Roberto Costantini – Da molto lontano

1751

Editore Marsilio / Collana Farfalle
Anno 2018
Genere Thriller
597 pagine – rilegato e ebook

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Nel corso di una vita, sono tante le situazioni in cui ci troviamo o che ci succedono. A volte, a certe azioni non c’è soluzione e non è possibile tornare indietro per mutare il corso degli eventi. E nemmeno è possibile dimenticare. Se si vuole andare avanti, esiste un modo. Forse non sarà dei migliori ma è uno dei modi possibili. Forse l’unico, almeno per qualcuno. Prendere le distanze da se stessi, da quello che abbiamo fatto, e cercare di guardare tutto da molto lontano, dimostrando ogni giorno che quello che siamo diventati è molto migliore di quello che eravamo.
“Da molto lontano” di Roberto Costantini, edito da Marsilio, è il nuovo romanzo, da poco uscito nelle librerie, con protagonista Michele Balistreri, “Michelino”, “Mike”, “Africa”, commissario della omicidi. Il sesto di una serie di libri che ci hanno fatto conoscere questo personaggio complesso e le diverse indagini che si è trovato ad affrontare di volta in volta.

“Da molto lontano” si svolge in due fasce temporali. Nella prima parte siamo nel 1990, quando Balistreri si trova ad indagare sulla scomparsa di una giovane coppia. Lui, Umberto, un ragazzo ricco il cui padre ha fatto fortuna costruendo strade negli anni ’70 e fa parte di quella borghesia che ostenta la ricchezza e che nasconde le sue amicizie nel mondo della politica e degli affari. Lei, Penelope, una ragazza con un vissuto famigliare doloroso, che ha sempre dovuto lottare nella vita. Per la madre, per la sorella e per se stessa. In questa indagine, Balistreri è affiancato da Capuzzo, con il quale lavora ormai da otto anni e con il quale si è creato un perfetto equilibrio laddove il primo è abile negli interrogatori mentre il secondo a controllare le informazioni. Ma non questa volta, dove Balistreri sembra essere estraneo alle indagini e Capuzzo sembra sempre un passo avanti a lui, sia nella solerzia con cui si dedica al caso, sia nelle intuizioni che aprono nuovi e diversi scenari quando l’inchiesta sembra stagnare.
Nella seconda parte, siamo nel 2018 quando un macabro ritrovamento, unito alla scarcerazione di un probabile colpevole per la sparizione dei due ragazzi, riapre l’indagine passata nella ricerca della verità e della vendetta. Questa volta però ad occuparsi del caso sarà Corvu, ex vice di Balistreri, ora a capo della omicidi, con la giornalista Linda Nardi. Il commissario è in pensione e sembra aver dimenticato gran parte dei fatti riguardanti quell’indagine. O forse non li vuole ricordare.

Parte del fascino di leggere storie come queste, è quello di trovarsi in equilibrio tra il bene e il male. Il vivere in una realtà in bilico su un baratro. Sporgersi su quell’abisso che fa parte di ognuno di noi, rispetto al quale sappiamo tenerci lontano ma al contempo si avverte sulla pelle, lungo la schiena, la sottile minaccia di fare quell’unico passo dal quale non è possibile fare ritorno, se non profondamente cambiati. Di mostrarci personaggi che vivono tra luci ed ombre, tra il bene e il male, non senza disagio. Il commissario Balistreri, di questo romanzo, molto più che negli altri, mi è sembrato diverso dal solito. In costante contrasto con se stesso, con gli altri e soprattutto nel rapporto con un certo tipo di donne, con il quale non ha fatto nulla per nasconderci il suo disprezzo. Si comporta spesso come se non fosse partecipe nelle indagine, preferendo delegare a Capuzzo che un po’ lo stupisce per questa sua intraprendenza, ma che in fondo gli fa comodo. Credo che l’autore ci abbia volutamente mostrato questo lato del commissario, per portarlo “molto lontano da noi”, rendendoci difficile entrare in empatia con le sue azioni o con i suoi sentimenti. Lasciandoci ad una giusta distanza, non per giudicare, ma per mostrarci i fatti per quello che sono stati, senza sovrastrutture emotive che avrebbero finito per condizionarci.

“Da molto lontano”, non è solo questo. È un romanzo dove ogni situazione e dialogo sono credibili, anche quelle a cui non vorremmo credere, dove i personaggi si muovono in un’atmosfera che rispecchia le loro azioni, dove la trama viene intrecciata e sciolta con notevole abilità davanti ai nostri occhi e dove un lettore come me si trova a riflettere su alcuni aspetti della vita. L’eterno scontro tra potenti e perdenti, tra profittatori e chi lavora umilmente e non riesce mai ad arrivare dove vorrebbe. Di come le origini siano a volte un peso da cui non ci si sa liberare. Di come una persona possa essere il punto debole di un’altra. Di quanto terribile sia vivere nella paura. Di come sia necessario impegnarsi nelle attività quotidiane per tenere a bada i fantasmi del passato. E di quanto la memoria sia più forte della volontà di dimenticare.
Quindi possiamo provare a prendere le distanze da noi stessi. Da quello che ci è successo. O da quello che abbiamo fatto. Ma sicuramente la soluzione migliore è tornare indietro. E guardare da molto vicino quello che si è stati. Per riuscire veramente a diventare chi vogliamo essere.

“Io credo che guarire dai cattivi ricordi non significhi cancellarli, ma ricordarli, superarli, migliorarsi. Bisogna saper perdonare chi siamo stati.”

Federica Politi

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Lo scrittore:
Roberto Costantini (Tripoli, 1952), ingegnere, consulente aziendale, oggi dirigente della Luiss. È autore per Marsilio della Trilogia del Male con protagonista il commissario Michele Balistreri, bestseller in Italia e già pubblicata negli Stati Uniti e nei maggiori paesi europei, premio speciale Giorgio Scerbanenco 2014 quale “migliore opera noir degli anni 2000”. Con La moglie perfetta è stato finalista al premio Bancarella 2016.