Angela Capobianchi – Esecuzione

2037

Editore Piemme Collana Piemme Linea Rossa
Anno 2011
Genere Thriller poliziesco
456 pagine – brossura

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E’ interessante ogni tanto andare a riscoprire pubblicazioni non proprio recenti e che meritano di essere riproposte per le loro qualità. Nel caso specifico l’opera in questione è Esecuzione di Angela Capobianchi, edito Piemme. Qui su Contorni di noir avevo già recensito della stessa autrice La discendenza. Le impressioni in entrambi i casi sono state le stesse, cioè ottime. E’ stato come attraversare un ponte, un ponte che lega i due libri, che collega le pagine in un continuo spazio-temporale che mi ha fatto ritrovare personaggi e situazioni, un ponte che mi ha rituffato in uno stile così curato e ricercato. I personaggi che ho ritrovato, o meglio, che sono nati per Esecuzione e che ricompaiono ne La discendenza, sono il commissario Riccardo Conti e l’ispettore Silvino Rocci, la location Pescara (anche se mai nominata) e i ragazzi adolescenti che, come nell’ultima opera della Capobianchi, occupano una parte cospicua ed importante.

Proprio dei ragazzi saranno le vittime di una mente malata e folle, una mente che pensa, organizza e mette in atto delle vere e proprie esecuzioni, una mente che ha accumulato dentro di sé tanto di quell’odio e di quella follia da riuscire a compiere gesti mortali come se fossero la cosa più naturale di questo mondo. Quelle esecuzioni hanno uno scopo ben preciso, c’è un obiettivo da colpire e niente viene lasciato al caso, tutto deve far pensare a quel bersaglio. Il fallimento è plausibile, è possibile, può accadere, non tutti riusciamo in quello che vorremmo, tutti non vorremmo deludere chi ci sta vicino, chi ha riposto in noi delle speranze poi disattese. Quel confine tra ciò vorremmo fare, provando e riprovando, e la delusione che vediamo negli occhi della persona che non vogliamo scontentare è labile e pieno di perfidie. I ragazzi sono degli studenti e hanno una grande passione che li accomuna, l’amore per la musica classica e per il pianoforte. Passione che mettono in pratica seguendo le lezioni di Luisa Baratti, insegnante di piano. Le lezioni si tengono nella villa di sua proprietà dove vive con sua figlia Cora e con sua nipote, figlia di suo figlio, Letizia.

Anche Cora insegna piano e tra i suoi piccoli allievi c’è Matteo, il figlio del commissario Conti. Lui e sua moglie Clara vivono ormai separati, ma ogni volta che può, nonostante i suoi impegni in commissariato, Conti è con suo figlio, lo va a prendere a scuola, pranzano insieme, organizzano battaglie con i soldatini. Riccardo e Clara, così distanti per le incomprensioni sorte dopo la nascita di Matteo, c’è stato l’allontanamento graduale fino alla separazione, anche per il il lavoro del commissario che richiede tempo, forze ed energie che Riccardo toglie alla sua famiglia. Ma qualcosa piano piano provoca un piccolo disgelo, i due coniugi tornano a parlarsi, a comunicare. Lui chiede a Clara anche un aiuto nella risoluzione del caso, lei suonava il violino, (violino che ha abbandonato per seguire esclusivamente suo figlio) quindi comprende la musica , le note, mondo che invece è totalmente estraneo a Conti. E per risolvere il caso ha necessità di capire, di approcciarsi all’universo musicale, i due grazie a Matteo e alla musica lentamente ma inesorabilmente tendono le mani l’uno verso l’altra, fino a quando in nome della giustizia e della verità, sicuramente necessarie e fondamentali, metterà tutto a repentaglio. Anche qui un confine labile, il confine tra il dovere e la difesa della propria famiglia e del proprio privato. In pochi attimi bisogna decidere. In un modo o in altro le conseguenze ci aspettano al varco. Vanno affrontate e Conti le affronterà con un grande peso sul cuore, non può sfuggire e neanche nascondersi.

L’ultimo capitolo racchiude il senso di questo libro, come io almeno l’ho inteso. Tutto viene riversato su chi è folle, la colpa è esclusivamente la sua. Chi parla punta il dito sulla follia esonerandosi, discolpandosi, perché in fondo cosa ha fatto di male? Nulla. In definitiva sfugge dalle proprie responsabilità perché è più facile incolpare gli altri. Ed è qui il punto. Chi e che cosa conduce una persona alla follia criminale? Quanto il contesto può contribuire a dar vita alla follia? Quanto i nostri comportamenti possono far soffrire a tal punto da far germogliare la pazzia e la volontà di uccidere? L’autrice ci racconta in questo intrigante thriller la storia di una follia, di una mente diabolica in grado di creare un piano meticoloso e preciso in un crescendo di tensione fino all’epilogo finale. Purtroppo Esecuzione non è più disponibile, ma mi auguro vivamente che al più presto ci sia una ristampa perché è davvero un peccato che altri lettori non possano godere della sua lettura. E’ un ottimo thriller, scorrevole, incalzante, l’aspetto psicologico è tratteggiato in maniera dettagliata, così come la caratterizzazione dei protagonisti. Tutto rende la lettura mirabile.

Cecilia Dilorenzo

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La scrittrice:

Angela Capobianchi è nata a Pescara, dove vive e lavora. Avvocato, ha abbandonato la carriera legale per dedicarsi alla famiglia e alla scrittura. Ha pubblicato i thriller: Le ragioni del Lupo (Di Renzo Editore 1998), il raccontoDelitto alle Terme (Il Giallo Mondadori 2001, premio Gran Giallo Città di Cattolica), I giochi di Carolina (Piemme 2006), Esecuzione (Piemme 2011, premio NebbiaGialla 2012), La discendenza (Novecento Editore, 2017).