoni e Una faccenda privata.
La notte non è un posto sicuro è a oggi il romanzo con cui Greg Iles ha ottenuto il maggior successo di vendite e ha raggiunto le posizioni più alte nelle classifiche americane.