Robert McCammon – Mary Terror

2073

Editore Gargoyle
Anno 2010
Genere Noir
410 pagine – brossura
Traduzione di S. De Crescenzo


Il gioco della riscoperta, molto spesso di natura casuale – come in questo caso – può avere degli esiti assolutamente inaspettati. È il gioco che si può fare nei mercatini, o nelle librerie un po’ sonnacchiose di piccole città, ma anche nelle mega-librerie multipiano. Si tratta di un gioco molto semplice, in realtà, e si attua facendo scorrere lo sguardo verso quei recessi (nel caso delle mega-librerie) o verso quegli scaffali o pile di libri che vengono svicolati dai più. Ecco, in mezzo a questi troverete una mole di materiale per ogni gusto – e disgusto – ma, se avete fortuna e un pizzico di destrezza, potreste incappare in veri e propri tesori. Succede infatti che mentre state lì a farvi scorrere davanti al naso libri di varia natura, mentre schivate l’ennesimo libro di ricette, ecco che vi capita in mano il gioiello. Ve ne accorgete perché è una sorta di anomalia, e vi attrae proprio per quel motivo. Poi se, come in questo caso, incappate anche in un autore che già conoscete, allora il gusto è doppio. Passa un attimo e siete alla cassa. Un attimo ancora e siete già persi nelle sue pagine. Bene, allora vi racconto com’è.

Robert McCammon è una vera e propria certezza. Se vi trovate davanti a uno scaffale e vi capita uno dei suoi titoli, andate pure tranquilli: non avrete delusioni. I suoi romanzi potrebbero essere dati a diversi dei nostri giallisti e “noiristi” nostrani come libri sui quali studiare per evitare di non far altro che disseminare di cadaveri inutili i loro racconti e di dover ripiegare sempre su astruse evoluzioni di trama pur differenziarsi dagli altri. I personaggi di McCammon sono solidi e originali, come la Mary Terror protagonista di questo racconto: una donna senza scrupoli con un passato in una organizzazione terroristica americana durante il periodo degli hippie ed ora votata ad una latitanza rabbiosa che non preclude lo spargimento di sangue. Vive nel presente solo per necessità, ma appena possibile si rifugia nella sua giovinezza con l’aiuto dell’LSD che non ha mai smesso di assumere da allora e che le permette di dialogare con Dio, ovvero Jim Morrison leader dei Doors.

Sebbene il libro sia uscito in America nel 1990 e sia arrivato in Italia grazie a Interno Giallo già nel 1991, la sua intuizione sulla società non è mai stata così attuale. Contraltare all’orchessa troviamo infatti Laura, giornalista per una rivista di gossip in piena crisi d’indennità ed anche in stato interessante. Sua è la frase stigmatizzante: “la gente usa troppo le carte di credito, vero Doug?” rivolta al marito che, nel panico per la futura paternità, risolve il tutto nel modo più classico: l’infedeltà. Anche quando vi sembra che si tratti di stereotipi ecco che McCammon ve li offre in modo ineccepibile, senza ulteriori sbrodolamenti o sovradosaggi: è il suo climax ottimamente organizzato che ve li fa passare sotto gli occhi.

La storia è un duello, accanito, definitivo, un inseguimento senza tregua e tutto declinato al femminile: i personaggi maschili sono corredo, tappezzeria ammuffita. La lotta tra una madre e colei per la quale la maternità è un trauma, una ferita che non si è mai chiusa del tutto: durante uno scontro a fuoco con la polizia Mary ha perso il figlio che aspettava dal capo carismatico della banda di cui faceva parte. Questa perdita traumatica è alla base della sua follia che l’incipit del libro vi presenta nel modo più agghiacciante.

Come mio costume non vi dico altro e vi lascio il gusto della scoperta. Vorrei farvi parte di alcune riflessioni laterali: notate, in lettura, come le dinamiche della dissociazione e del pentimento nonché quelle del revisionismo storico siano quanto di più attuale possibile. Ogni membro del gruppo terroristico che incontrerete durante la lettura vive la sua infinita fuga in modo diverso più o meno “dentro” o “fuori”, e ognuno è più o meno intransigente o coerente con quello che è stato e con quello che è: c’è chi si reinventa e manda al diavolo tutti gli ideali (se mai li ha avuti davvero) e chi addirittura arriva a fare un intervento di chirurgia plastica deturpante pur di non essere più riconoscibile.
Buona lettura.

Michele Finelli
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Lo scrittore:

Robert Mc Cammon ha frequentato liceo e università in Alabama. Nel corso degli anni ha pubblicato 13 best-seller e numerosi racconti brevi, creando successi come Swan Song, Baal, Stinger, Mistery Walk Usher’s Passing, molti dei quali usciti anche in Italia.
Dopo la pubblicazione di Gone South (1992), che è considerato il suo capolavoro, McCammon ha scelto di prendersi una pausa di riflessione dal genere horror e di dedicare più tempo alla famiglia.
La sua fatica più recente, la trilogia Speak the Nightbird, The Queen of Bedlam, Mister Slaughter, è un grande affresco storico sull’oscuro periodo della caccia alle streghe alla fine del 1600.
Nel corso degli anni i romanzi di Robert McCammon sono stati autorevolmente paragonati a quelli del ‘periodo d’oro’ di Stephen King.
A McCammon si deve anche la fondazione della Horror Writers Association, che raggruppa tutti i massimi esponenti del genere horror e assegna annualmente i prestigiosi Bram Stoker Awards.
McCammon scrive di solito durante la notte: si sente – dice lui – più impaurito e questo contribuisce a rendere i suoi racconti… più spaventosi.
Di McCammon, Gargoyle ha pubblicato Hanno Sete (2005), L’Ora del Lupo (2006), La Via Oscura (2008), La Maledizione degli Usher (2009), Mary Terror (2010) che era già stato edito da Interno giallo nel 1991.