Lina Bengtsdotter – Annabelle

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Editore DeA Planeta / Collana Narrativa
Anno 2018
Genere Thriller
320 pagine – rilegato e ebook
Traduzione di B. Fagnoni

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Una cittadina buia è ciò a cui penso quando leggo le descrizioni di Gullspång.
L’aria sporca del fumo delle fabbriche.
I ragazzi che diventano adulti troppo in fretta, gli adulti che si ostinano a comportarsi come bambini non cresciuti.
C’è qualcosa di spaventoso e sbagliato nella città in cui vive Annabelle, in cui scompare Annabelle.
Lo stesso luogo da cui, anni prima, Charlie è scappata – senza guardarsi indietro, senza dire niente a nessuno – e in cui ora è costretta a tornare per indagare sulla scomparsa di una giovane ragazza che le assomiglia più di quanto sembri.
E che ha in comune con lei storie segrete delle quali nessuno è a conoscenza.

Le domande che mi affollano la testa dopo aver letto questo libro sono molte, ma la prima è: può davvero esistere un posto così?
Un posto in cui i ragazzi crescono da soli e sembra non ci sia un punto di riferimento, una stella fissa, un esempio a cui ispirarsi.
Non esiste un rapporto che si possa definire tale, nemmeno tra gli amici, nemmeno tra i ragazzi.
Probabilmente esistono davvero città e quartieri così e se ci penso mi viene la pelle d’oca. Chi se ne va si salva, chi resta marcisce.
Quando Charlie torna a Gullspång incontra Susanne, la sua migliore amica d’infanzia, e si accorge di come sia diventata uguali alle loro madri, si accorge di come quella città le abbia divorato l’anima – senza lasciarle via di fuga – lasciandola sola con una famiglia fastidiosa, qualche antidepressivo, dei sonniferi.
Charlie si rende conto di essersi salvata solo perché ha avuto la possibilità di scappare prima che fosse troppo tardi. La città è la malattia che infesta i corpi e le anime delle persone che la vivono.

Un’altra domanda: come mai più ci ostiniamo a difendere le persone che amiamo, più esse si allontanano e si trovano in pericolo?
Nora, la mamma di Annabelle, non la lascia respirare. Ha paura, impazzisce dal timore che qualcosa di brutto possa succedere a sua figlia e, per questo motivo, le discussioni in casa non mancano mai. Perché quando ci sentiamo troppo protetti, cerchiamo di andarcene? E quando invece sembra che a nessuno interessi di noi, preghiamo per un po’ di attenzione? Non accontentarsi mai: la rovina dell’umanità. Annabelle non vuole sentirsi vincolata dalle attenzioni possessive di una madre malata e questo la spinge ad infrangere ogni regola, a superare ogni confine.
Con il fumo, la droga, i ragazzi. Con un “amante segreto” che la polizia cerca di trovare.

Interrompi, fermati e rifletti, non fare così! Ogni scelta sembra quella sbagliata. Come mai è così difficile trovare una strada? Giriamo in lungo e in largo, commettiamo errori inutili e pericolosi e non ci rendiamo conto di ciò che potremmo essere se solo respirassimo a fondo per un secondo, un secondo.

Ma la vera domanda arriva alla fine, dopo che Charlie è costretta a guardare in faccia i mostri che per molto tempo hanno infestato la sua vita, dopo che le speranze di trovare Annabelle sembrano svanite, dopo che tutti i pezzi del puzzle tornano al loro posto: qual’è il vero problema? La città povera e sporca? Oppure il problema siamo noi? Animali sbagliati in cerca di qualcosa che non esiste. Forse è meglio non porsi la domanda, forse è meglio non trovare la risposta.

La scrittrice riesce a coinvolgere in una storia in cui sembra tutto collegato e in cui forse nulla lo è davvero. “Voglio sapere come va a finire!” la mente del lettore è affamata di giustizia, di verità.
Di una divina provvidenza che arrivi a sistemare tutto, a mettere ordine nelle contorte menti umane, ma che non arriva mai.

Caterina Invernizzi

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La scrittrice:
Lina Bengtsdotter è cresciuta a Gullspång e, dopo aver vissuto nel Regno Unito e in Italia, attualmente risiede a Stoccolma con il marito e i tre figli. “Annabelle” è il suo primo romanzo.