Paolo Grugni – Darkland

4259

Editore Melville
Anno 2015
Genere Thriller
254 pagine – ebook
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DARKLAND FRONTEIl fatto che si entri subito nel vivo della storia è positivo perché si evitano inutili orpelli, lascia invece perplessi che un professore universitario, per di più criminologo, prelevi delle ossa, casualmente trovate, alterando così la scena di un crimine senza avvisare la polizia.

Non mi convincono alcune ingenuità che fatico a comprendere. Jerzyck e Schulze, il criminologo ed un esperto ispettore in pensione, ipotizzano che i sette cadaveri potrebbero essere stati portati nel luogo della sepoltura o uno alla volta oppure tutti insieme. Mi chiedo come possa essere possibile questa seconda ipotesi: è già problematico trasferire e occultare un corpo in un bosco, ma sette tutti insieme…

Lo so, lo so. Mi si potrebbe contestare che guardo il dettaglio perdendo di vista l’insieme del romanzo ma in un noir, in un giallo, il particolare è fondamentale e non lo si può ignorare. Il Lettore chiede all’Autore che i fili della trama vengano riannodati uno per uno, chiede delle risposte agli indizi messi in campo dallo stesso scrittore e sulla traslazione dei cadaveri non c’è chiarezza.

Il ritmo è frenetico, dinamico, senza soluzione di continuità con repentini cambiamenti di scenario: si passa da una città all’altra, da un luogo all’altro con dialoghi semplici, ma serrati. Scazzottate, pestaggi, brutali omicidi, pedinamenti si susseguono.

Sembra che Grugni non voglia soffermarsi più di quel tanto sui singoli episodi e anche la loro descrizione è “fumettistica” con continue imprecazioni da parte dei personaggi. È solo una tecnica collaudata per trascinare il lettore fino alla seconda parte del romanzo che indubbiamente cambia registro e acquista spessore.

Il tema trattato da Grugni, anche se già stato affrontato da molti altri autori, è sempre molto interessante e delicato. Il Nazismo, la personificazione del Male, l’aberrante ideologia che ha provocato scientemente milioni e milioni di morti, viene visto sotto una diversa luce. È una strada pericolosa, disseminata di trappole, quella intrapresa dall’autore che ha deciso di camminare sopra una sottile lastra di ghiaccio: un passo falso e si sprofonda.

Il fulcro di questo romanzo, che si svolge nell’arco di trentasei giorni, è un gruppo di neonazisti che ha deciso di riprendere gli esperimenti intrapresi da Joseph Mengele nei campi di sterminio, ovviamente su cavie umane.

Mi si permetta di dubitare che gli esperimenti mai conclusi ad Auschwitz  dall’  “Angelo della morte” possano avere una qualsiasi valenza scientifica: non l’avevano né allora né tantomeno oggi se condotti con la stessa metodologia. Non possono ottenere alcun risultato come si illude quel gruppo di fanatici che tanto bene ha descritto Grugni.

Non sono in grado di dare un giudizio sull’inedita chiave di lettura dell’ideologia nazista che l’autore propone. La storiografia esaminata da Grugni è troppo estesa e complessa, riesce comunque a non mitigare l’orrore del Nazismo, anzi lo condanna senza appello e senza alcun tentativo di revisionismo. Hitler, secondo Grugni, voleva  sterminare il popolo ebreo non perché lo ritenesse una razza inferiore, bensì  per la supremazia della razza ariana a scapito di quella ebraica. Questo non cambia l’orrendo  risultato: sei milioni di morti!

Nella parte finale un personaggio dice: «Se Hitler avesse vinto, la nazione tedesca sarebbe stata una nazione vegetariana. Non solo, il mondo avrebbe dovuto diventare vegetariano ovunque il nazismo avesse regnato.» Anche se è una verità storica e quindi bisogna accettarla, questo mi disturba perché si è  propensi a pensare che i vegetariani siano dei non violenti, dei pacifisti… che madornale errore questo luogo comune!

Aurelio Morandi
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Lo scrittore:
Paolo Grugni è nato a Milano nel 1962. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra i quali Let it be (Mondadori, 2004; Alacran, 2006; Jackson Libri, 2008; Giallo Mondadori, 2009), Mondoserpente (Alacran, 2006; Giallo Mondadori, 2010), Aiutami (Barbera, 2008), e L’odore acido di quei giorni (Laurana 2011). Il suo racconto 12/9 è apparso nella raccolta Anime nere reloaded (Mondadori, 2008).