Marina Visentin – La donna nella pioggia

1942

Editore Piemme
Anno 2017
Genere Thriller
420 pagine – rilegato e ebook

[divider] [/divider]

Stella Romano si divide tra le sue attività di madre, moglie, autrice di libri per bambini perennemente in ritardo con le consegne. All’improvviso si accorge di avere dei vuoti mentali, ha momenti di nero, di oscurità. Compie gesti che poi dimentica, come se ci fosse uno sdoppiamento di se stessa. La madre è morta in un incendio e il padre si è tolto la vita in manicomio. Così almeno le hanno riportato quando lei aveva 4 anni. Decide che vuole andare a fondo, ricercare il suo passato anziché trovare conforto nelle pillole. Si sente inadeguata come moglie e come madre e vuole trovare uno spazio nel mondo.

Protagonista del thriller psicologico di Marina Visentin, Stella è l’io narrante del romanzo, un monologo in cui si affastellano ricordi veri e ricordi ricostruiti, omertà calibrate per nascondere un passato troppo ingombrante, che inesorabilmente torna a galla. Alla soglia dei quarant’anni è come essersi svegliata da un limbo da cui tenere fuori sensazioni dolorose, ricordi scomodi o dai contorni annebbiati. Si aprono gli occhi e realizza che, forse, il mondo è un ammasso di sorrisi vuoti e sguardi vacui.

L’autrice, giornalista, traduttrice, consulente editoriale e creatrice di un laboratorio di scrittura autobiografica, è al suo secondo romanzo, dopo il noir pubblicato nel 2012 con Todaro dal titolo Biancaneve.

L’approccio, questa volta, converge sul Thriller. Almeno così scrive Piemme per inquadrare il genere di Marina, ma io non ho trovato né suspence, né brividi, né paura.

Ho trovato invece grande sensibilità e umanità nel descrivere una donna perduta nei meandri di una vita che non le appartiene e che cerca di aggrapparsi a qualcuno o a qualcosa nell’affannosa ricerca della vera se stessa. Il suo percorso è ovviamente ostacolato da chi, per proteggerla o contrastarla, non vuole che si giunga alla parola “fine” del suo capitolo.
Il processo di distacco da Stella “prima” e quella “dopo” è ben raffigurato dalla copertina del romanzo, trasformatasi da bruco a farfalla e in procinto di librarsi fuori dalla finestra.
La figura di donna incolore e insapore, alla mercé delle decisioni degli altri, come il marito o il padre, o della sua stessa responsabile, cambia improvvisamente nel momento in cui si oppone con forza e prende in mano il volante della sua vita.

Sarà sola, Stella, ma non il lettore che, guidato da Marina, si scoprirà affannoso e complice della ricerca della donna. Vi sono molti passaggi che meritano attenzione: il processo delle adozioni e dell’affrontare la verità sui genitori biologici con i propri figli adottivi senza creare traumi; i nostri ricordi, a come ce li costruiamo in base alle informazioni che ci forniscono gli altri o a ciò che rimuoviamo se legato a un passato scomodo. Ai rapporti interpersonali, argomento che Marina affronta sotto vari aspetti soffermandosi come per intrattenere in una chiacchierata piacevole, ma soppesando ogni parola.

Non è una passeggiata il suo romanzo, non fraintendete. E’ malessere, è paura, è inadeguatezza. E’ la ricerca di un’identità attraverso percorsi tortuosi e, per certi versi, pericolosi.

Ma non aspettatevi un commissario o un’indagine per omicidio. Non c’è violenza, ma il sangue sì: il proprio.

Cecilia Lavopa

[divider] [/divider]

La scrittrice:
Marina Visentin è nata a Novara, ma da quasi trent’anni vive e lavora a Milano.
Giornalista, traduttrice, consulente editoriale, una laurea in filosofia e un lontano passato da copywriter in un’agenzia di pubblicità. Ha collaborato con varie testate nazionali, scrivendo di cinema e altro; attualmente si interessa di scrittura autobiografica, organizzando laboratori a Milano e dintorni.
Ha pubblicato testi di critica cinematografica, saggi sulla storia del cinema, libri di filosofia e psicologia. Dopo la fiaba noir Biancaneve (Todaro Editore, 2010), La donna nella pioggia è il suo primo thriller psicologico.