Emilio Martini – I racconti neri del commissario Bertè

2688

Editore Corbaccio
Anno 2016
Genere Noir
100 pagine – ebook
[divider] [/divider]

12773205_1674143696185742_890305053_oIL POETA
Con tutta la struggente malinconia possibile, troverete la descrizione delle giornate e dei pensieri di un barbone, come ce ne sono tanti per Milano. Pensieri di rimpianti, di desideri che non potranno essere esauditi. E il sentirsi schivato da tutti o peggio ancora non essere visto affatto.
Fino ad un finale disperato.

MANNAIA
Racconto frenetico e nevrotico come la vita frenetica e nevrotica della protagonista, una mamma che dalla mattina alla sera non fa altro che correre divisa tra marito, figli, casa, spesa, traffico metropolitano. La goccia che fa traboccare il vaso è un furto e da lì la follia la farà da padrona.

IL VEDOVO INCONSOLABILE
Il proprietario di una concessionaria vedrà morire davanti ai suoi occhi la sua amata moglie Sandra, investita ed uccisa da un’auto pirata. I colpevoli devono pagare. La mente è estremamente diabolica . E poi chissà che non arrivi anche il momento dell’amore. Chi muore giace, chi vive si da pace.

QUALCOSA DI STORTO
Giovanni e Saiko. Non si conoscono, ma basta che casualmente incrocino i loro sguardi e scatta qualcosa. E’ inspiegabile ma succede. Riconoscersi tra tanta gente.. Ma almeno questo incontro, spero, bloccherà quella loro follia che riversano verso altri. I loro difetti sono complementari, si sono ritrovati come le due metà di una mela.

PIC NIC URBANO
Un racconto struggente nella sua malinconia. Bello e commovente.
Remigio e la sua Emilia. Un amore nato in là negli anni ma non per questo mento intenso, anzi, forte ed immenso. Emozionante la descrizione dei loro picnic. Insieme per sempre, anche nel fatidico momento che verrà.

IL TRAM
Un tram, gli stessi giorni, la stessa ora, la stessa linea. Giochi di sguardi. Paura, emozione, curiosità.
E finalmente conoscersi e provare la gioia dell’amore. Ma chi è veramente chi ci ha regalato tale gioia? Chiederselo e sperare di esserne liberata prima che sia troppo tardi.

CHE DIFFICILE LA MIA VITA
Paolo, un giorno è costretto a prendere la metro ma ci sarà un’esplosione nella carrozza. E una volta scoperto che l’esplosione gli ha provocato delle serissime conseguenze fisiche ( addio alla sua bella vita), la felicità di essere vivo farà spazio alla più cupa disperazione. Non si è mai contenti di ciò che si ha!

LA ROSSA
Il Carretti è in quel giorno che ce l’hai a morte con il mondo intero.
Odia tutto e tutti. E giù di elenco di tutto quello e di tutti quelli con cui ce l’ha a morte.
E su tutto e tutti la Rossa dei cartelloni. E con la fantasia il Carretti immaginerà quello che avrebbe tanto voluto fare nella realtà.

IL COLTELLO
Un’adolescenza difficile e poi la svolta, tutto cambia e sembra andare per il verso giusto.
Ma certe cicatrici, nascoste nel profondo dell’animo, ci sono eccome e confondono sogni e realtà. Follia devastante nei confronti di chi incrocia la strada della protagonista del racconto.

SANGUE MILANISTA
Due grandi amici, entrambi medici ed una grande e comune passione sportiva per l’Inter.
Si esce insieme. E se poi nella vita di uno dei due, Fulvio, arriva una donna che lo rende felice? E che gli fa capire che finalmente è arrivata la donna giusta? Parrebbe tutto perfetto se non per un particolare. No, proprio non può, deve assolutamente salvarlo da quella donna.

ZUMBA INUTILE
Gabriella, impiegata in un’agenzia di viaggi, così camminando per Milano ha un leggero impatto con una Spider, il conducente non è niente male e potrebbe essere proprio la persona che cerca. Ma entrambi non hanno considerato una figura terzo incomodo che non ha nessuna intenzione di sopportare ancora oltre.

MA NON … LO DIRO’
Manon Lescaut è un’opera di Puccini in quattro atti. Mirabile l’intreccio tra la storia dell’opera e quello che accade tra il protagonista del racconto e la signora che gli è seduta accanto in teatro. Un racconto tutto da leggere e gustare tra voli pindarici della fantasia scaturiti anche solo da sguardi incrociati ed un finale inaspettato.

12 racconti neri, nerissimi in una Milano altrettanto nera, nerissima.
A fare da filo conduttore solitudine e follia.
In una grande città dove tutti corrono e non c’è più tempo per nulla che non sia il solito tran-tran quotidiano, la solitudine imperversa, siamo soli tra una moltitudine di persone e il desiderio di amare e sentirsi amati spesso va oltre ogni pericolo che potremmo correre. In molti dei racconti che spero leggerete molti pagheranno a caro prezzo il desiderio di vivere dei sentimenti, la ricerca della felicità e lo scontro con la dura realtà fatta di follie umane. Follie di persone maledettamente normali, dalle quali non ti aspetteresti mai e poi mai comportamenti così devastanti. Le cronache ne sono piene, ogni giorno assistiamo a vicende che ci lasciano attoniti ed ogni volta ci chiediamo il perché, il perché di tanta follia e di tanta solitudine.
E poi ci sono altri tipi di solitudine, quella degli anziani e quella dei barboni ad esempio.
Ma tutto rientra nella normalità e questo tipo di solitudini sembrano scomparire ai nostri occhi insensibili e frettolosi.
In questi racconti ci troverete la realtà che ci circonda con uno stile che cambia ogni volta a seconda del racconto, frenetico se la storia è frenetica, malinconico e struggente se la storia è malinconica e struggente. Ho apprezzato molto questi cambi a seconda di quello che la storia proponeva.
I racconti di bello hanno anche i finali, a volte inaspettati, altre volte esattamente come ti aspettavi che fossero ma non certamente meno intensi.
Spero di avervi incuriosito abbastanza, a me sono piaciuti ed anche tanto.
L’autore è riuscito a racchiudere in questi brevi racconti tanti spunti di riflessione rappresentando la realtà che ci circonda e sulla quale non smetteremo mai di farci domande sperando di avere un giorno le risposte.

Cecilia Dilorenzo
[divider] [/divider]
Lo scrittore:
Di Emilio Martini non si sa praticamente nulla, avvolto in un alone di mistero dietro lo pseudonimo con il quale firma le sue opere, in omaggio a Emilio Salgari per il nome proprio e per un prodotto italiano di valore per il cognome, forse per dare più importanza alla scrittura che alla persona.