Giovanni Ziccardi – La rete ombra

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Editore Marsilio / Collana Farfalle
Anno 2018
Genere Thriller
424 pagine – brossura e epub

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C’è una Milano in cui la gente va a lavorare, fa shopping, cammina per strada, siede in bar con sconosciuti incontrati sui social network e Alessandro Correnti, giovane avvocato, è in tribunale e attende la sentenza per omicidio di una sua assistita. Sentenza di cui conosce l’esito prima della lettura da parte del giudice. In aula intanto entra Nemesys, il ladro d’identità più ricercato del mondo ma non solo. Consegna qualcosa ad Alessandro Correnti, una vera traditio lampadis, un passaggio di consegne che riguarda un’elite segreta e allo stesso tempo il mondo intero. Nemesys non ha bisogno di avvocati, vive e agisce ad altri livelli, in un altro mondo; così come l’avvocato Correnti.
Ne La rete ombra di Giovanni Ziccardi la città, i suoi personaggi, ogni azione ha un suo doppio, una vera ombra.
In un’altra Milano contemporanea dal sottosuolo, la città dietro la città, vero hub di trame occulte e centro vitale e mortale dell’infosfera, santuario per stanchi veterani della guerra elettronica mondiale, ribelli digitali, spietati mercanti di armi informatiche si muovono e operano e il protagonista, Alessandro Correnti, è Deus, uno degli hacker più rispettati al mondo. Nemesys è un po’ il Tobin Frost – protagonista/nemesi del film Safe House – della guerra elettronica cinese e la sua apparizione mette in allerta servizi segreti ed entità criminali. Certi incontri nel thriller sono promessa di svolgimento esplosivo. E di verticalità e momenti esplosivi questo romanzo ne ha in quantità.

«Ma la rete ombra non esiste, Bai Li. Non diciamo sciocchezze. È una leggenda metropolitana che ci portiamo dietro da decenni. È uno scherzo. Nessuno è mai riuscito a realizzarla.»

La rete ombra esiste. È un network parallelo e segreto in cui i peggiori segreti tecnologici, politici e militari del mondo vengono conservati e custoditi in attesa del momento giusto, una sorta di Wikileaks ancora più segreta e altrettanto preziosa. È la summa della vulnerabilità dell’intero sistema di relazioni del potere mondiale e a difendere la rete ombra c’è un complesso sistema di custodi. Come se non bastasse un virus informatico “chimerico”, capace di adattarsi, e di sbloccare tutti i prodotti Apple, un vero santo Graal per hacker e spie, finisce tra le mani del protagonista come se il romanzo non fosse già ricco di pericoli, dettagli tecnici e thrilling. Ombre e doppi ovunque. E in queste due città che è Milano, quella fisica e quella virtuale, si sta per giocare quindi una battaglia importante per la libertà dell’informazione e la libertà in generale, nel mondo e per il futuro.

Le autopsie non si fanno solo sui corpi, oggi.

Anzi, forse quelle sui corpi sono, ormai, le meno interessanti.
Si fanno sulle macchine.
Sulle “cose” elettroniche che ormai ci circondano.

A pericoli eccezionali si accompagnano nemici straordinari.
L’antagonista del romanzo è uno dei migliori cattivi del thriller italiano degli ultimi anni. In questo che è un romanzo di leggende contemporanee ed eroi, in cui tutti hanno nickname e nomi di battaglia, l’avversario ha a sua volta uno pseudonimo adeguato: il Predatore. L’autore costruisce il personaggio come un grande vecchio del piano operativo, esattamente un operativo della Guerra fredda che si è aggiornato diventando una vera e propria macchina da guerra, un one man army. Il Predatore combina eccellenti capacità tattiche da spia sul campo nel mondo reale con altre da hacker, un grande manipolatore di sistemi informatici e umani allo stesso tempo. È un personaggio che tanto piacerebbe a Yuval Noah Harari proprio perché rende la crescente riduzione della differenza tra umano e la macchina “algoritmica”. È un nemico eccezionale, uno che riesce a terremotare l’intera città, con un potenziale non del tutto espresso che però sarebbe ragionevole ritrovarsi in un prossimo romanzo. Potenziale inespresso perché questo rimane un techno thriller e non un apocalittico-catastrofico.
Per anni aveva immaginato quanto sarebbe stato bello attaccarsi a tutti quei cavi, abbeverarsi di tutti quei dati, intercettare il lato intimo del mondo intero. Ed era rimasto malissimo quando aveva saputo che la Nsa americana e il Gchq inglese lo facevano già da almeno dieci anni. Di qui la volontà di distruggerli. Di elaborare il più grande attentato mondiale a una infrastruttura. E un giorno l’avrebbe fatto.

La Rete ombra è un thriller d’azione in cui a muoversi in realtà sono soprattutto le intelligenze della squadra di reietti, agenti rogue, avvocati, esperti di software e poliziotti capaci coordinati dalla personalità di Deus/Alessandro Correnti e da una strana e allo stesso tempo coerente combinazione di etica hacker, senso del dovere e della giustizia. Il mondo descritto dall’autore Giovanni Ziccardi è uno pieno di insidie, reale più che realistico, in cui l’intelligenza è davvero la forza propulsiva della nostra era e dello svolgimento del romanzo. Ed è una comunità, non un singolo protagonista, a “salvare la giornata”. Lo scontro messo in scena è neanche tanto sottotraccia titanico, ombra delle sfide della contemporaneità.
Il romanzo si lascia a volte andare a qualche spiegazione tecnica di troppo ma questo sembra abbastanza giustificato: l’autore/protagonista è sinceramente interessato a che il personaggio a cui si riferisce, come il lettore, comprenda termini, sfide e rischi.
Viviamo in un’epoca dove le possibilità di sorveglianza sulla sfera privata e sulle attività di comunicazione sono immense. Non sempre le tecnologie vengono costruite e usate per il bene comune, e non è più praticamente possibile distinguere tra sorveglianza dei governi e sorveglianza delle aziende.
La rete ombra ha l’ulteriore pregio di svolgere alcuni temi del cyberpunk senza uscire dal thriller d’ambientazione contemporanea, un neonoir in cui il futuro è già arrivato e i suoi pericoli e speranze tutti intorno a noi.
Dinamico, intelligente, pieno di personaggi che sembrano quasi supereroi, privo dei difetti tipici del thriller italiano come la stupidità generale dei personaggi e la mancanza di approfondimento sulle questioni tecniche, è un vero romanzo di qualità che merita davvero una saga.

Antonio Vena

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Lo scrittore:
Giovanni Ziccardi è professore di Informatica giuridica presso l’Università di Milano; insegna Criminalità informatica al Master in diritto delle nuove tecnologie dell’Università di Bologna. Coordinatore scientifico del Centro di ricerca in Information Society Law (Islc), è componente del Comitato sicurezza dell’ateneo milanese. Dal 1984 – quando gli fu regalato il primo computer – ha tenuto i contatti con gli ambienti hacker nazionali e internazionali, incontrandone gli esponenti e studiandone l’evoluzione. Ha dedicato a quegli anni un saggio (Hacker – Il richiamo della libertà, Marsilio 2011) e un thriller (L’ultimo hacker, Marsilio 2012). Avvocato e pubblicista, è laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Modena e dottore di ricerca presso l’Università di Bologna.