Andrea Camilleri – L’altro capo del filo

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Editore Sellerio
Anno 2016
Genere Giallo
298 pagine – brossura
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2ci3qE’ sempre a me gradito il ritorno di Andrea Camilleri in libreria, e del Commissario Salvo Montalbano nella mia quotidianità!
Sì, perché quando un personaggio è entrato praticamente a fare parte della tua vita, e di lui sai tutto, abitudini, modi di dire, stati d’animo. E’ come ritrovare un vecchio amico, no?
Ritorno graditissimo  dunque, con una storia piacevole, trama gialla ben congegnata, simpatia alle stelle! Questo, a dispetto delle molte illazioni che si sentono sulla presunta originalità delle opere dello scrittore.
Se in passato c’è stato talvolta  qualche calo di qualità, questo romanzo è stato per me un sicuro ritorno al miglior Camilleri.
Stavolta vediamo il nostro commissario alle prese con un vestito da farsi cucire per una festa di anniversario. Non vorrebbe cedere al volere dell’eterna fidanzata Livia, ma poi si arrende; ancor di più quando conosce la sarta, affascinante e simpatica donna  che lo fa capitolare del tutto. Il vestito nuovo si farà, dunque!
E invece no.
La sarta, la bella Elena, viene trovata uccisa a colpi di forbici nel suo atelier. E tutto va a rotoli. Non solo il vestito, ma pure la situazione, perché nessuno  riesce a venire a capo di questa intricata storia, che ha lati oscuri.  Che cosa ci faceva vicino alla donna morta un vecchio pezzo di stoffa blu stracciata? Da dove veniva? E il frammento di foto di un bambino piccolo? Ognuno, nell’indagine, a cominciare dal PM Tommaseo, ha ipotesi diverse, incompatibili tra loro.
L’indagine prosegue tra piccoli progressi, delusioni, botte di “nirbuso”, soste mangerecce da Enzo, storico ristoratore di Montalbano, fino alla scoperta ultima che porterà il commissario lontano dalla sua Sicilia, nella “neglia”( nebbia) a chiudere la storia.
L’intuito di Montalbano anche questa ennesima volta porta a buon fine l’indagine con buona pace del PM Tommaseo, che non aveva capito niente, come al solito!
Qualche considerazione su particolari che mi hanno colpita.
La storia ha in parallelo altre vicende: quelle, dolorose, degli sbarchi dei migranti. Vivendo nella zona “calda” del problema, Montalbano e  la sua squadra si trovano coinvolti nel servizio d’ordine. In notti lunghe e grevi di stanchezza, accolgono stuoli di umanità desolata e sfinita, partecipando alle  loro storie, cercando al meglio di aiutarli.  C’è, ad un certo punto, una frase struggente di un pescatore, che mi ha toccato il cuore; e non credo abbia bisogno di traduzione: “Il piscatori mentri che portava a riva la varca dissi:- Sapi, dottori, è inutile in questi giorni annare a piscari. Si pigliano cchiù morti che pisci.”
Si sente, in queste pagine, la “pietas” dell’autore; il profondo coinvolgimento nel problema, di grande attualità in questi tempi, e ancor di più di chi, vivendo nel luogo, le tocca con mano ogni giorno.
Un altro dettaglio che mi ha colpita:  Camilleri, attraverso la voce di Montalbano, nomina più volte il suo collega poliziotto Rocco Schiavone, (creato da Antonio Manzini) con simpatia!
Un esempio: “S’arricordò del so collega di carta, quello Schiavone mannato ad Aosta, che la prima cosa che faciva la matina, arrivanno ‘n ufficio,era di fumarisi ‘no spinello.  No, no non potiva principiare con le droghe liggere alla so età!”
Evidentemente anche Camilleri è un estimatore delle storie di Manzini, come me! In questa vicenda i personaggi di contorno sono sempre gli stessi, vecchi amici, ormai; ma il personaggio straordinario di Catarella ha qui momenti spassosi! Il suo linguaggio  particolare, che è un “camillerese” portato all’estrema comicità, con tutte le parole storpiate, da solo vale la lettura . Per concludere: il centesimo romanzo di Andrea Camilleri è per me promosso a pieni voti. Lunga vita a questo straordinario autore!

Rosy Volta
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Lo scrittore:
Nato a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925, Andrea Camilleri vive da anni a Roma. Sin dal 1949 regista e autore teatrale, radiofonico e televisivo, ha scritto saggi sullo spettacolo.  Il grande successo è per lui arrivato con l’invenzione del Commissario Montalbano, protagonista di romanzi che non abbandonano mai le ambientazioni e le atmosfere siciliane.