Editore Longanesi – Collana La Gaja scienza
Anno 2016
Genere Thriller
443 pagine – brossura con alette
Titolo originale Uglen
Traduzione di I. Basso, A. Storti
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A quanto pare è necessario che io ritiri fuori dall’armadio il mio vecchio strale nei confronti dei titoli a capocchia. Scusate la mia pedanteria, ma è che non mi va giù che il titolo di un libro venga adattato senza criterio. Sarebbe come se la “Divina Commedia” diventasse “Due amici nell’aldilà”. Certo, probabilmente sarebbero attratti ad acquistarlo molti più lettori, ma poi?
Ecco questo è quello che provo quando mi ritrovo di fronte a scelte editoriali molto consimili. Il primo lavoro di Bjørk era stato tradotto “La stagione degli innocenti” (quando il titolo originale era “Hanno appeso un angelo da solo nel bosco” – Der henger en engel alene i skogen); il secondo libro diventa – ovviamente – “La stagione del sangue” (quando il titolo originale è “Il gufo” – Uglen). Altrove lo hanno tradotto con “L’uccello morto” – discutibile – o con “Il gufo caccia sempre di notte” – migliore e più in linea. Poiché ogni volta rimango senza spiegazioni utili, mi tocca farmene una ragione (ma prima o poi a un editor lo chiedo il perché) e quindi passare oltre e darvi conto di questo secondo lavoro di Bjørk.
Non sono molti gli autori che, nel loro secondo libro, siano in grado di mantenere la qualità a cui vi avevano abituati se non fare passi avanti. Da buon lettore compulsivo di roba del genere ne è già passata a iosa sotto gli occhi e nella memoria, ma poi arriva quello che sebbene legato ad alcuni stilemi, riesce a giocare fuori dagli schemi, a sparigliare le carte e a mettervi davanti a un nuovo capitolo seppur sia un seguito. Nuovo e vecchio nel contempo. Nuovo nelle meccaniche che muovono il gruppo e le iterazioni tra i suoi appartenenti, il loro microcosmo, e il mondo esterno. Vecchio nel sapervi trattenere in ciò che conoscete già, ma che non è stucchevole riproposizione di un piatto di pasta scaldata.
Il ritmo è potente, il prologo con flashback è disturbante e vi rimarrà in testa per tutto il tratto del romanzo finché non chiuderete il cerchio. I personaggi che già conoscete – se avete letto il precedente – tornano in scena con i caratteri contraddistinti, ma se anche doveste leggere questo libro per primo, non vi rimarrebbero dei “buchi” sul passato, e trovo questo aspetto piacevole.
Il racconto procede su piani diversi, mettendo alla luce le vite di personaggi che poi finiscono per incrociarsi anche loro malgrado. Una caratteristica di Bjørk che ricorre anche in questo secondo romanzo è la capacità di mantenere tutte le trame distinte, senza incartarsi, e soprattutto disseminando dubbi e fumosità che scardinano le vostre congetture meglio di un piede di porco. Per chi conosce il primo libro vedrà una evoluzione, o meglio una definizione, del rapporto tra Hogler Munch e Mia Krüger che si orienta quasi in un rapporto padre/figlia oltre che di colleghi. Qui la follia di Mia, spinta dalle pastiglie e dall’alcool per sedare i fantasmi del passato, sfiora i limiti e, quasi come angelo custode, è sempre Hogler che con semplici gesti o parole la riporta sulla strada maestra.
Colpo di coda sul finale, con mutamenti notevoli e una sospensiva che lascia presagire – e pregustare – un terzo capitolo imminente. Bjørk si conferma, come dicevo in apertura, e concretizza la sua qualità scrittoria per questo genere letterario. La cupezza, la disperazione e la follia dei suoi personaggi sono attraversati anche da tratti di pura umanità e per questo risultano molto reali, cosa che contribuisce a suscitare brividi e impressioni durante tutta la lettura del romanzo. Non ci si stacca da questo libro, e – per i più sensibili – magari è meglio leggerlo quando fuori c’è un bel sole.
Michele Finelli
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Lo scrittore:
Samuel Bjørk è lo pseudonimo di Frode Sander Øien, poliedrico artista norvegese. Autore di pièce teatrali, musicista e cantautore, ha tradotto alcune delle opere di Shakespeare. Vive a Oslo. Presso Longanesi è uscito anche il suo precedente romanzo, il bestseller internazionale La stagione degli innocenti.